Pizzo di Gino (2245m) via cresta ESE

Pizzo di Gino (2245m) via cresta ESE

Il debito è pagato! L'annoso rovello non ha più ragione d'essere: finalmente ho salito il Pizzo di Gino dalla cresta ESE! Avevo già tentato diverse volte, l'ultima pochi mesi fa ( vedi: Un couloir sans nom ), tutte infruttuose o per un motivo o per l'altro; si sa che a furia di inghiottire bocconi amari la carica aumenta ma anche gli interrogativi su una possibile soluzione. Beh, ora il ciclo del Pizzo di Gino per me è chiuso definitivamente (a meno di passare alle invernali….) avendolo salito da ogni dove.

Giornata favorevole per la festività nazionale svizzera che mi ha concesso di attraversare Lugano ad una velocità inusitata; sfavorevole invece per la meteo. Da Lugano a Porlezza era tutto bagnato per un acquazzone mattutino e durante la salita ho avuto i piedi sempre ben refrigerati avvolti dalle calze e scarpe fradice d'acqua. Malgrado il mio "tetralogo" pubblicato nella mia relazione citata ho voluto testardamente riprovare a salire da Crevegno via Casdo di Burena e Alpe Piazza Vacchera, stavolta senza problemi. Poi la salita in cresta a raggiungere l'Alta Via del Lario che abbandonavo poi per salire direttamente al Pizzo anziché seguirne la tangente bassa lungo il versante NE. La visibilità era davvero pessima, le nuvole salivano ad accarezzare la cresta e raramente si aprivano spiragli di visibilità. La cresta è da fare con attenzione, pur segnata bianco-rosso ma piuttosto esposta. Seguivo a ritroso la relazione di Franco Rossi (vedi) che descrive le difficoltà come EE.  In realtà ad un certo punto scompariva ogni segnale e volgendo lo sguardo verso la parete a dx la vedevo salire verso l'alto con tutti gli interrogativi del caso. Esplorati un po' i paraggi mi convincevo che bisognava passare di lì e così iniziavo ad arrampicare lungo un canale di rocce miste a zolle erbose che valuto di III UIAA. L'altimetro mi diceva che ero un 60m sotto la vetta ma fino all'uscita ero sempre dubbioso sia del corretto itinerario, sia di sbucare davvero in cima; sono quelle situazioni antipatiche nelle quali capisci che se è tutto giusto, va bene, ma se hai sbagliato ti stai mettendo in grossi guai perché ridiscendere da lì, "free solo" avrebbe comportato un bel rischio.

Beh, finalmente compare nuovamente un segnale bianco-rosso proprio mentre spunta dalla nube la Croce di vetta. Yabadabadou! (detto con grosso sospiro di sollievo).

Concludendo: o la valutazione di Franco Rossi è ottimistica, o la mia è pessimistica oppure (può essere) abbiamo fatto vie diverse nell'ultimo tratto. Credo che non tornerò su a dipanare la matassa!

Dopo una breve sosta (non c'era nulla da vedere!) mi dirigevo a SW per intercettare la mulattiera che riporta a Piazza Vacchera. Poi di lì cercavo di ritornare in un modo più razionale a Crevegno ma come vedrete dal ghirigoro del tracciato GPS…. devo ahimè confermare il mio già citato "tetralogo" per quanto riguarda i sentieri dismessi e non più utilizzati. Se cercate una via d'accesso davvero segnata e comoda e non volete fare dell'escursionismo di esplorazione partite da Tecchio e salite lungo la monotona ma sicura carrareccia fino all'Alpe Piazza Vacchera; lo stesso a ritroso.

Dati salienti:
Dislivello salita 1390m ; discesa 1369m

Lunghezza totale 18,3 km

Tempo totale 7h34' soste comprese

Tempi di percorrenza:

Salita 4h13'

Discesa 3h21'