Lago D'Arpy
|
||||||||||||||||||
Il mago della pioggia ha vinto.
Con la sua danza incessante è riuscito in questi quattro giorni ad aprire con sadico tempismo i rubinetti delle nuvole sulla Valle D'Aosta.
Buttati nel cestino della rassegnazione tutti i miei programmi per cime, rifugi e bivacchi devo accontentarmi della tranquilla, ma pur sempre remunerativa, passeggiata al lago D'Arpy.
Partiamo sotto un cielo gonfio di nuvole dal colle S.Carlo, con la terra ancora bagnata sotto un sole timido come un bambino al primo giorno di scuola, di un colorito giallo pallido.
Il tranquillo sentiero è costellato di pozzanghere dove affiorano piccole frane di ciottoli, il lavoro della pioggi, costeggiato da robusti larici e abeti. Sul lato destro, un tappeto verde di mirtilli e rododendri, impegnati nello sforzo per crescere i loro piccoli boccioli e frutti.
La salita è dolce, ispira pensieri filosofici sul ciclo della vita e lo scorrere delle stagioni.
Dopo quasi un'ora di cammino, il lago appare all'improvviso dopo una piccola insellatura tra gli abeti; testimonianza dell'antico lavoro di erosione di un ghiacciaio il lago d'Arpy è un'opera d 'arte della montagna.
L'ho visto parecchie volte, eppure le acque verdeazzurre di questa conca glaciale riescono ad affascinarmi ancora.
Penso che la montagna dia il suo amore in una forma particolare, a chi lo sa ricevere.
Oggi le nuvole basse, ed i persistenti nevai compongono l'atmosfera adatta ad un perfetto set per un documentario sui Celti; manca solo un bardo seduto in riva al lago con un'arpa, qualche tenda di pelli pezzate ed un cinghiale messo a rosolare sul fuoco.(Obelix!)
Mi sintonizzo su radio montagna libera, quella che ti regala le ali, frequenza infinita di megahertz
trasmessi su onde prese in prestito all'oceano, ed ascolto il silenzio della natura.
Sono seduto sull'erba eppure sto volando alto, leggero, al punto che i rapaci lassù mi riconosceranno come un essere umano a cui è concesso il loro stesso privilegio.
Non per molto, perchè le nubi chiudono minacciose sopra il lago costringendoci a tornare in fretta al colle S.Carlo come lepri inseguite dai cacciatori.
Mentre il triskell, il simbolo celtico per eccellenza, ci ricorda nella ciclicità cosmica i tre elementi primordiali, molto più prosaicamente concludiamo la giornata con il più classico tris di sapori valdostani :
lardo, fontina e mocetta uniti ad un ottimo bicchiere di Blanc.
soundtrack:
Hevia "Busindre Reel"
http://www.youtube.com/watch?v=WeqM51-man0
Con la sua danza incessante è riuscito in questi quattro giorni ad aprire con sadico tempismo i rubinetti delle nuvole sulla Valle D'Aosta.
Buttati nel cestino della rassegnazione tutti i miei programmi per cime, rifugi e bivacchi devo accontentarmi della tranquilla, ma pur sempre remunerativa, passeggiata al lago D'Arpy.
Partiamo sotto un cielo gonfio di nuvole dal colle S.Carlo, con la terra ancora bagnata sotto un sole timido come un bambino al primo giorno di scuola, di un colorito giallo pallido.
Il tranquillo sentiero è costellato di pozzanghere dove affiorano piccole frane di ciottoli, il lavoro della pioggi, costeggiato da robusti larici e abeti. Sul lato destro, un tappeto verde di mirtilli e rododendri, impegnati nello sforzo per crescere i loro piccoli boccioli e frutti.
La salita è dolce, ispira pensieri filosofici sul ciclo della vita e lo scorrere delle stagioni.
Dopo quasi un'ora di cammino, il lago appare all'improvviso dopo una piccola insellatura tra gli abeti; testimonianza dell'antico lavoro di erosione di un ghiacciaio il lago d'Arpy è un'opera d 'arte della montagna.
L'ho visto parecchie volte, eppure le acque verdeazzurre di questa conca glaciale riescono ad affascinarmi ancora.
Penso che la montagna dia il suo amore in una forma particolare, a chi lo sa ricevere.
Oggi le nuvole basse, ed i persistenti nevai compongono l'atmosfera adatta ad un perfetto set per un documentario sui Celti; manca solo un bardo seduto in riva al lago con un'arpa, qualche tenda di pelli pezzate ed un cinghiale messo a rosolare sul fuoco.(Obelix!)
Mi sintonizzo su radio montagna libera, quella che ti regala le ali, frequenza infinita di megahertz
trasmessi su onde prese in prestito all'oceano, ed ascolto il silenzio della natura.
Sono seduto sull'erba eppure sto volando alto, leggero, al punto che i rapaci lassù mi riconosceranno come un essere umano a cui è concesso il loro stesso privilegio.
Non per molto, perchè le nubi chiudono minacciose sopra il lago costringendoci a tornare in fretta al colle S.Carlo come lepri inseguite dai cacciatori.
Mentre il triskell, il simbolo celtico per eccellenza, ci ricorda nella ciclicità cosmica i tre elementi primordiali, molto più prosaicamente concludiamo la giornata con il più classico tris di sapori valdostani :
lardo, fontina e mocetta uniti ad un ottimo bicchiere di Blanc.
soundtrack:
Hevia "Busindre Reel"
http://www.youtube.com/watch?v=WeqM51-man0
Tourengänger:
lebowski
Communities: Hikr in italiano, Ticino Selvaggio
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (27)