Hospental – Passo del San Gottardo – Airolo


Publiziert von siso , 13. Februar 2011 um 20:50.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:12 Februar 2011
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT2 - Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Centrale   Gruppo Pizzo Lucendro   CH-UR 
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 659 m
Abstieg: 970 m
Strecke:Hospental (1452 m) – Gamssteg (1616 m) – Mätteli (1773 m) – Brüggloch (1903 m) – Passo del San Gottardo (2111,1 m) – Museo Nazionale del San Gottardo (2091 m) – Cappella dei Morti – Val Tremola – Ponte di mezzo – Motto di Dentro (1660 m) – Motto Bartola (1532 m) – Fondo del Bosco (1312 m) – Airolo (1141 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Auto: Autostrada A2, uscita Airolo, parcheggio presso la stazione FFS. Treno: Airolo – Göschenen – Andermatt – Hospental.
Unterkunftmöglichkeiten:Airolo, Hospental
Kartennummer:C.N.S. No. 1231 – Urseren - 1:25000; C.N.S. No. 1251 – Val Bedretto - 1:25000; C.N.S. No. 255 S – Sustenpass - 1:50000; C.N.S. No. 265 S – Nufenenpass - 1:50000.

Il basso pericolo di valanghe (SLF 1) mi induce a tentare la traversata invernale del Passo del San Gottardo. Una ciaspolata attraverso il “Passo dei Passi”, il “Tetto d’Europa”, la “Via delle Genti”, il simbolo dell’indipendenza, dell’unità e dell’identità nazionale.

Il sogno che cullavo da tempo oggi si è realizzato; esattamente sessant’anni dopo la tragica “valanga di Airolo”.

Vedi video dell’escursione in HD

 

Inizio dell’escursione: ore 8:50

Fine dell’escursione: ore 14:53

Temperatura alla partenza: 3°C

Temperatura a Mätteli: -3°C

Temperatura all’arrivo ad Airolo: 17°C

 

Parcheggio l’auto alla Stazione FFS di Airolo e preparo lo zaino facendo un baratto con me stesso: tolgo la sonda (380 g) e inserisco i ramponi (850 g). La discesa nella Valle della Tremola è un’incognita: potrebbe esserci del ghiaccio vivo proprio sui tornanti con muraglioni alti fino a venti metri circa.

Prendo il treno Regio delle 7.58 per Göschenen – Andermatt – Hospental (costo del biglietto: 15,60 CHF). Alle 8.41 raggiungo il punto di partenza della gita: la stazione ferroviaria di Hospental, villaggio urano di 228 abitanti, nella Valle di Orsera. Il suo nome deriva dal latino hospitale; in effetti in questa località ci sono molti più letti del numero degli abitanti.

Percorro lentamente la via del paese per osservare le belle case e gli alberghi e per fotografare l’antica Torre di difesa e il ponte sulla Gotthardreuss.

La Valle di Orsera, colonizzata dai Walser prima del XII secolo, è incredibilmente povera di neve in questo periodo. Dopo le nevicate di novembre ci si aspettava un inverno con un’importante coltre nevosa: finora nulla di tutto ciò.

Dalla parte alta del paese seguo le indicazioni del segnavia per “Gotthardpass”. Il tempo di percorrenza estivo indicato è di 3 h 10 min. Nonostante le numerose soste per scattare foto, impiegherò un quarto d’ora in meno.

La strada del passo è coperta di neve compatta, rigelata, battuta da un mezzo cingolato. Parto con le ciaspole sullo zaino, fotocamera al collo e pile. Il Sole riesce a far capolino solo alle 10:45, praticamente sul confine cantonale tra Uri e Ticino.

All’inizio taglio qualche tornante, poi seguo fedelmente la storica strada del passo. Posso camminare celermente, senza bisogno delle ciaspole, che lascio sullo zaino.

Dopo il tunnel Chämleten incontro due sci escursionisti che salgono verso il Winterhorn.

La zona offre diverse possibilità agli sciatori: oltre al Pizzo d’Orsino, molto frequentata è pure la Valle Guspis con il Gloggentürmli, il Pizzo Centrale, il Monte Prosa, con discesa dall’Alpe di Fortünei o dal Lago della Sella.

Nella piana di Gamssteg (1616 m) scorgo una tenda rossa; dei temerari hanno passato la notte qui: sic!

Dopo un’ora e venti di tranquilla passeggiata raggiungo la località Mätteli (1773 m): sei edifici, tra cui un ristorante con panchine all’esterno. È la zona più fredda dell’escursione; qui il termometro segna -3°C.

Poco dopo i due tornanti vedo un bel canalone dal quale sono scesi gli sci escursionisti provenienti dal Winterhorn. La strada sale con modesta pendenza fino alla strettoia che rappresenta il confine cantonale. Raggiungo il Brüggloch (1903 m) alle 10:45. Qui inizia il Canton Ticino; lo stemma bicolore inciso sul cippo lo conferma.

Grazie Napoleone per averci liberati dai balivi!

Appena entrato nella “Sonnenstube” il sole comincia a riscaldare e donare splendore alle cime circostanti. Mi si offrono due possibilità: o seguire la vecchia strada alla destra, battuta da un cingolato, oppure seguire la nuova strada, che presenta una galleria semiaperta. Opto per quest’ultima possibilità: mi sembra più diretta, più veloce. Appena uscito dalla galleria calzo le racchette da neve.

 

Il paesaggio diventa sempre più bello: noto numerose tracce di sci alpinisti, scesi dall’Alpe di Fortünei. Sul versante opposto svettano il Pizzo Lucendro e la mia amata Fibbia: dovrò aspettare fino a fine maggio per raggiungerla.

Alle 11:45 raggiungo il Passo del San Gottardo. Per la prima volta in inverno e per la prima volta a piedi!

Il pensiero corre alle traversate invernali del Passo effettuate da viandanti sprovvisti di scarponi e indumenti in Gore-Tex, nonché di magliette termiche e occhiali da sole. Inoltre, erano privi di bottiglie thermos, di cellulari, di navigatori satellitari e di bastoncini telescopici. Le slitte e le bestie da soma erano l’unico aiuto per valicare il passo. L’iconografia del Passo del San Gottardo ricorda numerose sciagure causate da valanghe che hanno travolto persone e animali da soma. Il traffico invernale del Passo del San Gottardo durò fino al 1947, quando l’Ospizio cessò di essere aperto durante la cattiva stagione.

Sulla piana tra il Passo e l’Ospizio il riverbero è fortissimo. I viaggiatori che attraversavano il Passo del San Gottardo in inverno portavano un velo nero per evitare l’oftalmia delle nevi.

In prossimità della statua “Il viandante (opera di Pedro Pedrazzini per commemorare il bicentenario dell'entrata del Canton Ticino nella Confederazione Elvetica, 1803 - 2003) incontro un gruppo di sei ciaspolatori che fanno la traversata in senso contrario. Mettono in scena un simpatico siparietto con canzoncina e balletto. Vengo ingaggiato per scattare delle foto di gruppo.

È mezzogiorno e dieci: per la prima volta mi trovo al Passo del San Gottardo senza auto né persone! Non mi sembra vero.

Alzo lo sguardo e vedo due aquile (di bronzo…).

Prima di me anche Hermann Hesse vide qui un’aquila. Ecco un estratto del suo racconto:

 

AL GOTTARDO (Hermann Hesse, 1905)

 

… Sono stato spesso in montagna, eppure solo quattro volte, a oggi, mi è capitato di vedere un’aquila reale. La prima ero ancora pressoché bambino e quando in alto, nell’aria argentea, scorsi il sicuro, stupendo volo in cer­chi concentrici del grande uccello e qualcuno mi disse che era un’aquila, sentii il cuore battermi nel petto e in lui, nel regale signore dello spazio, vidi un canto e un simbolo. Lo seguii con sguardo assetato e per sempre lo trattenni nella memoria. Da allora non mi sono mai più recato in montagna senza la segreta nostalgia di rivederlo, e sugli alti percorsi alpini centinaia di volte ho alzato gli occhi nutrendo una mezza speranza. Di rado questo mio strug­gimento mi è stato appagato e nondimeno è rimasto vivo in me con intensità immutata…

 

A mezzogiorno e trenta inizio la discesa lungo la mitica Tremola. Dopo tre minuti mi concedo una breve sosta alla Cappella dei Morti. La piccola cappella, che appartiene allo Stato del Canton Ticino, chiusa al pubblico, è la stessa che nel 1799, così dice la tradizione, venne adibita a ossario per raccogliere i resti dei caduti nei combattimenti tra i fran­cesi e gli austro-russi svoltisi nei dintorni.

Il severo paesaggio della Val Tremola oggi è addolcito dal candore della neve e dal tiepido sole. È il tratto che in fase di programmazione della gita mi creava qualche preoccupazione. Le cronache evocano numerose sciagure successe in questa valle. Le valanghe hanno colpito qui a più riprese:

 

- 2 dicembre 1801: 8 morti;

- novembre 1808: 28 sepolti di cui 25 estratti ancora vivi;

- 21.04.1810: 4 uomini provenienti da Orsera periscono sotto una valanga;

- 24.04.1841: una valanga fa un numero imprecisato di morti;

- 13.02.1848: 4 persone e 8 cavalli morti;

- 21.04 1855: 3 persone sepolte ed estratte ancora vive.

 

La neve assestata mi permette di proseguire senza problemi. Evito molti tornanti scendendo sul ripido lato destro degli stessi; le racchette tengono bene, inutile calzare i ramponi.

Raggiunto il “ponte di mezzo” entro nell’imbuto finale, completamente all’ombra. Da qui si scorge già un manufatto in cemento armato legato alla galleria stradale del San Gottardo: è il pozzo di ventilazione di Motto di Dentro, opera dell’architetto Rino Tami, terminato il 4 settembre 1975.

All’uscita dalla Val Tremola abbandono la strada e mi porto sul lato sinistro del torrente Foss, seguendo un sentiero leggermente innevato. Ancora 350 m, poi sono costretto a togliere definitivamente le ciaspole a Motto di Dentro (1660 m).

Subito dopo la caserma di Motto Bartola (1532 m), un sentiero che inizia alla sinistra del curvone permetterebbe di raggiungere in poco tempo Airolo. La presenza di uno spesso strato di ghiaccio vivo mi suggerisce di scendere lungo il “Sentiero Gottardo”, che a tratti corrisponde alla strada. Qui è primavera: si sente il cinguettio delle cince e il polline di nocciolo mi provoca i primi starnuti.

 

Oggi Airolo ha una luce particolarmente bella; nel villaggio la neve è praticamente assente. La situazione è decisamente diversa rispetto a 60 anni fa, quando la morte bianca scese dalla Vallascia. Il 12 febbraio 1951, alle ore 0:50, sul paese piombò una valanga larga circa 250 m, con lo spessore di 10 m. Sotto la neve restarono sepolti 10 persone: sette adulti e tre bambini. Ingenti anche i danni materiali: furono distrutte 18 case, l’asilo e 12 stalle.
 

La traversata invernale in solitaria del Passo del San Gottardo si conclude ad Airolo dopo 6 h dalla partenza: grande la soddisfazione di siso!

 

Tempo di salita: 2:55 h

Tempo totale: 6 h

Tempi parziali

Hospental  – Mätteli: 1 h 20 min

Mätteli – Ospizio San Gottardo: 1 h 35 min

Ospizio San Gottardo – Motto Bartola: 2 h 10 min

Motto Bartola – Airolo: 55 min

Dislivello in salita: 659 m

Dislivello in discesa: 970 m

Sviluppo complessivo: 17,7 km

Difficoltà: WT2

SLF: 1 (debole)

Copertura della rete cellulare: buona

Tourengänger: siso


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentare (2)


Kommentar hinzufügen

gbal hat gesagt: Godevole....
Gesendet am 15. Februar 2011 um 12:57
...il racconto della tua gita ricco di informazioni interessanti sia storiche che curiose. Immagino la tua soddisfazione! Certamente tanti pellegrini, con ben altri mezzi e forse più costretti a farlo che per il piacere di farlo hanno attraversato il Passo in condizioni che ci scoraggerebbero.
Bravo
Giulio

siso hat gesagt: RE:Godevole....
Gesendet am 15. Februar 2011 um 19:37
Grazie Giulio.
Ho colto al volo l'occasione favorevole: neve assestata, basso pericolo di slavine e meteo molto gradevole. Normalmente, in estate al San Gottardo si sente maggiormente il freddo.
A presto,
siso


Kommentar hinzufügen»