Cima d'Azoglio 2610 m - cresta Est da Pizzanco - Val Bognanco


Publiziert von atal , 29. Dezember 2015 um 18:39.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:27 Dezember 2015
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: L
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-VS   I 
Zeitbedarf: 8:00
Aufstieg: 1500 m
Abstieg: 1500 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Domodossola si entra in Val Bognanco. Dopo i primi tornanti della strada che sale verso San Lorenzo, si stacca sulla sinistra una stradina che in breve giunge a Pizzanco. Piccolo parcheggio al termine della strada.

Con Ferruccio decido di approfittare di questo finale di 2015 soleggiato e asciutto per salire la panoramica Cima d'Azoglio (nulla a che vedere con il quasi omonimo patriota...) dalla Val Bognanco. Per la scelta dell'itinerario ci siamo liberamente ispirati a quanto riportato sulla Guida dei Monti d'Italia (vol. Andolla - Sempione) alla voce 105 c. La Guida propone la salita della cresta a partire dal valico a 2363 m (quotato ma senza nome sulla CNS 1:25.000; non quotato sulla CNS 1:50.000), posto tra il vallone di Oriaccia e la conca di Tschawiner. Noi invece abbiamo raggiunto lo spartiacque dal colletto a Ovest di quello che, dal vallone dell'Alpe Laghetto, appare come il torrione più a destra.
Questa parziale aderenza all'itinerario citato nasce dal fatto che, non conoscendo la zona, immaginavo che si potesse risalire il vallone di Oriaccia seguendo il sentiero riportato sulla CNS e che collega direttamente Oriaccia (m 1651) al Lago di Oriaccia.
Ora questo sentiero pare che non esista più o sia ridotto ad una labile traccia. Quindi per raggiungere la parte alta del vallone di Oriaccia ci sono due opzioni (sempre che non si voglia dedicare del tempo alla ricerca del vecchio sentiero ma non è questo l'obiettivo di oggi): o si volge a Sud e si raggiunge la Croce del Vallaro, come abbiamo fatto noi, e quindi l'Alpe Il Laghetto per poi traversare a Est verso il Lago di Oriaccia, oppure si punta in direzione di Gomba (Est) e si passa dall'Alpe del Dente.
Con il senno di poi, per chi volesse tentare la cresta "integrale", secondo me è più logico partire da Gomba anziché da Pizzanco...

Su comodi sentieri
Dal piccolo parcheggio di Pizzanco 1142 m, attraversiamo il paesino e prendiamo il comodo sentiero per il Vallaro (cartelli indicatori). Il sentiero risale la parte bassa del vallone di Oriaccia sulla sinistra idrografica e incrocia il sentiero, anch'esso molto comodo, della Via Alpina intorno ai 1580 m di quota. Al bivio andiamo a sinistra seguendo le indicazioni per il Vallaro e in breve arriviamo alle baite di Oriaccia (1651 m). Il sentiero, sempre molto agevole, supera un torrente gelato e traversa in salita fino alla grande croce del Vallaro (1843 m IGM; meno di 1:30 da Pizzanco), in posizione panoramica sulla dorsale che separa il Vallone di Oriaccia dalla conca dell'Alpe Vallaro. Proseguiamo su sentiero verso l'Alpe Laghetto. Poco prima di raggiungere il rifugio, cambiamo nuovamente direzione seguendo le indicazioni per il Lago di Oriaccia (meno di 2 ore da Pizzanco al bivio).

Il sentiero traversa in leggera salita in direzione Ovest fino ad arrivare sul colmo di una larghissima dorsale in una zona con delle giavine quasi in piano nei pressi della quota 2090 m.

Verso la cresta
Abbandoniamo il sentiero e con percorso libero tra giavine e prati saliamo sull'elevazione quotata 2321 m, bel punto panoramico, spostato a Sud rispetto alla cresta di confine (fino qui poco più di 2:30).

Finalmente appare la nostra meta e il versante di salita. Scendiamo alla massima depressione della cresta tra le quote 2321 m e 2404 m. Dopo un breve consulto, decidiamo di puntare alla sinistra del primo torrione (quello più a Est), per evitare spiacevoli sorprese che potrebbero presentarsi qualora, nel discendere dal torrione stesso in direzione Ovest, ci fosse un salto (non visibile dalla nostra posizione). Con un traverso in discesa verso destra (Ovest), ci portiamo sul fondo del vallone alla base delle giavine (qui si può arrivare - con percorso meno dispersivo - anche risalendo direttamente il vallone a monte dell'Alpe Laghetto, cioè senza scavalcare la quota 2321 m). Risaliamo il pendio opposto su una sorta di ripida rampa erbosa chiazzata di neve gelata, fino al suo termine, affacciato su un canale ingombro di massi franati dal torrione sovrastante. Risaliamo una dorsale erbosa e attraversiamo il canale sulla sinistra (Ovest), passando alla base della parete da cui si è staccata la frana. Guadagnata la spalla successiva, la aggiriamo e ci immettiamo nella parte terminale di un ripido canale erboso, molto scivoloso per il fondo di terra gelata sotto l'erba secca, che risaliamo fino al colletto dove questo termina, posto a circa 2450 m, da dove il panorama si apre verso la conca dei Laghi di Tschawiner. Il colletto è raccordato da un prato pianeggiante alla sommità del torrione da cui si è originata la frana, quindi la discesa dal torrione verso Ovest è a dir poco banale.

Sulla cresta Est
Calziamo i ramponi, più per il terreno gelato che per il ghiaccio, e iniziamo ad affrontare la cresta. Questa presenta un primo modesto risalto roccioso facilmente superabile e quindi un successivo salto, insidioso perché costringe ad un passaggio non difficile (I o forse II grado) ma esposto e su rocce instabili. Superato questo punto critico, la cresta diventa più agevole, con solo un passaggio di II grado, ma questa volta su blocchi ben assestati e con minore esposizione. 

Nonostante la poca neve, il panorama dalla cima è più spiccatamente "alpino" di quelli per me consueti, almeno da qualche tempo a questa parte...

Tempo totale da Pizzanco: 4:45 tutto compreso; riducibili sicuramente se, anziché scavalcare la sommità quotata 2321 m, si risale direttamente il vallone alle spalle dell'Alpe Laghetto.

Ritorno
Per la discesa decidiamo di visitare il Lago Grande di Campo. Scendiamo quindi su prati verso Sud fino al primo colletto (tra la cima principale e la quota 2567 m) e ci caliamo su terreno gelato nel ripido canale che scende verso Ovest seguendo inizialmente una traccia di animali. Giunti su terreno meno ripido, togliamo i ramponi e raggiungiamo il Lago Grande di Campo (2279 m; circa 40' dalla cima) seguendo in parte quello che resta di una vecchia mulattiera.
Veramente splendido ed inconsueto lo spettacolo offerto da questa lente di ghiaccio circondata da prati d'erba secca.

Da qui, seguendo il sentiero segnalato, facciamo ritorno all'Alpe Laghetto (circa 30' dal Lago Grande di Campo), passando nei pressi degli altri, più piccoli, laghi di Campo e dei ruderi dell'Alpe Campo (2220 m).  Prima di rientrare a Pizzanco, facciamo una breve visita ai ruderi inferiori dell'Alpe Vallaro, un agglomerato di grandi edifici (ora azzerati) costruiti con blocchi di roccia squadrati.


Tourengänger: atal


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