Non pensavo salirci...ma Madone fu (2018 m, dalla valle Onsernone).
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Non doveva andare così, questa giornata.
Non doveva esserci una lunga scarpinata, ne dislivello, ne cima.
Bè, magari solo un piccolo Passo della Garina, a fine pomeriggio, dopo il bagno nell' Isorno, sotto Loco...
Ma, mai fidarsi delle "ultime parole famose" della mia amica Cri: "Domani, andiamo probabilmente al fiume a fare il bagno! Ti mando un messaggino quando partiamo! Ci vediamo là!"
Sono in piedi alle sei. Colazione e preparazione zaino, panino al salame e termos di tè, casomai ci scappasse un piccolo Passo della Garina...
Innaffio fiori e orto.
Chi vuole le mie belle zucchine? Insalate? Cetrioli? Raccolgo ogni giorno tanto ben di Dio da poter sfamare una famiglia, non una cinciallegra!
Allora, appunto, colgo zucchine per Cri, Stef e il loro cucciolo, Felix detto Felicino.
...Ma il messaggino non arriva. Allora, dai, suoniamo un Notturno di Chopin!
Mando io un messaggino. Continuo a suonare. Un pezzo. Due (Bach, Bach, Bach!). Tre.
Nessuna risposta dal' amica Cri. Allora: Beethoven, quattro. Cinque. Dieci. Quindici. Cjaikovski.
Intanto passano le ore.
Decido di andare a Loco, vedrò poi sul posto cosa fare.
Posso sempre salire fino al Passo della Garina e fare poi un anello tranquillo per tornare a Loco.
Vado incontro al trio che torna su dal fiume. Hanno un impegno.
Passo della Garina, si!
Parte dalla chiesa la bella mulattiera tranquilla, larga, poca pendenza.
Sono le 14.30, fa caldo; cerco di udire il mormorio del torrente laggiù, per rinfrescare almeno le orecchie.
Vago fruscìo, quasi silenzio. Rotto solo dal "pim pam pum" del postale giallo, sulla strada della valle.
Confessi il ladro del mio Bastoncino Numero 2, nascosto salendo alla Zeda!!!
Ho dimenticato il paio di riserva in auto, ma presto trovo un bel ramo che fa al caso mio.
Al passo in poco più di un ora, ora dove si va, che mica mi fermo qui! Un piccolo anello lato Salmone? Madone?
Il cartello giallo decide per me: Monte Pino, sta scritto! Il nome del paesino dei nonni materni! Certo che seguo quello!
Il sentiero ora s' impenna. Peccato! è marcato coi segni bianco rossi: speravo un po' di avventura, di ravano, di perdermi...
Che caldo: sogno una pioggerella tiepida d' estate...Il temporale, no, che lo temo.
Che cima è, quel dolce panettone che s' intravede tra il fogliame? Il Monte Pino, di cui non ho mai saputo l' esistenza? Un' occhiata alla cartina mi dice che sulla destra c' è un Madone, uno di più, anche questo a me sconosciuto. Mah, vorrei fare solo un giretto ad anello, sono partita troppo tardi per il bel panettoncino...
Chissà...magari...vedrò...Però è bello, invoglia alla visita!
In un ora e mezza sono a Monte Pino e capisco l' errore: il Monte del cartello è un alpeggio!
C' è una grande cappella, con gli affreschi purtroppo sbiaditi, scrostati, che cadono a pezzi.
Il Madone invoglia alla visita, eccome! Ma c' è da salire un bel po', e intanto s' addensano nuvoloni sul Ruscada e le Centovalli, laggiù...
Arrivano, inaspettati, quattro spettri alla spicciolata. Rossi in viso, trafelati, dal sentiero che sale da Loco passando da Sella, che seguirò in discesa. Zurighesi, è il loro primo giorno di traversata sino ad Airolo, portando pesanti sacchi per il bivacco.
"Che dura , questa salita, quanto in piedi! Facciamo pausa, poi decidiamo se salire al passo e scendere in Vallemaggia. Ma ci vorranno almeno due ore per raggiungere le cascine di Confèda, il cielo minaccia gocce, e siamo stanchissimi..."
18.30: io decido di lasciare lo zaino e di far una visita al panettoncino che tanto invoglia. Mi sento come protetta dai quattro: si vede quasi tutto il sentiero di salita, è ancora giorno, e posso sempre chiamarli in aiuto.
Il temporale brontola. Ma lontano ancora. Ho fiducia nelle mie gambe veloci, e nei Santi!
Di corsa, in tenuta da mare, volo!
Bello, finalmente l' Avventura! Il sentiero è visibile, ci sono i bolli. Un po' di terriccio, di ciuffi d' erba, di roccette, un qualche masso da scalare. Me la godo un mondo.
Ravano sotto il passo, perché ho perso il sentiero: che bello, ravanare, l' Avventura! Il terreno offre appigli ai piedi, alle mani.
Raggiunto il passo vedo bene che la cima non è a due passi...
Rocce facili da scalare, bello! bello! bello! Mi sento leggera come una ballerina. Me la godo un mondo a camminare senza zaino ne bastoni. Spero non ci sia un qualche salto col vuoto, perché il vuoto lo temo. E l' ometto di cima lo voglio toccare. Su e giù, eccomi da te! Bello!
Che vista!
Non guardo troppo dalle parti del Ruscada e delle Centovalli, dove brontola il temporale. Non voglio sapere cosa succede là...
Da Monte Pino, si vedeva benissimo la perfetta dorsale salire in via diretta sulla cima: decido di scendere di li, evitando i larghi traversi che portavano al passo.
Me la godo un mondo, danzo, volo, con prudenza però, guardando gli appoggi per i piedi, gli appigli per le mani; Avventura! Per me, Avventura!
Alla selletta alla base della bella dorsale ritrovo il sentiero: giù! saltando felice, correndo giuliva! Devo arrivare a Pino prima che mi raggiungano le gocce...Non mi volto a guardare se arrivano...Che il brontolìo lo sento...
Prime gocce a duecento metri dal monte: che si voglia vendicare Zeus della temeraria che osò sfidarlo invocando la pioggia?
Volo, ballerina leggera...
19.50: al monte, hanno preparato per cena polenta con pomodori e zucchine. Accetto l' invito.
Mal riparati da un tettuccio, mangiamo.
Piove!!!
20.30: decido di scendere a Loco (posso sempre chiedere l' ospitalità a Sella, dove so ci sono cascine abitate in questo periodo), sotto le gocce, gentili gocce. Ricopro la tenuta da mare con un paio di giacche, e via! Volo, danzo, ma molto attenta a schivare sassi e radici bagnati!
Il sentiero che i quattro mi avevano descritto ripido non lo è, anzi, è molto più dolce di quello della mia salita.
Da Sella parte una larga mulattiera: ahi! speravo di no, che le multattiere, bagnate dalla pioggia, sono scivolose da matti. Perciò scendo aprendo bene gli occhi e camminando con attenzione.
Alle 21.40 sono sulla strada cantonale di Loco, in tenuta da mare. La frontale, poverina! è rimasta nell' astuccio arancione..."Che padrona che ho! Va in giro col buio - non è vero, c' era ancora luce a sufficienza per veder bene il terreno - e non mi accende! Che noia, la vita con lei!"
"Domenica," ha detto Cri: "ti mando un messaggino, magari andiamo a fare il bagno al fiume!"
Non doveva esserci una lunga scarpinata, ne dislivello, ne cima.
Bè, magari solo un piccolo Passo della Garina, a fine pomeriggio, dopo il bagno nell' Isorno, sotto Loco...
Ma, mai fidarsi delle "ultime parole famose" della mia amica Cri: "Domani, andiamo probabilmente al fiume a fare il bagno! Ti mando un messaggino quando partiamo! Ci vediamo là!"
Sono in piedi alle sei. Colazione e preparazione zaino, panino al salame e termos di tè, casomai ci scappasse un piccolo Passo della Garina...
Innaffio fiori e orto.
Chi vuole le mie belle zucchine? Insalate? Cetrioli? Raccolgo ogni giorno tanto ben di Dio da poter sfamare una famiglia, non una cinciallegra!
Allora, appunto, colgo zucchine per Cri, Stef e il loro cucciolo, Felix detto Felicino.
...Ma il messaggino non arriva. Allora, dai, suoniamo un Notturno di Chopin!
Mando io un messaggino. Continuo a suonare. Un pezzo. Due (Bach, Bach, Bach!). Tre.
Nessuna risposta dal' amica Cri. Allora: Beethoven, quattro. Cinque. Dieci. Quindici. Cjaikovski.
Intanto passano le ore.
Decido di andare a Loco, vedrò poi sul posto cosa fare.
Posso sempre salire fino al Passo della Garina e fare poi un anello tranquillo per tornare a Loco.
Vado incontro al trio che torna su dal fiume. Hanno un impegno.
Passo della Garina, si!
Parte dalla chiesa la bella mulattiera tranquilla, larga, poca pendenza.
Sono le 14.30, fa caldo; cerco di udire il mormorio del torrente laggiù, per rinfrescare almeno le orecchie.
Vago fruscìo, quasi silenzio. Rotto solo dal "pim pam pum" del postale giallo, sulla strada della valle.
Confessi il ladro del mio Bastoncino Numero 2, nascosto salendo alla Zeda!!!
Ho dimenticato il paio di riserva in auto, ma presto trovo un bel ramo che fa al caso mio.
Al passo in poco più di un ora, ora dove si va, che mica mi fermo qui! Un piccolo anello lato Salmone? Madone?
Il cartello giallo decide per me: Monte Pino, sta scritto! Il nome del paesino dei nonni materni! Certo che seguo quello!
Il sentiero ora s' impenna. Peccato! è marcato coi segni bianco rossi: speravo un po' di avventura, di ravano, di perdermi...
Che caldo: sogno una pioggerella tiepida d' estate...Il temporale, no, che lo temo.
Che cima è, quel dolce panettone che s' intravede tra il fogliame? Il Monte Pino, di cui non ho mai saputo l' esistenza? Un' occhiata alla cartina mi dice che sulla destra c' è un Madone, uno di più, anche questo a me sconosciuto. Mah, vorrei fare solo un giretto ad anello, sono partita troppo tardi per il bel panettoncino...
Chissà...magari...vedrò...Però è bello, invoglia alla visita!
In un ora e mezza sono a Monte Pino e capisco l' errore: il Monte del cartello è un alpeggio!
C' è una grande cappella, con gli affreschi purtroppo sbiaditi, scrostati, che cadono a pezzi.
Il Madone invoglia alla visita, eccome! Ma c' è da salire un bel po', e intanto s' addensano nuvoloni sul Ruscada e le Centovalli, laggiù...
Arrivano, inaspettati, quattro spettri alla spicciolata. Rossi in viso, trafelati, dal sentiero che sale da Loco passando da Sella, che seguirò in discesa. Zurighesi, è il loro primo giorno di traversata sino ad Airolo, portando pesanti sacchi per il bivacco.
"Che dura , questa salita, quanto in piedi! Facciamo pausa, poi decidiamo se salire al passo e scendere in Vallemaggia. Ma ci vorranno almeno due ore per raggiungere le cascine di Confèda, il cielo minaccia gocce, e siamo stanchissimi..."
18.30: io decido di lasciare lo zaino e di far una visita al panettoncino che tanto invoglia. Mi sento come protetta dai quattro: si vede quasi tutto il sentiero di salita, è ancora giorno, e posso sempre chiamarli in aiuto.
Il temporale brontola. Ma lontano ancora. Ho fiducia nelle mie gambe veloci, e nei Santi!
Di corsa, in tenuta da mare, volo!
Bello, finalmente l' Avventura! Il sentiero è visibile, ci sono i bolli. Un po' di terriccio, di ciuffi d' erba, di roccette, un qualche masso da scalare. Me la godo un mondo.
Ravano sotto il passo, perché ho perso il sentiero: che bello, ravanare, l' Avventura! Il terreno offre appigli ai piedi, alle mani.
Raggiunto il passo vedo bene che la cima non è a due passi...
Rocce facili da scalare, bello! bello! bello! Mi sento leggera come una ballerina. Me la godo un mondo a camminare senza zaino ne bastoni. Spero non ci sia un qualche salto col vuoto, perché il vuoto lo temo. E l' ometto di cima lo voglio toccare. Su e giù, eccomi da te! Bello!
Che vista!
Non guardo troppo dalle parti del Ruscada e delle Centovalli, dove brontola il temporale. Non voglio sapere cosa succede là...
Da Monte Pino, si vedeva benissimo la perfetta dorsale salire in via diretta sulla cima: decido di scendere di li, evitando i larghi traversi che portavano al passo.
Me la godo un mondo, danzo, volo, con prudenza però, guardando gli appoggi per i piedi, gli appigli per le mani; Avventura! Per me, Avventura!
Alla selletta alla base della bella dorsale ritrovo il sentiero: giù! saltando felice, correndo giuliva! Devo arrivare a Pino prima che mi raggiungano le gocce...Non mi volto a guardare se arrivano...Che il brontolìo lo sento...
Prime gocce a duecento metri dal monte: che si voglia vendicare Zeus della temeraria che osò sfidarlo invocando la pioggia?
Volo, ballerina leggera...
19.50: al monte, hanno preparato per cena polenta con pomodori e zucchine. Accetto l' invito.
Mal riparati da un tettuccio, mangiamo.
Piove!!!
20.30: decido di scendere a Loco (posso sempre chiedere l' ospitalità a Sella, dove so ci sono cascine abitate in questo periodo), sotto le gocce, gentili gocce. Ricopro la tenuta da mare con un paio di giacche, e via! Volo, danzo, ma molto attenta a schivare sassi e radici bagnati!
Il sentiero che i quattro mi avevano descritto ripido non lo è, anzi, è molto più dolce di quello della mia salita.
Da Sella parte una larga mulattiera: ahi! speravo di no, che le multattiere, bagnate dalla pioggia, sono scivolose da matti. Perciò scendo aprendo bene gli occhi e camminando con attenzione.
Alle 21.40 sono sulla strada cantonale di Loco, in tenuta da mare. La frontale, poverina! è rimasta nell' astuccio arancione..."Che padrona che ho! Va in giro col buio - non è vero, c' era ancora luce a sufficienza per veder bene il terreno - e non mi accende! Che noia, la vita con lei!"
"Domenica," ha detto Cri: "ti mando un messaggino, magari andiamo a fare il bagno al fiume!"
Tourengänger:
micaela

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