Monte Orsa, Monte Pravello, Poncione d'Arzo
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Sabato sera siamo a Milano a teatro per cui faremo tardi, per andare a fare scialpinismo il ritrovo è alle 6,30...un po' troppo presto, poi con questo vento...no, meglio ripiegare su qualcosa di più tranquillo.
Decido di andare con Anna a "completare" l'esplorazione del Monte Orsa iniziata tre settimane fa con la salita al Sant'Elia.
Partiamo con tutta calma, arriviamo a Viggiù e saliamo fino al bivio fra la strada che sale alla cappella del Sant'Elia e quella che sale al Monte Orsa.
Parcheggio l'auto e ci sentiamo chiamare: è
fabiano in giro da solo con la sua MTB, parliamo per un po' poi ci separiamo ed alle 10,30 iniziamo a camminare.
Il vento è veramente forte, si sente quasi una sorta di muggito sopra di noi, decidiamo di seguire la strada così da rimanere al riparo dalle raffiche. Poco dopo sull'asfalto iniziano ad apparire delle chiazze di neve, ben presto la copertura diviene continua, saliamo con tutta calma e finalmente arriviamo in vista delle antenne del Monte Orsa, sono veramente brutte, la prima specialmente: un traliccio ricoperto da radomi che assomigliano a dei bubboni. Oltretutto anche poco efficienti: noi abitiamo a 3 Km in linea d'aria e gli unici canali RAI che riusciamo a vedere (male) sono Rai 5 e Rai Storia! Per fortuna che vediamo bene i canali svizzeri. Il vento fa ondeggiare le antenne e le fa risuonare con un rumore fortissimo.
Arriviamo sulla cima e la vista sul lago sottostante e sui 4000 vallesani ci fa dimenticare queste brutture.
Ridiscendiamo e raggiungiamo il bivio da cui si diparte la strada che sale al Monte Pravello, l'asfalto è ricoperto completamente dalla neve e percorre un bel bosco.
Il percorso sale a tornanti, raggiungiamo il sentiero che collega le postazioni della Linea Cadorna per vedere di tagliarli ma il vento micidiale mi fa desistere, raggiungiamo il rifugio ed incontriamo i due volontari, che hanno garantito la consueta apertura della domenica mattina, mentre stanno scendendo.
Poco male: abbiamo i nostri panini ed un thermos di the caldo.
In breve eccoci in vetta al Pravello, la garitta sulla cima offre un ben scarso riparo dal Foehn per cui, scattate due foto ridiscendiamo sulla strada, Anna decide di tornare verso il rifugio dove, forse, potremo mangiare al riparo dal vento. Io faccio una rapida puntata al Poncione d'Arzo che dista pochi minuti, seguo il sentiero di cresta dove le tracce nella neve sono state coperte dal vento, raggiungo la garitta con vista sul Monte Generoso e poi torno sui miei passi velocemente, vento o non vento decido di scendere seguendo il sentiero che collega le postazioni. In pochi minuti sono al rifugio, Anna sconsolata mi dice che tira aria dappertutto, a questo punto meglio scendere all'auto così da mangiare al caldo. Ripercorriamo la strada fatta in salita, il sole ha sciolto un po' di neve ma il vento freddo ha gelato l'acqua per cui vi sono numerosi tratti ghiacciati, comunque dopo tre ore esatte possiamo gustarci il nostro pranzo al riparo dalle folate.
Gita tranquilla e senza alcuna difficoltà ma in grado di offrire dei magnifici scorci panoramici.
Decido di andare con Anna a "completare" l'esplorazione del Monte Orsa iniziata tre settimane fa con la salita al Sant'Elia.
Partiamo con tutta calma, arriviamo a Viggiù e saliamo fino al bivio fra la strada che sale alla cappella del Sant'Elia e quella che sale al Monte Orsa.
Parcheggio l'auto e ci sentiamo chiamare: è

Il vento è veramente forte, si sente quasi una sorta di muggito sopra di noi, decidiamo di seguire la strada così da rimanere al riparo dalle raffiche. Poco dopo sull'asfalto iniziano ad apparire delle chiazze di neve, ben presto la copertura diviene continua, saliamo con tutta calma e finalmente arriviamo in vista delle antenne del Monte Orsa, sono veramente brutte, la prima specialmente: un traliccio ricoperto da radomi che assomigliano a dei bubboni. Oltretutto anche poco efficienti: noi abitiamo a 3 Km in linea d'aria e gli unici canali RAI che riusciamo a vedere (male) sono Rai 5 e Rai Storia! Per fortuna che vediamo bene i canali svizzeri. Il vento fa ondeggiare le antenne e le fa risuonare con un rumore fortissimo.
Arriviamo sulla cima e la vista sul lago sottostante e sui 4000 vallesani ci fa dimenticare queste brutture.
Ridiscendiamo e raggiungiamo il bivio da cui si diparte la strada che sale al Monte Pravello, l'asfalto è ricoperto completamente dalla neve e percorre un bel bosco.
Il percorso sale a tornanti, raggiungiamo il sentiero che collega le postazioni della Linea Cadorna per vedere di tagliarli ma il vento micidiale mi fa desistere, raggiungiamo il rifugio ed incontriamo i due volontari, che hanno garantito la consueta apertura della domenica mattina, mentre stanno scendendo.
Poco male: abbiamo i nostri panini ed un thermos di the caldo.
In breve eccoci in vetta al Pravello, la garitta sulla cima offre un ben scarso riparo dal Foehn per cui, scattate due foto ridiscendiamo sulla strada, Anna decide di tornare verso il rifugio dove, forse, potremo mangiare al riparo dal vento. Io faccio una rapida puntata al Poncione d'Arzo che dista pochi minuti, seguo il sentiero di cresta dove le tracce nella neve sono state coperte dal vento, raggiungo la garitta con vista sul Monte Generoso e poi torno sui miei passi velocemente, vento o non vento decido di scendere seguendo il sentiero che collega le postazioni. In pochi minuti sono al rifugio, Anna sconsolata mi dice che tira aria dappertutto, a questo punto meglio scendere all'auto così da mangiare al caldo. Ripercorriamo la strada fatta in salita, il sole ha sciolto un po' di neve ma il vento freddo ha gelato l'acqua per cui vi sono numerosi tratti ghiacciati, comunque dopo tre ore esatte possiamo gustarci il nostro pranzo al riparo dalle folate.
Gita tranquilla e senza alcuna difficoltà ma in grado di offrire dei magnifici scorci panoramici.
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