Velina - percorso ad anello nella bassa Valgrande


Publiziert von atal , 19. Januar 2015 um 00:11.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:18 Januar 2015
Wandern Schwierigkeit: T4+ - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:30
Aufstieg: 600 m
Abstieg: 600 m
Kartennummer:CNS 285 Domodossola Ed. 2000; Carta Zanetti Parco Valgrande

Il grande maggengo di Velina, con i suoi quattro nuclei (Velina di Sopra, di Mezzo, di Sotto e Baserga) rappresenta per la bassa valle quello che l'Alpe Serena è stato per l'alta Valgrande: quando nel 1977 i coniugi Rigoli di Rovegro hanno scaricato per l'ultima volta Velina di Sopra (Curt Dzura nel dialetto locale) è finita un'epoca. Pur trovandosi nel territorio di Cossogno e Ungiasca, di cui rappresentava l'ultimo baluardo verso ovest, Velina è stata utilizzata da tempi immemorabili dagli alpigiani di Rovegro, che vi arrivano attraversando il Rio Valgrande sul Ponte di Velina, distrutto dai partigiani durante il rastrellamento del 1944 per fermare l'avanzata nemica e poi ricostruito già nell'anno successivo.

Per raggiungere Velina, all'andata ho seguito la vecchia mulattiera per Montuzzo: la stra di vacch, ormai in abbandono, che costituiva il percorso più logico per portare le mucche da Cossogno verso Montuzzo, senza passare da Cicogna.

Nel novembre 2013 mi trovavo nei pressi dell'Alpe Scellina, sul lato opposto della valle, da dove ho visto la mulattiera come un filo bianco disegnato dalla neve su ripidi versanti disseminati di terrazzamenti, a testimonianza dell'intenso sfruttamento della zona nei secoli passati.

Arrivato a Montuzzo, ho raggiunto Velina seguendo il sentiero segnalato Cicogna-Velina, anch'esso sul tracciato di una vecchia mulattiera. Per il ritorno ho utilizzato il sentiero del torrente dal Ponte di Velina a Ponte Casletto, percorso non adatto al transito delle mucche, ma utilizzato dagli alpigiani di un tempo come scorciatoia. 

La mulattiera per Montuzzo
Lasciata la macchina nel piccolo parcheggio di Bignugno, mi dirigo verso Ponte Casletto. La mulattiera per Montuzzo inizia tra il secondo ed il terzo tornante della strada per Cicogna, di fronte al punto di uscita della scorciatoia che taglia il primo tornante, dove si trova anche un cartello che indica la mulattiera per Cicogna. Quest'ultima sale sulla destra, mentre la mulattiera per Montuzzo prosegue in piano a sinistra (bivio non segnalato), tra piante cadute e rovi. Dopo pochi minuti incontro un tratto franato che supero traversando a dx su una specie di cengia (I). Dopo circa 45' dall'inizio della mulattiera arrivo alla cappella della Riscia Granda (572 m; circa 1:10 da Bignugno), nei pressi della confluenza di due torrenti: il primo si guada senza problemi, il secondo è in corrispondenza ad un tratto franato, dove si trovano anche piante cadute (passando in alto) e rovi (se si passa più in basso). Considerando che le rocce sono scivolose per le piogge dei giorni passati e poco solide, non mi ostino a superare questa concentrazione di ostacoli e risalgo direttamente la ripida dorsale tra i due riali fino ad arrivare in vista di alcuni terrazzamenti sulla sinistra. Attraverso quindi il canale e salgo tra i terrazzamenti fino ad incrociare il sentiero segnalato (vernice bianca e rossa) che, verso sx, porta in breve al grande corte di Montuzzo (663 m; 1:42 nette da Bignugno, comprese alcune indecisioni su come affrontare il tratto franato), "famoso" per un caratteristico gabinetto a pianta circolare.

Da Montuzzo a Velina
Lasciato Montuzzo, mi fermo a visitare l'interessante Alpe Crosone, dove si trova una cantina sormontata da un masso aggettante. Arrivato a Uccigiola, faccio la conoscenza di due runners che sono arrivati qui da Bignugno passando per Corte Buè in sole 2:30. Ripreso il cammino, giungo su un ruscellamento segnalato come pericoloso, il cui attraversamento è agevolato da catene e tacche nella roccia. Subito dopo il sentiero si cala ripido fino ad una sorta di camino appoggiato, scivoloso per le piogge del giorno prima, sempre attrezzato con catene. Le sorprese non sono finite: il guado sul Rio Velina costringe ad un salto, con l'aiuto - più psicologico che reale - di una corda (poco) tesa tra le due sponde.

Arrivo così a Velina Baserga (690 m; 2:35 nette da Bignugno), che oggi ha tutta l'aria di un posto vissuto: qualcuno ha acceso il fuoco in una baita, molti alberi sono stati tagliati e c'è anche una carriola in mezzo al sentiero. Risalgo il pendio sulla dx - c'è un sentiero che parte davanti al pannello del Sentiero Chiovini, ovvero alle spalle del Cristo di legno - e arrivo in pochi minuti ai ruderi di Velina di Mezzo (791 m) e Velina di Sopra (841 m), quest'ultimo un vero e proprio paese fantasma. Sulla dorsale alle spalle del corte incontro una capra solitaria che si aggira scampanellando nel bosco chiazzato di neve.
Mi siedo per mangiare un boccone e, finito il panino, inizia a nevischiare.

Ritorno a Baserga, dove mi fermo ad ammirare lo straordinario Cristo di legno appeso ad un albero, opera - almeno per me, che ne ignoro l'autore - anonima e del tutto inaspettata, quasi fosse anch'essa una creatura del bosco, come certi tronchi rimodellati dal tempo e dalle intemperie. In questo caso però siamo di fronte ad un vero uomo di legno, o uomo albero, lontanissimo dalla iconografia tradizionale, che pare come allungato dal suo stesso peso.

Da Velina a Ponte Casletto lungo l'itinerario del torrente
Mi dirigo verso il Ponte di Velina seguendo la mulattiera che in breve arriva a Velina di Sotto, nucleo di rustici più consistente di Velina Baserga. Passato il Ponte di Velina (469 m; 15' da Baserga)  seguo il sentiero verso sinistra, imboccando così il sentiero del torrente, che avevo già percorso qualche mese fa e documentato sempre su questo sito (http://www.hikr.org/tour/post87456.html). E' il modo più rapido per ritornare a Ponte Casletto anche se, dopo un periodo di piogge, bisogna mettere in conto diverse docce mentre si transita alla base delle pareti. E' consigliabile in condizioni come queste disporre di un cambio di indumenti da lasciare in auto.

Segnalo che, dopo la diga, al termine di un tratto cementato, si guada un torrente, oltre il quale si presentano due possibilità: proseguendo diritti si arriva all'ingresso di una galleria (segni di vernice rossa) mentre salendo sulla destra si evita la galleria che, stando a quanto si legge in rete, deve essere piuttosto umida. 

Tempo totale impiegato per il ritorno (da Baserga a Bignugno): 1:25.

Tourengänger: atal


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