Madone m.2051
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Altro turno, altro giro.
Oggi io e Ale (
froloccone) ritroviamo Cristian (
ramingo) dopo qualche tempo e vogliamo dargli il bentornato con qualcosa che possa soddisfarlo senza affaticarlo troppo, visto che ultimamente è un po' fuori allenamento. Tuttavia c'è anche voglia, visto che la neve è ancora poca, di rialzare un po' la quota dopo le ultime uscite "rinunciatarie" ma comunque splendide in Val Veddasca.
Il Madone "di Mergoscia" sembra la scelta adatta, un bel duemila senza faticare troppo e con un panorama di prim'ordine sia sul Verbano che sulle valli alpine: raggiungiamo così la graziosa Mergoscia e da lì ha inizio una bella e assai graduale ascesa che ci fa toccare molti alpeggi ancora parzialmente intatti e frequentati. Non è un caso se i nostri unici incontri della giornata (a parte quattro camosci) siano con alcuni abitanti di questi Monti (Bresciadiga e Faedo)... abitanti che sanno darci pure soddisfazione definendosi "fieri" del fatto che negli ultimi anni queste zone vengano frequentati anche da molti italiani, specie di Como e Varese.
La salita non presenta difficoltà ed è assai piacevole, con un sentiero splendido che invita un andamento tranquillo: giunti alla sella tra Trosa e Madone puntiamo ovviamente a quest'ultima seguendo un bel pendio, ora tagliato di traverso ora affrontato diretto. Si perviene a un'ampia spalla nevosa e con un ultimo piccolo sforzo si risale su neve dura la cima sud del Madone, da cui il panorama è davvero splendido: Pochi minuti di cresta, affrontati con qualche cautela sul filo, e siamo anche sulla cima nord. Tornati alla cima sud ci concediamo il nostro pranzo, mentre la temperatura scende impietosamente una volta coperto il sole... infreddoliti scendiamo alla sella, dove decidiamo di tornare sui nostri passi senza salire sulla Cima della Trosa, oggi curiosamente disertata nonostante la festività (notate non più di una o due persone in vetta). Ai Monti di Faedo un gruppetto di simpatiche, affettuose ed esuberanti capre decide di unirsi a noi, scortandoci tra mille risate fino a Bresciadiga, ove decidono di fermarsi. Per evitare di ripercorrere lo stesso itinerario dell'andata decidiamo infine una deviazione per i monti sopra Mergoscia, dove in breve facciamo ritorno.
Davvero bella la doppia cima del Madone, che ci ha permesso di godere lo spettacolo del sud - col Verbano e la Piana di Magadino in veste autunnale - e del nord, con le vette alpine belle innevate, a partire dalla cresta della VAVM dominata in primo piano dal Pizzo d'Orgnana.
Grazie ad Ale e Cristian per la bella giornata assieme.
NB. L'indicazione T2 va riferita all'intera salita sino alla Cima sud del Madone. Il solo tratto tra le due cime su neve dura e rocce (passaggi di I°), a tratti sul filo, può valutarsi T3+.
froloccone
Scelta azzeccatissima(di Emiliano) quella del Madone di Mergoscia,cima MOLTO panoramica,con poca fatica e nessuna difficoltà!!!!Grazie ai soci per la stupenda giornata insieme.
Oggi io e Ale (


Il Madone "di Mergoscia" sembra la scelta adatta, un bel duemila senza faticare troppo e con un panorama di prim'ordine sia sul Verbano che sulle valli alpine: raggiungiamo così la graziosa Mergoscia e da lì ha inizio una bella e assai graduale ascesa che ci fa toccare molti alpeggi ancora parzialmente intatti e frequentati. Non è un caso se i nostri unici incontri della giornata (a parte quattro camosci) siano con alcuni abitanti di questi Monti (Bresciadiga e Faedo)... abitanti che sanno darci pure soddisfazione definendosi "fieri" del fatto che negli ultimi anni queste zone vengano frequentati anche da molti italiani, specie di Como e Varese.
La salita non presenta difficoltà ed è assai piacevole, con un sentiero splendido che invita un andamento tranquillo: giunti alla sella tra Trosa e Madone puntiamo ovviamente a quest'ultima seguendo un bel pendio, ora tagliato di traverso ora affrontato diretto. Si perviene a un'ampia spalla nevosa e con un ultimo piccolo sforzo si risale su neve dura la cima sud del Madone, da cui il panorama è davvero splendido: Pochi minuti di cresta, affrontati con qualche cautela sul filo, e siamo anche sulla cima nord. Tornati alla cima sud ci concediamo il nostro pranzo, mentre la temperatura scende impietosamente una volta coperto il sole... infreddoliti scendiamo alla sella, dove decidiamo di tornare sui nostri passi senza salire sulla Cima della Trosa, oggi curiosamente disertata nonostante la festività (notate non più di una o due persone in vetta). Ai Monti di Faedo un gruppetto di simpatiche, affettuose ed esuberanti capre decide di unirsi a noi, scortandoci tra mille risate fino a Bresciadiga, ove decidono di fermarsi. Per evitare di ripercorrere lo stesso itinerario dell'andata decidiamo infine una deviazione per i monti sopra Mergoscia, dove in breve facciamo ritorno.
Davvero bella la doppia cima del Madone, che ci ha permesso di godere lo spettacolo del sud - col Verbano e la Piana di Magadino in veste autunnale - e del nord, con le vette alpine belle innevate, a partire dalla cresta della VAVM dominata in primo piano dal Pizzo d'Orgnana.
Grazie ad Ale e Cristian per la bella giornata assieme.
NB. L'indicazione T2 va riferita all'intera salita sino alla Cima sud del Madone. Il solo tratto tra le due cime su neve dura e rocce (passaggi di I°), a tratti sul filo, può valutarsi T3+.

Scelta azzeccatissima(di Emiliano) quella del Madone di Mergoscia,cima MOLTO panoramica,con poca fatica e nessuna difficoltà!!!!Grazie ai soci per la stupenda giornata insieme.
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