Cresta di Piancaformia quasi integrale
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Verso le 8 di sabato 29/11/2014 ci incamminiamo dal Cainallo, ma ahimè incomincia a piovere... Raggiunto il bivacco della brigata Garibalci ci ripariamo, la nube sembra solo sopra di noi, attorno è abbastanza limpido. Come termine di orario fissiamo le 9, se non smettesse di piovere si fa dietrofront. Magicamente alle 9 smette e possiamo cosi iniziare la cresta.
In breve raggiungiamo la bocchetta di Piancaformia m.1.626 e saliamo sulla cresta quasi estiva, la neve è poca e presente solo a tratti.
La neve man mano aumenta e sembra anche abbastanza portante, fino alla bocchetta Guzzi m.2.100 circa procediamo senza problemi, abbiamo solo usato la picca in un paio di passaggi e la cresta mi pare molto semplice, c'è solo una breve disarrampicata prima della bocchetta Guzzi, ma nulla di difficile.
Nel frattempo il meteo è migliorato e pian piano si sta alzando il sole e la temperatura, la neve diventa un po' molle, però è parecchia e ci tiene su abbastanza bene.
Dopo la bocchetta Guzzi la salita diviene più impegnativa, iniziano i tratti di misto più pepati e ci ramponiamo, la roccia umida non fa molto grip sullo scarpone.
Arrivati con qualche difficoltà al punto in cui d'estate si scende sulla normale da Cainallo per il Brioschi, proseguiamo dritti, qua ha inizio la vera cresta integrale che con 3 torrioni ci porterà al Brioschi.
Le difficoltà aumentano notevolmente e capisco cosa sia un itinerario alpinistico!
Il mio socio sale senza troppi problemi, io dietro fatico un po' e l'esposizione aumenta. Sento la necessita di legarmi per un traverso esposto sulla Ganda con una seguente arrampicata quasi verticale su neve (da qua purtroppo non scatterò altre foto in cresta, la sicurezza viene prima di tutto); il mio socio mi cala la corda e mi fa sicura dall'alto, poi si prosegue sull'aerea cresta.
In seguito disarrampichiamo qualche metro, con un aerea lama nevosa da attraversare esposta da ambo le parti, la quale ci conduce al passaggio chiave, un arrampicata su misto da affrontare con ramponi un "poco" esposta su Mandello (sotto c'è un canale ripido e l'abisso).
L'arrampicata è classificata di 3 grado, a mio avviso (sarà anche la tensione) è ben più difficile, appigli sulla roccia ce ne sono ben pochi e con i ramponi è difficile usarli, per le mani non c'è granché e i guanti da sci non agevolano. Qua diviene fondamentale la corda, poiché scivolo e rimango appeso il mio socio mi tira un po' su, e finisco il pezzo di arrampicata (saranno 4/5 metri), senza corda non sarei qua a descrivervi il tutto.
L'adrenalina ormai è salita e decidiamo di proseguire, seppur lentamente, in conserva. Arriviamo al passaggio di qualche metro affilatissimo, leggevo che molti lo superano praticamente da seduti, io ho preferito tenere le braccia da una parte e le gambe dall'altra col baricentro in mezzo e incedendo a spostamenti laterali; sarebbe stato bello fare qualche foto qua, ma non era il momento.
La cappelletta del Brioschi è ormai in vista, manca da scendere il secondo torrione e fare il terzo (che tecnicamente dovrebbe essere emno impegnativo). Per scendere il secondo torrione però c'è da disarrampicare 4/5 metri, ma la neve ormai tiene poco (saranno le 13.30 ed il sole è alto) e la roccia è tutta bagnata. Il mio socio decide di calarmi a mano a mo' di doppia (qua sarebbe utile un chiodo per calarsi, ma non c'è), per calarmi sì è puntato contro una roccia, però quasi a fine calata la roccia sì è spostata e siamo volati entrambi nella neve sottostante, io sono praticamente caduto in piedi da un metro di altezza, lui ha fatto un voletto di 4/5 metri, finendo più a destra di me ed iniziando a scivolare per il ripido canale tra il secondo e terzo torrione verso la via della Ganda, ero talmente sprofondato nella neve che quando la corda si è tesa ho fermato, con l'aiuto della picca, anche la sua caduta! Qua capiamo che un po' le condizioni non sono ottimali, un po' siamo stanchi, un po' l'orario e un po' la difficoltà, è ormai meglio scendere sulla normale e arrivare al Brioschi da lì! Peccato perché ormai il più era fatto. Magari non essendo battuta la cresta abbiamo anche sbagliato il punto dove scendere il secondo torrione...
Sta di fatto che percorriamo in discesa senza grosse difficoltà il ripido canale (si sprodonda bene) e arriviamo sulla Ganda a 2.300 metri circa, con l'utlima fatica arriviamo sul Grignone abbastanza stanchi ma comunque soddisfatti.
Tempo totale di salita (compreso l'abbondante sosta per pioggia 5,45 ore), dopo un pantagruelico pranzo scendiamo in 2 ore a Cainallo, arrivando alle 17 ormai col buio e con la luna nel cielo.
In breve raggiungiamo la bocchetta di Piancaformia m.1.626 e saliamo sulla cresta quasi estiva, la neve è poca e presente solo a tratti.
La neve man mano aumenta e sembra anche abbastanza portante, fino alla bocchetta Guzzi m.2.100 circa procediamo senza problemi, abbiamo solo usato la picca in un paio di passaggi e la cresta mi pare molto semplice, c'è solo una breve disarrampicata prima della bocchetta Guzzi, ma nulla di difficile.
Nel frattempo il meteo è migliorato e pian piano si sta alzando il sole e la temperatura, la neve diventa un po' molle, però è parecchia e ci tiene su abbastanza bene.
Dopo la bocchetta Guzzi la salita diviene più impegnativa, iniziano i tratti di misto più pepati e ci ramponiamo, la roccia umida non fa molto grip sullo scarpone.
Arrivati con qualche difficoltà al punto in cui d'estate si scende sulla normale da Cainallo per il Brioschi, proseguiamo dritti, qua ha inizio la vera cresta integrale che con 3 torrioni ci porterà al Brioschi.
Le difficoltà aumentano notevolmente e capisco cosa sia un itinerario alpinistico!
Il mio socio sale senza troppi problemi, io dietro fatico un po' e l'esposizione aumenta. Sento la necessita di legarmi per un traverso esposto sulla Ganda con una seguente arrampicata quasi verticale su neve (da qua purtroppo non scatterò altre foto in cresta, la sicurezza viene prima di tutto); il mio socio mi cala la corda e mi fa sicura dall'alto, poi si prosegue sull'aerea cresta.
In seguito disarrampichiamo qualche metro, con un aerea lama nevosa da attraversare esposta da ambo le parti, la quale ci conduce al passaggio chiave, un arrampicata su misto da affrontare con ramponi un "poco" esposta su Mandello (sotto c'è un canale ripido e l'abisso).
L'arrampicata è classificata di 3 grado, a mio avviso (sarà anche la tensione) è ben più difficile, appigli sulla roccia ce ne sono ben pochi e con i ramponi è difficile usarli, per le mani non c'è granché e i guanti da sci non agevolano. Qua diviene fondamentale la corda, poiché scivolo e rimango appeso il mio socio mi tira un po' su, e finisco il pezzo di arrampicata (saranno 4/5 metri), senza corda non sarei qua a descrivervi il tutto.
L'adrenalina ormai è salita e decidiamo di proseguire, seppur lentamente, in conserva. Arriviamo al passaggio di qualche metro affilatissimo, leggevo che molti lo superano praticamente da seduti, io ho preferito tenere le braccia da una parte e le gambe dall'altra col baricentro in mezzo e incedendo a spostamenti laterali; sarebbe stato bello fare qualche foto qua, ma non era il momento.
La cappelletta del Brioschi è ormai in vista, manca da scendere il secondo torrione e fare il terzo (che tecnicamente dovrebbe essere emno impegnativo). Per scendere il secondo torrione però c'è da disarrampicare 4/5 metri, ma la neve ormai tiene poco (saranno le 13.30 ed il sole è alto) e la roccia è tutta bagnata. Il mio socio decide di calarmi a mano a mo' di doppia (qua sarebbe utile un chiodo per calarsi, ma non c'è), per calarmi sì è puntato contro una roccia, però quasi a fine calata la roccia sì è spostata e siamo volati entrambi nella neve sottostante, io sono praticamente caduto in piedi da un metro di altezza, lui ha fatto un voletto di 4/5 metri, finendo più a destra di me ed iniziando a scivolare per il ripido canale tra il secondo e terzo torrione verso la via della Ganda, ero talmente sprofondato nella neve che quando la corda si è tesa ho fermato, con l'aiuto della picca, anche la sua caduta! Qua capiamo che un po' le condizioni non sono ottimali, un po' siamo stanchi, un po' l'orario e un po' la difficoltà, è ormai meglio scendere sulla normale e arrivare al Brioschi da lì! Peccato perché ormai il più era fatto. Magari non essendo battuta la cresta abbiamo anche sbagliato il punto dove scendere il secondo torrione...
Sta di fatto che percorriamo in discesa senza grosse difficoltà il ripido canale (si sprodonda bene) e arriviamo sulla Ganda a 2.300 metri circa, con l'utlima fatica arriviamo sul Grignone abbastanza stanchi ma comunque soddisfatti.
Tempo totale di salita (compreso l'abbondante sosta per pioggia 5,45 ore), dopo un pantagruelico pranzo scendiamo in 2 ore a Cainallo, arrivando alle 17 ormai col buio e con la luna nel cielo.
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