Grignone, cresta di Piancaformia integrale

Il week-end appena passato è stato caratterizzato da temperature folli con zero termico oltre i 4.000 metri, non mi pareva logico quindi andare su neve se non oltre i 4000 metri, ma i principali impianti di funivia per fare ascese in giornata sono chiusi, allora ho optato per un sempre bello Grignone.
Sabato mattina mi trovo a Bellano con Daniele, prima uscita con lui, arriviamo al Cainallo e alle 815 circa partiamo sul sentiero, al bivio seguiamo per la cresta/Bietti, ad al bivio seguente della cappella Garibaldi prendiamo per la magnifica cresta di Piancaformia, che già si mostra dinanzi a noi con tutta la sua bellezza.
2 simpatici ragazzi brianzoli si aggregano a noi procediamo così in 4 con tutta calma. La giornata è bella anche se come al solito da queste parti c'è un po di foschia.
La cresta, che conosco bene, alterna facili passaggi a punti esposti che richiedono attenzione.
Passato il bivio alla bocchetta Guzzi (possibilità di scendere diretti al rif. Bietti) i passaggi diventano un poco più ardui e la segnaletica indica di scendere sulla più facile via della Ganda (sentiero normale da Cainallo) da qua in poi si incontra neve fino in vetta.
Io invece proseguo da solo sulla Piancaformia. Da qua non esistono più bolli, si sta quasi totalmente in cresta e quelle rare volte che si scende dal filo si seguono sempre le scalfitture dei ramponi sul calcare che gli alpinisti lasciano in inverno, d'estate la cresta nella sua versione integrale è meno frequentata, d'inverno invece è un must dell'alpinismo lombardo.
Sul percorso (che in inverno ho affrontato 2 volte di cui una non senza difficoltà) incontro 2 passaggi di II grado e uno di III grado davvero molto esposto.
Li passo comunque senza troppi problemi, la difficoltà principale è psicologica, non è semplice affrontare questi passaggi slegati senza la minima protezione (io soffro pure di vertigini), ma d'altronde sarebbe anche difficile fare sicura qua (non esistono chiodi o spit).
Per me il tratto finale della cresta è stato un test per salite più difficili che ho in programma più avanti (pizzo Ferrè su tutte e magari Disgrazia o Bernina) e preferisco fare allenamento sulle montagne di "casa".
Mi piacerebbe in futuro fare le creste: Segnatini/OSA/Ongania (legato ovviamente) ma devo trovare il giusto socio, una guida alpina ha davvero costi troppo onerosi e non è facile trovare un arrampicatore che abbia la pazienza di salire da primo con calma.
Tornando alla gita, dopo aver superato il passaggio chiave sono sull'ultimo torrione, c'è un tratto molto affilato di 4/5 metri (lo passo comunque in piedi), supero l'uscita del canale di sinistra e dopo un'ultima arrampicata espostissima verso Mandello, arrivo all'uscita della via della Ganda e in brevissimo al Brioschi.
Totale 2,40 ore con tutta calma.
Dopo una sosta al rifugio, scendiamo in Bogani per pranzo, la neve sulla Ganda è presente fino a 2.150 metri circa, viste le temperature è molto molle, ho usato solo le ghette, i ramponi comunque devono sempre essere nello zaino.
La difficoltà della Piancaformia integrale invernale è PD + / AD - a seconda delle condizioni, avendola fatta asciutta assegno PD, avventurarsi solo se si ha dimenstichezza su roccia e confidenza su creste in libera.