Piz Combul
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Un'escursione, questa, dal doppio volto: dopo una parte inferiore quanto mai antropizzata da impianti di risalita e piste da sci (in un luogo, peraltro, dove la neve rimane poche settimane all'anno), ci si sposta in zone selvagge ed estremamente solitarie, dove immense distese di sassi recano solo le vecchie e labili tracce di passaggio di contrabbandieri e finanzieri. La vetta del Piz Combul (raggiunta attraverso un recente percorso attrezzato) essendo un punto trigonometrico principale, si trova in una posizione isolata e panoramica come poche in questa zona: dal Monte Rosa all'Adamello e dal Bernina a tutte le Orobie, nelle giornate limpide si possono riconoscere centinaia di vette.
Da Prato Valentino 1680m si imbocca la strada di servizio alle piste che inizia alle spalle dell'Albergo Baita del Sole: è un tracciato lungo e monotono attraverso una foresta di abeti che conduce alle ampie praterie del Dosso Laù 2036m. Si prosegue entrando per breve tratto nella Val Rogna fino ad una presa d'acqua 2113m e salendo quindi alla stazione a monte della seggiovia. [E' possibile abbreviare il tragitto - con percorso molto più ripido - semplicemente risalendo la pista da sci principale]. Da qui si prosegue lungo i cavi dello skilift fino ad incontrare sulla destra l'inizio di una vecchia strada militare: la si segue con lievi saliscendi traversando le pendici del Monte Brione 2542m e del Monte Calighè 2698m. Nei pressi di una croce degli Alpini si lascia sulla sinistra il sentiero per la Bocchetta della Combolina (via di ritorno) e si prosegue verso la Bocchetta dal Meden 2438m, un ampio altopiano di confine con la svizzera Val da Saent. Si rimonta lentamente sui sassosi pascoli la larga spalla di sinistra, alternando le poche erbe a vastissime pietraie fino ad un dosso con grande ometto di pietre. La traccia e i buoni segnali sembrano indirizzare ad una bifida guglia sulla cresta per il Piz Combul, ma il terreno si fa impraticabile e il sentiero va ad appoggiare a sinistra. Una catena assiste la traversata su pendio esposto fino al bordo di uno stretto canalone di frana: sempre seguendo le attrezzature, se ne percorre il fondo finchè una cengia permette l'uscita a destra; la traversata continua fino a confluire nella via normale (che per noi sarà di discesa). Un'ultima catena aiuta la salita di una larga cengia alla base di una liscia parete: seguendo quest'ultima si sale alla cresta culminante. Una nuova distesa di pietrame, con poche tracce di passaggio a picco sulla testata della Val da Saent (bellissimo il Lagh dal Mat 2523m) conduce fino alla vetta del Piz Combul 2900m, con piramide trigonometrica e alcuni ometti di pietre. Per il ritorno, si scende fino alla evidenziata confluenza dei due itinerari e si prosegue sulla destra attraverso un ripido pendio franoso: si mantiene una direzione discendente fino ad incontrare un visibile sentierino fra le prime erbe. La traccia è pianeggiante fino alla Bocchetta della Combolina 2568m; qui il sentiero si fa più evidente e, mantenendosi alla sinistra di una colata di pietrame, raggiunge la croce degli Alpini. Da qui lungo il sentiero di andata, considerando l'utilità delle piste da sci come apprezzabile scorciatoia.
Da Prato Valentino 1680m si imbocca la strada di servizio alle piste che inizia alle spalle dell'Albergo Baita del Sole: è un tracciato lungo e monotono attraverso una foresta di abeti che conduce alle ampie praterie del Dosso Laù 2036m. Si prosegue entrando per breve tratto nella Val Rogna fino ad una presa d'acqua 2113m e salendo quindi alla stazione a monte della seggiovia. [E' possibile abbreviare il tragitto - con percorso molto più ripido - semplicemente risalendo la pista da sci principale]. Da qui si prosegue lungo i cavi dello skilift fino ad incontrare sulla destra l'inizio di una vecchia strada militare: la si segue con lievi saliscendi traversando le pendici del Monte Brione 2542m e del Monte Calighè 2698m. Nei pressi di una croce degli Alpini si lascia sulla sinistra il sentiero per la Bocchetta della Combolina (via di ritorno) e si prosegue verso la Bocchetta dal Meden 2438m, un ampio altopiano di confine con la svizzera Val da Saent. Si rimonta lentamente sui sassosi pascoli la larga spalla di sinistra, alternando le poche erbe a vastissime pietraie fino ad un dosso con grande ometto di pietre. La traccia e i buoni segnali sembrano indirizzare ad una bifida guglia sulla cresta per il Piz Combul, ma il terreno si fa impraticabile e il sentiero va ad appoggiare a sinistra. Una catena assiste la traversata su pendio esposto fino al bordo di uno stretto canalone di frana: sempre seguendo le attrezzature, se ne percorre il fondo finchè una cengia permette l'uscita a destra; la traversata continua fino a confluire nella via normale (che per noi sarà di discesa). Un'ultima catena aiuta la salita di una larga cengia alla base di una liscia parete: seguendo quest'ultima si sale alla cresta culminante. Una nuova distesa di pietrame, con poche tracce di passaggio a picco sulla testata della Val da Saent (bellissimo il Lagh dal Mat 2523m) conduce fino alla vetta del Piz Combul 2900m, con piramide trigonometrica e alcuni ometti di pietre. Per il ritorno, si scende fino alla evidenziata confluenza dei due itinerari e si prosegue sulla destra attraverso un ripido pendio franoso: si mantiene una direzione discendente fino ad incontrare un visibile sentierino fra le prime erbe. La traccia è pianeggiante fino alla Bocchetta della Combolina 2568m; qui il sentiero si fa più evidente e, mantenendosi alla sinistra di una colata di pietrame, raggiunge la croce degli Alpini. Da qui lungo il sentiero di andata, considerando l'utilità delle piste da sci come apprezzabile scorciatoia.
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