Val Fontana e Val Poschiavo: Bocchetta della Malgina, Tre Croci e Passo dell'Arasè

Per il motivo che la Val Fontana si trova un po' fuori dal giro del turismo che non sia locale ed esclusi i frequentatori del Rifugio Cederna, nelle valli laterali risulta piuttosto improbabile incontrare anima escursionistica viva: è un bene ed un peccato nello stesso tempo. L'ambiente particolarmente severo e selvaggio (i resti di strada militare sono ormai mimetizzati o decisamente fagocitati dall'iniziativa della natura) meriterebbe maggior apprezzamento, ma nello stesso tempo ne rimarrebbe danneggiato. Stesso discorso per il versante svizzero: sentieri segnalati e qualche passaggio verso il Piz Combul, ma fondamentalmente poca gente. Le due valli del versante italiano sfruttano per il transito strade militari risalenti al periodo della Linea Cadorna e successivamente mantenute in efficienza per contrastare le attività legate al contrabbando: terminato negli anni '70 l'interesse economico, ecco avanzare dismissione, incuria e dimenticanza. In Svizzera, il sentiero che aggira il circo terminale della Val da Saent appare a tratti di recente adattamento e più spesso nemmeno visibile sul terreno (assai sconsigliabile in caso di scarsa visibilità).


Proprio all'inizio della Piana dei Cavalli, dal lato destro appena prima di un alpeggio, si inizia a salire nel pascolo la bella traccia per la val Malgina: a bordo strada una palina con le destinazioni principali, poi più nulla. Superato lo stallone dell'alpe, si entra subito nel bosco seguendo le regolari pendenze e i ben costruiti tornanti della mulattiera militare; si procede senza variazioni fino ad uscire dal limite degli alberi, nei pressi di ruderi di baite e terrapieni in muro a secco. Sotto la verticale del Pizzo Combolo, in corrispondenza di colatoi di roccia scadente, si estendono gli enormi accumuli di pietrisco dei Sassi del Pastore. La mulattiera, ormai ridotta a sentiero appena identificabile, prende quota sul ripido versante erboso della Ganda Rossa, spesso solcato da instabili canali-frana di pietre smosse. L'ultimo tratto prima di imboccare il canalone che termina alla Bocchetta Malgina è il più tecnico dell'escursione: la traccia (o quel poco che ne rimane) imbocca una cengia artificiale danneggiata da crolli e, ad un cambio di pendenza, occorre disarrampicare un facile passaggio di blocchi instabili. Raggiunto il versante svizzero, il panorama cambia: la Val da Saent è coperta di foreste di pini alle quote basse e, appena sotto il passo presenta un bel lago (Lagh dal Mat) e alcune pozze molto suggestive; al centro dell'anfiteatro terminale un tozzo torrione roccioso isolato: Al Mat, cui fa riferimento il vicino lago. Il sentiero, tralasciata la traccia segnalata che sale al Piz Combul, scende con uno smosso traverso in direzione della piana del lago, ma ad un bivio presso una palina, si volge a sinistra in direzione dell'alpeggio di Li Piani. Da qui inizia un vario percorso a saliscendi tra i macereti e le gande del Mandrun (segnali e traccia qua e là poco visibili) fino ad un nuovo bivio in località Zocca di Cavai: si lascia a destra un sentiero ben marcato che procede fino a Li Piani e si va a scavalcare un crestone discendente dalla Q2465, sormontata da una croce (la prima di tre). Entrati in un larghissimo vallone di pascoli, ci si dirige all'ampia sella sommitale: seconda croce, al Passo Tre Croci. [La terza croce è visibile a destra in corrispondenza della Q2458, all'inizio della spalla sud del Corn dal Solcun]. Dal passo (pochi segnali) ci si avvia verso sinistra ad imboccare un largo sentiero franoso che scende ripido verso la visibile Alp Valüglia. Al Passo Tre Croci fare molta attenzione a non seguire il sentiero evidente che si dirige a destra (probabile vecchio percorso), perché in breve va ad inoltrarsi in un pendio di ghiaie infide). Nei pressi dell'alpe (dal lato dei vecchi ruderi), una palina danneggiata dalle valanghe indica la direzione del Passo dell'Arasè: si tratta di proseguire in una larga valle di pascoli dove i segnali a vernice sono posti sui pochi sassi a livello dell'erba; dall'altezza di un lago né nominato né quotato i segnali risultano più evidenti sul pietrame che va sostituendosi al pascolo. Un'ultima traversata su ganda accompagna fino all'apertura del passo; anche qui, come alla Bocchetta Malgina, una brusca variazione di panorama: una valle molto sassosa appare illuminata da una serie di tre laghi e nelle pietraie di contorno si vede serpeggiare una strada militare assai ben conservata. Siamo quindi ormai nella Valle dei Laghi e non resta che seguire il buon tracciato ormai secolare; oltrepassato il livello dei Laghi Gemelli, il sentiero scende bruscamente in una valle stretta e rocciosa dove il passaggio è spesso ricavato dall'allargamento artificiale di cenge naturali. Giunti al livello dei boschi, si attraversa la radura dell'alpe Arasè, attualmente caricata solo con pochi cavalli; da qui la discesa fino al fondovalle è solo una divertente corsa su di un'ottimo terreno ammorbidito da strati di aghi di abete! Il sentiero raggiunge la pista della Val Fontana circa a metà strada fra il Piano dei Cavalli e L'Alpe Campiascio, nei pressi del ponte di Q1605: per tornare al punto di partenza non rimane che scendere la comoda carrozzabile per un paio di chilometri.