Tschainghel Mellen (2371 m) e Piz Vizan (2471 m)
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Dopo alcuni mesi riesco a combinare con
laura1961 e, alla ricerca del sole, decido di andare nella zona della Cufercalhutte, che da tempo volevo visitare.
Il mio vero obiettivo in zona è il Piz Calandari, ma per oggi mi "accontento" di un giro esplorativo, ponendomi come obiettivo minimo la cimetta dello Tschainghel Mellen e la visita alla capanna.
La giornata purtroppo inizia grigia e grigia sarà per tutto il tempo, con solo un paio di brevissime schiarite illusorie. Ma almeno non beccheremo acqua.
A Sufers ci concediamo una breve sosta per acquistare formaggio alla latteria locale, quindi iniziamo a salire seguendo le paline gialle indicanti il Lai da Vons e la Cufercalhutte.
Al bivio per Glattenberg proseguiamo dritti sul sentiero che, attraversata la stradina che porta al Lai da Vons, continua a salire ripido nel bosco.
Sbucati nuovamente sulla stradina, perdiamo di vista il sentiero e continuiamo per un breve tratto su asfalto, fino alle baite di Foppa (1 h 15), dove ritroviamo il sentiero.
L'ambiente ora si fa più aperto e panoramico, ed in breve raggiungiamo la palina indicante il Lai da Vons (che in realtà è poco più avanti, da qui non si vede), dove seguiamo le indicazioni per la Cufercal. Camminiamo nuovamente su asfalto per qualche minuto, finché a sinistra nei pressi di una casetta si stacca il sentiero.
Salendo tra i pascoli si giunge ad attraversare un'ultima volta la stradina, che continua verso Glattenberg. Noi invece proseguiamo la salita tra i ripidi prati, su traccia ora più esile ma sempre comoda.
Con un lungo diagonale arriviamo alla fine del tratto ripido e abbandoniamo il sentiero, che continua in falsopiano verso la Cufercal, per puntare invece a destra verso la nostra modesta cimetta.
Salendo liberamente tra i prati, aggirando diversi dossi e collinette, raggiungiamo in breve la cima dello Tschainghel Mellen (2 h 30).
Una timida schiarita mi incoraggia e, mentre Laura si dirige con tutta calma verso la Cufercalhutte, io decido di proseguire verso il vicino Piz Vizan, che sembra davvero abbordabile e fattibile in poco tempo.
Anche qui non c'è sentiero, risalgo liberamente tra i prati e senza difficoltà raggiungo la vetta del Piz Vizan (2 h 50).
Il cielo nel frattempo si è di nuovo incupito, così abbandono subito la cima e, camminando a ritmo sostenuto, attraverso nuovamente i prati fino a ricongiungermi col sentiero che porta alla Cufercalhutte, che raggiungo con una breve risalita (3 h 20).
Per sfuggire al gelido vento ci accomodiamo per il breve pranzo all'interno della piccola ma accogliente capanna, dalla cui finestrella si gode di una bella vista sul Lago di Sufers.
Alla nostra ripartenza ci accoglie la seconda (ed ultima) timida schiarita, che ci consente almeno di ammirare il Piz Calandari con un cielo azzurro e ci riscalda per qualche istante.
Ripercorriamo per pochi minuti il sentiero di andata, quindi prendiamo il sentiero a destra per Sufers, che con una ripida discesa su morbido fondo erboso ci porta alle baite di Glattenberg (4 h 15).
Qui seguiamo per un breve tratto la stradina asfaltata fino ad un successivo bivio a destra, dove riprende il sentiero.
Con una bella picchiata nel bosco ci riallacciamo al percorso di salita ed infine torniamo a Sufers (5 h 15).
Alla fine nonostante la giornata opaca è stato un bel giro, ottimo anche per perlustrare la zona in vista di una futura salita al Piz Calandari e al Vizan Pingt.
L'escursione di oggi non presenta particolari difficoltà, l'ultimo tratto per raggiungere le due cimette è senza sentiero ma su pendii molto semplici e in condizioni di buona visibilità come oggi non ci sono problemi nell'orientarsi.

Il mio vero obiettivo in zona è il Piz Calandari, ma per oggi mi "accontento" di un giro esplorativo, ponendomi come obiettivo minimo la cimetta dello Tschainghel Mellen e la visita alla capanna.
La giornata purtroppo inizia grigia e grigia sarà per tutto il tempo, con solo un paio di brevissime schiarite illusorie. Ma almeno non beccheremo acqua.
A Sufers ci concediamo una breve sosta per acquistare formaggio alla latteria locale, quindi iniziamo a salire seguendo le paline gialle indicanti il Lai da Vons e la Cufercalhutte.
Al bivio per Glattenberg proseguiamo dritti sul sentiero che, attraversata la stradina che porta al Lai da Vons, continua a salire ripido nel bosco.
Sbucati nuovamente sulla stradina, perdiamo di vista il sentiero e continuiamo per un breve tratto su asfalto, fino alle baite di Foppa (1 h 15), dove ritroviamo il sentiero.
L'ambiente ora si fa più aperto e panoramico, ed in breve raggiungiamo la palina indicante il Lai da Vons (che in realtà è poco più avanti, da qui non si vede), dove seguiamo le indicazioni per la Cufercal. Camminiamo nuovamente su asfalto per qualche minuto, finché a sinistra nei pressi di una casetta si stacca il sentiero.
Salendo tra i pascoli si giunge ad attraversare un'ultima volta la stradina, che continua verso Glattenberg. Noi invece proseguiamo la salita tra i ripidi prati, su traccia ora più esile ma sempre comoda.
Con un lungo diagonale arriviamo alla fine del tratto ripido e abbandoniamo il sentiero, che continua in falsopiano verso la Cufercal, per puntare invece a destra verso la nostra modesta cimetta.
Salendo liberamente tra i prati, aggirando diversi dossi e collinette, raggiungiamo in breve la cima dello Tschainghel Mellen (2 h 30).
Una timida schiarita mi incoraggia e, mentre Laura si dirige con tutta calma verso la Cufercalhutte, io decido di proseguire verso il vicino Piz Vizan, che sembra davvero abbordabile e fattibile in poco tempo.
Anche qui non c'è sentiero, risalgo liberamente tra i prati e senza difficoltà raggiungo la vetta del Piz Vizan (2 h 50).
Il cielo nel frattempo si è di nuovo incupito, così abbandono subito la cima e, camminando a ritmo sostenuto, attraverso nuovamente i prati fino a ricongiungermi col sentiero che porta alla Cufercalhutte, che raggiungo con una breve risalita (3 h 20).
Per sfuggire al gelido vento ci accomodiamo per il breve pranzo all'interno della piccola ma accogliente capanna, dalla cui finestrella si gode di una bella vista sul Lago di Sufers.
Alla nostra ripartenza ci accoglie la seconda (ed ultima) timida schiarita, che ci consente almeno di ammirare il Piz Calandari con un cielo azzurro e ci riscalda per qualche istante.
Ripercorriamo per pochi minuti il sentiero di andata, quindi prendiamo il sentiero a destra per Sufers, che con una ripida discesa su morbido fondo erboso ci porta alle baite di Glattenberg (4 h 15).
Qui seguiamo per un breve tratto la stradina asfaltata fino ad un successivo bivio a destra, dove riprende il sentiero.
Con una bella picchiata nel bosco ci riallacciamo al percorso di salita ed infine torniamo a Sufers (5 h 15).
Alla fine nonostante la giornata opaca è stato un bel giro, ottimo anche per perlustrare la zona in vista di una futura salita al Piz Calandari e al Vizan Pingt.
L'escursione di oggi non presenta particolari difficoltà, l'ultimo tratto per raggiungere le due cimette è senza sentiero ma su pendii molto semplici e in condizioni di buona visibilità come oggi non ci sono problemi nell'orientarsi.
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peter86

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