Cima di Solda m. 3.387
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Partiti alle 615 da bellano in circa 2 ore e 20 minuti abbiamo raggiunto la distante Santa Caterina Valfurva parcheggiando al rifugio Forni, al termine di una strada a tratti sterrata che ci ha portati a 2170 metri.
Parcheggiate le moto entriamo nel rifugio per un caffè e chiediamo qualche informazione riguardo la cima di Solda, ci consigliano di salire in jeep perché nel pomeriggio la neve potrebbe mollare, ci dicono che è un ascesa di oltre 4 ore (in realtà sono poi poco più di 1200 metri di dislivello) e che nel pomeriggio puo' diventare pericoloso... In pratica ci convincono a prendere la Jeep che in 20 minuti ci porta al rifugio Pizzini a 2706 metri.
Al Pizzini inizia la prima neve, la traccia per la Casati (già visibile in alto) è evidente e ben battuta, la temperatura è fresca, ci saranno 5/6 gradi e la neve è bella dura. Ci incamminiamo pian piano, l'altitudine si fa sentire ed iniziamo ad ammirare il Gran Zebrù
E l'accoppiata Cevedale - Pasquale da cui scendono numerosi alpinisti in cordata.
In circa un'ora e trenta raggiungiamo la Casati con annesso l'invernale Guasti. I ramponi li abbiamo messi una mezzoretta dopo il Pizzini, quando le pendenze erano aumentate un po'. Salendo alla casati si incontrano 2 tratti di misto roccia/ghiaccio da superare con un po' di attenzione.
Senza fermarci troppo iniziamo la salita alla Cima di Solda, un panettone vicino vicino alla Casati, come vedete la traccia è evidentissima ed è impossibile sbagliarsi.
A mezzogiorno in punto siamo in vetta (circa 30 minuti dal Casati), la giornata è stupenda, il cielo è bello terso, a tratti c'è un po' di vento freddo, ma comunque non è stato necessario neanche il piumino.
La soddisfazione per il nostro primo 3300 metri è alta, ci fermiamo un po' ad ammirare il panorama e mangiamo qualcosa, nel frattempo veniamo raggiunti da altri escursionisti.
Poco dopo iniziamo la discesa, si vedono le evidenti tracce per Solda a sinistra e per la Casati a destra.
Alla Casati mi fermo a scambiare quattro chiacchiere con i molti alpinisti saliti sul Cevedale, mi dicono che le condizioni sono ottime e c'è da fare solo attenzione solo al crepaccio finale, chissà un giorno magari ci salirò...
Nel frattempo mi sale un po' di giramento di testa, sarà la quota a cui non sono abituato...
Per il pranzo decidiamo di scendere al Pizzini che raggiungeremo in un'ora e dieci.
La neve in effetti un po' mollava e in un paio di pendii ripidi non avrei dispiaciuto avere la picca, ma in fondo ce la siamo cavata anche con i bastoncini, certo che il gestore del Casati mi aveva detto di non portare neanche i ramponi, meno male che non l'ho ascoltato!
Dopo un discreto pranzo alla Pizzini facciamo rientro a piedi ai Forni, sotto una leggera pioggerella, la quale si trasformerà in diluvio tra Sondrio e Morbegno giusto per aggiungere un po' di brio al viaggio in moto
In definitiva una bellissima e facile uscita, alla portata di tutti (con le giuste condizioni) basta solo un po' di allenamento; non essendoci il ghiacciaio non è necessario legarsi.
Parcheggiate le moto entriamo nel rifugio per un caffè e chiediamo qualche informazione riguardo la cima di Solda, ci consigliano di salire in jeep perché nel pomeriggio la neve potrebbe mollare, ci dicono che è un ascesa di oltre 4 ore (in realtà sono poi poco più di 1200 metri di dislivello) e che nel pomeriggio puo' diventare pericoloso... In pratica ci convincono a prendere la Jeep che in 20 minuti ci porta al rifugio Pizzini a 2706 metri.
Al Pizzini inizia la prima neve, la traccia per la Casati (già visibile in alto) è evidente e ben battuta, la temperatura è fresca, ci saranno 5/6 gradi e la neve è bella dura. Ci incamminiamo pian piano, l'altitudine si fa sentire ed iniziamo ad ammirare il Gran Zebrù
E l'accoppiata Cevedale - Pasquale da cui scendono numerosi alpinisti in cordata.
In circa un'ora e trenta raggiungiamo la Casati con annesso l'invernale Guasti. I ramponi li abbiamo messi una mezzoretta dopo il Pizzini, quando le pendenze erano aumentate un po'. Salendo alla casati si incontrano 2 tratti di misto roccia/ghiaccio da superare con un po' di attenzione.
Senza fermarci troppo iniziamo la salita alla Cima di Solda, un panettone vicino vicino alla Casati, come vedete la traccia è evidentissima ed è impossibile sbagliarsi.
A mezzogiorno in punto siamo in vetta (circa 30 minuti dal Casati), la giornata è stupenda, il cielo è bello terso, a tratti c'è un po' di vento freddo, ma comunque non è stato necessario neanche il piumino.
La soddisfazione per il nostro primo 3300 metri è alta, ci fermiamo un po' ad ammirare il panorama e mangiamo qualcosa, nel frattempo veniamo raggiunti da altri escursionisti.
Poco dopo iniziamo la discesa, si vedono le evidenti tracce per Solda a sinistra e per la Casati a destra.
Alla Casati mi fermo a scambiare quattro chiacchiere con i molti alpinisti saliti sul Cevedale, mi dicono che le condizioni sono ottime e c'è da fare solo attenzione solo al crepaccio finale, chissà un giorno magari ci salirò...
Nel frattempo mi sale un po' di giramento di testa, sarà la quota a cui non sono abituato...
Per il pranzo decidiamo di scendere al Pizzini che raggiungeremo in un'ora e dieci.
La neve in effetti un po' mollava e in un paio di pendii ripidi non avrei dispiaciuto avere la picca, ma in fondo ce la siamo cavata anche con i bastoncini, certo che il gestore del Casati mi aveva detto di non portare neanche i ramponi, meno male che non l'ho ascoltato!
Dopo un discreto pranzo alla Pizzini facciamo rientro a piedi ai Forni, sotto una leggera pioggerella, la quale si trasformerà in diluvio tra Sondrio e Morbegno giusto per aggiungere un po' di brio al viaggio in moto
In definitiva una bellissima e facile uscita, alla portata di tutti (con le giuste condizioni) basta solo un po' di allenamento; non essendoci il ghiacciaio non è necessario legarsi.
Tourengänger:
lucalore

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