VALLE DI BLENIO | Valle di Larciolo – Pizzo Corói, 2784 m – Piano della Greina
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La Valle di Larciolo (Larciöö sulla CN attuale) si trova a nord del Lago di Luzzone ed è uno scrigno ricolmo di fiori, rocce colorate, camosci e stambecchi. A ovest della Valle di Larciolo corre parallela la Valle Cavalasca. Queste due valli isolate sono circondate dalla Val Camadra, dal Piano della Greina e dalla valle dell'Alpe di Motterascio, ambienti meravigliosi lungo i quali si snoda il facile e frequentato percorso escursionistico chiamato Giro della Greina. Per entrare in Val Larciolo si lascia al ponte di quota 1636 m il sentiero segnalato che dall'Alpe Garzott sale alla Capanna Motterascio. Il sentiero si alza in un bosco e raggiunge un ripido prato circondato dalla selva e con cascine dalle sgargianti pareti di legno di larice. Questo è il primo corte dell'Alpe Larciolo (1800 m).
Larciolo: significa larice. Vedi alla voce laràs l'eccellente Glossario dialettale del linguista Dario Petrini che si trova nella Guida delle Alpi ticinesi del Club Alpino Svizzero. Questo glossario è storia viva perché aiuta a capire l'etimologia dei nomi di luogo. I toponimi sono legati a tante vicende umane succedutesi nel tempo.
Il sentiero sale in cima al prato, entra a destra nella Valle di Larciolo grazie a un passaggio tra le rocce e prosegue sul lato orografico destro della valle tra prati fioriti. E' veramente il “giardino straordinario” descritto a pagina 339 nella Guida del CAS Alpi ticinesi 3, Dal Passo del San Gottardo al Pizzo di Claro. Il sentiero è ora rinato a nuova vita e si vede che non è più abbandonato. Si passa accanto ai ruderi del corte d'alpe di quota 1950 m.
Più sopra, in prossimità della quota 2141 m, si attraversa su nerastre e friabili rocce scistose il Ri di Larciolo.
Il centro della valle sopra la quota 2141 m si presenta con la sua magnifica tavolozza (la si vede nella foto 2), i suoi tanti piani e le sue linee che si intersecano. E' un'opera d'arte, un gioiello del Canton Ticino. Mi immagino artista col pennello che deve rispettare prospettiva e punto di fuga (delle quali, nel campo della matematica e della pittura, è maestro Piero della Francesca con la sua Flagellazione del 1460). L'alpinista, almeno nel mio caso, subisce un'attrazione fortissima da quel quadro nel centro della valle. Salgo pertanto direttamente al Pizzo Corói sfruttando le rampe che si vedono nella menzionata foto 2 (T6; per i più esperti; vedi anche l'itinerario 506 nella Guida del CAS).

PER SALIRE DIRETTAMENTE AL PIZZO COROI SI SCALA QUESTO FANTASTICO QUADRO
Corói significa corona (lo dice il Petrini), ed è proprio vero che la cresta che avvolge la Valle di Larciolo può essere definita una corona regale.
Inciso – La via normale (difficoltà T3)
Dopo aver attraversato il Ri di Larciolo in prossimità della quota 2141 m, con giro in senso orario si sale sotto le rocce della quota 2225 m.
(Nota: un poco sotto c'è pure un passaggio più diretto, con un vecchio sentierino geniale).
Si passa quindi accanto ai ruderi dell'Alpe Corói e si prosegue diritti fino alla Bocchetta di Larciolo, 2340 m (quota scomparsa sulla CN 2019), posta a nord della costiera di Lungadera.
(Nota: dalla bocchetta si può scendere a est nella valle dell'Alpe di Motterascio).
Dal valico si prosegue fino alla vetta del Pizzo Corói seguendo la sua arcuata cresta che separa la Valle di Larciolo dalla valle dell'Alpe di Motterascio e dal Piano della Greina.
Discesa dal Pizzo Corói al Piano della Greina e ritorno al Lago di Luzzone (difficoltà T3)
Si scende direttamente a nord al Passo della Greina o per la dorsale nord-est al valico di Crap la Crusc. Qui il Piano della Greina si manifesta in tutta la sua magnificenza.
Il libro Greina, Antologia dell'altipiano delle meraviglie di Cristian Scapozza indica tante pubblicazioni e storie su questa regione diventata leggenda.
Dal valico di Crap la Crusc (“Sasso della Croce”) si ritorna verso sud e si arriva all'Alpe di Motterascio, fortunatamente ancora vivo sebbene non ci sia una strada che porti all'alpe. Onore a chi carica ancora l'Alpe di Motterascio.
Poco sotto gli edifici dell'alpe si trova la Capanna Motterascio del CAS Ticino.
Il sentiero segnalato che scende al Lago di Luzzone è pure quello della transumanza ed è veramente notevole in molti punti.
Larciolo: significa larice. Vedi alla voce laràs l'eccellente Glossario dialettale del linguista Dario Petrini che si trova nella Guida delle Alpi ticinesi del Club Alpino Svizzero. Questo glossario è storia viva perché aiuta a capire l'etimologia dei nomi di luogo. I toponimi sono legati a tante vicende umane succedutesi nel tempo.
Il sentiero sale in cima al prato, entra a destra nella Valle di Larciolo grazie a un passaggio tra le rocce e prosegue sul lato orografico destro della valle tra prati fioriti. E' veramente il “giardino straordinario” descritto a pagina 339 nella Guida del CAS Alpi ticinesi 3, Dal Passo del San Gottardo al Pizzo di Claro. Il sentiero è ora rinato a nuova vita e si vede che non è più abbandonato. Si passa accanto ai ruderi del corte d'alpe di quota 1950 m.
Più sopra, in prossimità della quota 2141 m, si attraversa su nerastre e friabili rocce scistose il Ri di Larciolo.
Il centro della valle sopra la quota 2141 m si presenta con la sua magnifica tavolozza (la si vede nella foto 2), i suoi tanti piani e le sue linee che si intersecano. E' un'opera d'arte, un gioiello del Canton Ticino. Mi immagino artista col pennello che deve rispettare prospettiva e punto di fuga (delle quali, nel campo della matematica e della pittura, è maestro Piero della Francesca con la sua Flagellazione del 1460). L'alpinista, almeno nel mio caso, subisce un'attrazione fortissima da quel quadro nel centro della valle. Salgo pertanto direttamente al Pizzo Corói sfruttando le rampe che si vedono nella menzionata foto 2 (T6; per i più esperti; vedi anche l'itinerario 506 nella Guida del CAS).

PER SALIRE DIRETTAMENTE AL PIZZO COROI SI SCALA QUESTO FANTASTICO QUADRO
Corói significa corona (lo dice il Petrini), ed è proprio vero che la cresta che avvolge la Valle di Larciolo può essere definita una corona regale.
Inciso – La via normale (difficoltà T3)
Dopo aver attraversato il Ri di Larciolo in prossimità della quota 2141 m, con giro in senso orario si sale sotto le rocce della quota 2225 m.
(Nota: un poco sotto c'è pure un passaggio più diretto, con un vecchio sentierino geniale).
Si passa quindi accanto ai ruderi dell'Alpe Corói e si prosegue diritti fino alla Bocchetta di Larciolo, 2340 m (quota scomparsa sulla CN 2019), posta a nord della costiera di Lungadera.
(Nota: dalla bocchetta si può scendere a est nella valle dell'Alpe di Motterascio).
Dal valico si prosegue fino alla vetta del Pizzo Corói seguendo la sua arcuata cresta che separa la Valle di Larciolo dalla valle dell'Alpe di Motterascio e dal Piano della Greina.
Discesa dal Pizzo Corói al Piano della Greina e ritorno al Lago di Luzzone (difficoltà T3)
Si scende direttamente a nord al Passo della Greina o per la dorsale nord-est al valico di Crap la Crusc. Qui il Piano della Greina si manifesta in tutta la sua magnificenza.
Il libro Greina, Antologia dell'altipiano delle meraviglie di Cristian Scapozza indica tante pubblicazioni e storie su questa regione diventata leggenda.
Dal valico di Crap la Crusc (“Sasso della Croce”) si ritorna verso sud e si arriva all'Alpe di Motterascio, fortunatamente ancora vivo sebbene non ci sia una strada che porti all'alpe. Onore a chi carica ancora l'Alpe di Motterascio.
Poco sotto gli edifici dell'alpe si trova la Capanna Motterascio del CAS Ticino.
Il sentiero segnalato che scende al Lago di Luzzone è pure quello della transumanza ed è veramente notevole in molti punti.
Tourengänger:
larice

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