Pass di Passit e dintorni
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Prima domenica di autunno. Nel primo pomeriggio dobbiamo essere a casa per cui decido per una gita breve e a non troppa distante. La scelta cade su San Bernardino, che grazie all'autostrada si raggiunge in breve tempo, ed alla zona del Pass di Passit con i suoi laghetti: vi ero già stato diversi anni fa con Daniela, sempre in autunno, e ne conservo un buon ricordo.
Alle 6,30 ci ritroviamo a Gaggiolo ed alle 8 partiamo dall'auto, seguiamo il tracciato della pista da fondo e ben presto incontriamo i primi funghi: ce n'è veramente ovunque e di tutte le specie, alcuni sono laricini, commestibili senz'altro, ma nessuno di noi tre è un grande amante dei macromiceti per cui soprassediamo all'idea di raccoglierli.
Arriviamo in vista del Lago d'Isola e, seguendo le indicazioni, saliamo sul versante orientale del pendio, la nostra marcia rallenta ben presto però: c'è una profusione di mirtilli e lamponi da mangiare, una gradita aggiunta alla colazione fatta a casa.
Frammisti ai mirtilli vi sono anche dei cespugli di ginepro per cui facciamo onore anche a queste bacche.
Raggiunta l'Alpe Ocola facciamo una sosta per ammirare il panorama, poco più sotto dell'alpe vi sono diverse mucche ancora al pascolo, più sotto ancora vi è il mare di nebbia che ricopre l'intera Mesolcina.
Dall'Alpe Ocola ci dirigiamo dapprima verso Nord e quindi verso Ovest per risalire il pendio che scende a balze dal passo.
Raggiungiamo il larice con le indicazioni per l'Alpe Fracch, terremo questo sentiero per il ritorno.
Continuiamo a salire, incontriamo delle piccole pozze in via di interramento e ricoperte da un manto di eriofori,ed infine eccoci al Pass di Passit, qui veniamo raggiunti da due escursionisti austriaci con cui scambiamo qualche parola: sono diretti al Piz Pian Grand e mi chiedono conferma sul percorso da seguire, così, parlando, scopro che vengono dalla zona di Bregenz dove trascorriamo le vacanze da tre anni.
Facciamo una sosta nei pressi della baita che funge da ricovero posta a breve distanza dal secondo dei due laghi, poi ci dirigiamo verso la sella posta a Nord, il tempo a nostra disposizione non è più molto per cui decidiamo di pranzare qui dove splende ancora il sole: la nebbia infatti sta rapidamente salendo, poi breve salita alla cimetta quotata 2247 metri, qualche foto e giù.
Ai laghi la visibilità è già scarsa, riprendiamo la discesa, raggiungiamo il larice posto al bivio e, come preventivato, scendiamo per il sentiero diretto all'Alpe Fracch.
Questo è decisamente in condizioni peggiori rispetto all'altro: diverse slavine hanno sradicato e trascinato diversi larici rovinando il sentiero in diversi punti.
Anche qui vi sono funghi in quantità, lamponi, mirtilli, ginepro ed anche mirtillo rosso, leggermente meno dolce rispetto a quello nero ma altrettanto buono.
In breve siamo su quello che d'inverno è il tratto più veloce della pista di fondo, ci dirigiamo verso San Bernardino ed in breve siamo all'auto..
Breve gita tranquilla ma caratterizzata dai bellissimi colori e sapori dell'autunno.
Alle 6,30 ci ritroviamo a Gaggiolo ed alle 8 partiamo dall'auto, seguiamo il tracciato della pista da fondo e ben presto incontriamo i primi funghi: ce n'è veramente ovunque e di tutte le specie, alcuni sono laricini, commestibili senz'altro, ma nessuno di noi tre è un grande amante dei macromiceti per cui soprassediamo all'idea di raccoglierli.
Arriviamo in vista del Lago d'Isola e, seguendo le indicazioni, saliamo sul versante orientale del pendio, la nostra marcia rallenta ben presto però: c'è una profusione di mirtilli e lamponi da mangiare, una gradita aggiunta alla colazione fatta a casa.
Frammisti ai mirtilli vi sono anche dei cespugli di ginepro per cui facciamo onore anche a queste bacche.
Raggiunta l'Alpe Ocola facciamo una sosta per ammirare il panorama, poco più sotto dell'alpe vi sono diverse mucche ancora al pascolo, più sotto ancora vi è il mare di nebbia che ricopre l'intera Mesolcina.
Dall'Alpe Ocola ci dirigiamo dapprima verso Nord e quindi verso Ovest per risalire il pendio che scende a balze dal passo.
Raggiungiamo il larice con le indicazioni per l'Alpe Fracch, terremo questo sentiero per il ritorno.
Continuiamo a salire, incontriamo delle piccole pozze in via di interramento e ricoperte da un manto di eriofori,ed infine eccoci al Pass di Passit, qui veniamo raggiunti da due escursionisti austriaci con cui scambiamo qualche parola: sono diretti al Piz Pian Grand e mi chiedono conferma sul percorso da seguire, così, parlando, scopro che vengono dalla zona di Bregenz dove trascorriamo le vacanze da tre anni.
Facciamo una sosta nei pressi della baita che funge da ricovero posta a breve distanza dal secondo dei due laghi, poi ci dirigiamo verso la sella posta a Nord, il tempo a nostra disposizione non è più molto per cui decidiamo di pranzare qui dove splende ancora il sole: la nebbia infatti sta rapidamente salendo, poi breve salita alla cimetta quotata 2247 metri, qualche foto e giù.
Ai laghi la visibilità è già scarsa, riprendiamo la discesa, raggiungiamo il larice posto al bivio e, come preventivato, scendiamo per il sentiero diretto all'Alpe Fracch.
Questo è decisamente in condizioni peggiori rispetto all'altro: diverse slavine hanno sradicato e trascinato diversi larici rovinando il sentiero in diversi punti.
Anche qui vi sono funghi in quantità, lamponi, mirtilli, ginepro ed anche mirtillo rosso, leggermente meno dolce rispetto a quello nero ma altrettanto buono.
In breve siamo su quello che d'inverno è il tratto più veloce della pista di fondo, ci dirigiamo verso San Bernardino ed in breve siamo all'auto..
Breve gita tranquilla ma caratterizzata dai bellissimi colori e sapori dell'autunno.
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