Ör d'la Pescia e i Totem di Quagiui - Valgrande


Publiziert von atal , 16. September 2014 um 13:28.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:13 September 2014
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1850 m
Abstieg: 1850 m
Strecke:Colloro (Riale del Ponte) - Alpe Stavelli - Bocchetta dell'Usciolo - Alpe Quagiui - Curt di Gubitt - Or d'la Pescia - q. 1788 sulla dorsale E della Coma Piana - q. 1466 lungo il sentiero che scende in Valgrande
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Parcheggio alla diga sopra Colloro
Kartennummer:IGM Serie 25DB Foglio Cicogna Ed 1; IGM Serie M891 Foglio Premosello Chiovenda Ed. 4; CNS 285 Domodossola Ed. 2000; Carta Zanetti Parco Valgrande

Per il secondo sabato consecutivo parto alla volta dell'alpe Quagiui, deciso a trovare il vecchio sentiero per l'alpe Oro delle Giavine. Del resto il luogo è splendido e non mi pesa rifare lo stesso percorso di una settimana fa. All'alpe Stavelli però vengo a sapere, da fonte attendibile, che già negli anni '70 i cacciatori raggiungevano l'Oro delle Giavine salendo alla Colma Piana dall'Ör d'la Pescia, percorrendo quindi la cresta della Colma Piana verso Nord fino alla q. 1952, dalla quale si calavano sui ruderi dell'alpeggio. Questo perché già quarant'anni fa il vecchio sentiero era pressoché cancellato dalla vegetazione.

Per quanto riguarda il percorso per Quagiui, rimando alla relazione della settimana scorsa (anche per le tempistiche). 

Prima di proseguire con la descrizione dell'itinerario, faccio una premessa: l'orizzonte a Quagiui è dominato dalle cime dell'alta Valgrande, in particolare dalla Testa di Menta e dal Togano, che da questa prospettiva appaiono come delle grandi piramidi (la prima scalena, la seconda più regolare). Solo qui ho percepito una sorta di presenza totemica: ci si sente quasi osservati dalle cime delle montagne, che, altrove in Valgrande, con le eccezioni del Pedum e del Lesino, appaiono solo come i punti culminanti di creste dai fianchi più o meno scoscesi. Nessun altro posto in Valgrande mi ha trasmesso la stessa sensazione. Questo orizzonte, che solo qui ha qualcosa della maestosa imponenza di certe vallate più spiccatamente alpine, è al tempo stesso una chiusura e un'apertura per lo sguardo che lo contempla e che si sente da esso contenuto, come nel palmo di una mano.

In quest'occasione sono riuscito (almeno) a raggiungere l'Ör della Pescia (1606 m), bel poggio panoramico non nominato sulle carte (ma quotato sulla vecchia tavoletta IGM) situato a Ovest di Quagiui, nel punto in cui il costone che scende dalla Colma Piana (cima q. 1958 m) verso Est presenta un caratteristico "totem" di pietra, ben visibile da Quagiui, al confine tra bosco e prato. 
Per arrivarci si deve partire dai tre larici allineati alla stessa quota, situati a Ovest dell'unico tetto rimasto in piedi del settore Ovest di Quagiui (l'alpeggio di Quagiui è diviso in due nuclei di ruderi da un greto secco e da un campo di lavazz, lamponi e ortiche). Dai tre larici si traversa a Ovest, mantenendosi all'incirca la stessa quota (in effetti si perdono pochi metri) fino a "guadare" (per così dire: l'acqua è pochissima) il torrente che scende dalla Bocchetta di Ogliana, il valico (non nominato sulle carte) situato tra la Rossola e la Colma Piana. Attraverso la Bocchetta di Ogliana veniva caricato Quagiui da Cardezza, prima che l'alpeggio venisse "dato in gestione" a Premosello (a quanto pare, in cambio del denaro necessario per costruire il campanile della chiesa di Cardezza).

Attraversato il greto del torrente (che è altri non è che il Rio Val Gabbio a breve distanza dalla sorgente) si risale in diagonale e si arriva alla base di una piccola giavina, ben visibile da Quagiui, dove si trova un grande ometto. Si traversa alla base della giavina (senza puntare all'ometto, che si trova in mezzo) e si sale verso il bosco subito a monte di un grande abete (sì, come la "pescia" del toponimo). Di nuovo su terreno aperto, si punta in diagonale all'evidente spalla erbosa posta a dx del "totem" di pietra (attenzione al ritorno: non si rasenta la parete del totem ma si rimane più in basso).

Da questo punto ho provato a cercare la continuazione del sentiero sull'altro lato del costone, traversando nella boscaglia verso O a partire dalla spalla erbosa che sovrasta il "totem", ma la vegetazione intricatissima e la mancanza di segni (umani) di passaggio mi hanno fatto desistere. Alla fine ho riguadagnato la sommità del costone, aggrappandomi ai rododendri, circa 100 metri più in alto dell'Ör d'la Pescia. Sono quindi salito per un breve tratto lungo il crinale (quota 1788, secondo il mio altimetro) e poi ho deciso di rientrare a Quagiui per godermi in tranquillità la seconda parte della splendida giornata.

Se si rimane sulla traccia che ho descritto, Ör d'la Pescia può essere raggiunto in circa 30' da Quagiui.

Per chi volesse proseguire la discesa in Valgrande 
Dal campo di lavazz posto tra i due nuclei di baite di Quagiui, il sentiero scende in diagonale a sx verso Ca' di Gubitt in corrispondenza di un sorbo degli uccellatori posto sul cambio di pendenza. Pochi metri prima di arrivare alle baite di Ca' di Gubitt, appena superato un greto in secca, bisogna guardare a dx: si vedrà, su un muretto nell'erba alta, una pietra con segni di vernice bianchi e rossi. Da questo punto in poi la traccia si fa più evidente. Io l'ho seguita fino al punto in cui il sentiero entra nel bosco (1466 m).

The rest is silence.

Tourengänger: atal


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