Corno del Camoscio 3026 m

Scambi di e-mail con Daniele e Poge in settimana sul vedersi la domenica per fare qualcosa insieme.

Venerdì pomeriggio digito “escursioni da Alagna” e mi salta fuori questa montagna. Mando link agli amici, proposta accettata. Stranamente nessuno dei due la conosce pur essendo nel Monte Rosa che loro conoscono sicuramente meglio di me.

Sabato sera tanto per non partire senza avere un’idea di dove stiamo andando do’ un’occhiata all’unica cartina che abbiamo della zona, una Kompass, sigh! E scopro che il sentiero per la cima rimane nei pressi degli impianti di risalita, mannaggia che scemata ho fatto!

Purtroppo avendo i tempi ristretti per l’escursione e dando la precedenza all’arrivo in cima non prendiamo in considerazione la salita dalla val d’Otro da dove, se avessimo avuto tempo, saremmo dovuti scendere. Poi per fortuna la presenza degli impianti sarà marginale, peggio forse arrivare in cima, vedere un bel via vai di persone semplicemente perché poco sotto arriva l’impianto del P.so dei Salati. Potrei scrivere di una brutta escursione invece è stata piacevole e tutto sommato la cima merita una visita, anche se oggi il panorama sul Rosa è stato nullo!

Del percorso c’è poco da dire. Si parte dal piazzale della funivia, sentiero N.5 che passa tra le case di Piane e Dosso. Fino a poco prima del rifugio Mortara si rimane nel bosco. Dopo il rifugio si taglia la strada seguendo ancora per un poco il sentiero dopo di che si è costretti a seguirla fino all’arrivo degli impianti di Pianalunga. Si riprende quindi il sentiero che risale il pendio. Daniele non pensando di farcela, anche per i tempi ristretti, ci dà appuntamento al Vigevano. Allunghiamo un po’ il passo e raggiungiamo i resti del rifugio Guglielmina e il rifugio Vigevano.

Il Corno del Camoscio è l’altura alle spalle dei rifugi. Seguiamo una traccia che dopo essersi persa va ad attaccarsi all’evidente sentiero che parte dal Col d’Olen. Una bandierina è posta sull’ometto di vetta.

Pensando che il rifugio Vigevano fosse aperto, dopo la sosta scendiamo per fare la pausa pranzo con Daniele. Scendiamo al Col d’Olen e quindi torniamo al rifugio dove scopriamo che la sensazione che il rifugio fosse abbandonato è una realtà. Di Daniele non c’è traccia. Essendoci due salite per il rifugio ci dividiamo in modo da non mancarlo nell’improbabile caso stesse ancora salendo.

Ci troviamo poco prima del bivio che divide i due sentieri ma di Daniele non c’è traccia. Sotto di noi ci sono un po’ di persone ma lui non sembra essere tra quelli e sopra…nebbia!

Scendiamo velocemente e all’ometto dove avevamo fatto pausa in salita ci fermiamo e finalmente vediamo un puntino rosso, bianco e nero sopra di noi. E’ lui, non è lui…è lui!

Ci riuniamo e scendiamo al rifugio Mortara per la veloce sosta panino. Io e Marco dobbiamo imparare a mangiare a ogni sosta che si fa quando si va con Poge…altrimenti arriverà il giorno che il panino rimarrà nello zaino! Del resto il sistema di mangiare poco è spesso è sicuramente la cosa migliore quando si fanno giri particolarmente lunghi, ma a noi la pausa panino piace sempre!

Niente caffè e giù velocemente. Arriviamo al posteggio e a casa in perfetto orario, neanche i treni ci riescono!

Daniele
Questioni famigliari mi impongono un orario di rientro non negoziabile... un grazie ai miei soci per aver accettato questo "vincolo".
Bella escursione, nonostante la vicinanza degli impianti.
Vista la disparità di passo, ho sguinzagliato gli amici lasciandoli liberi di raggiungere la cima. Per me oggi è stato sufficiente raggiungere il rif. Città di Vigevano (tristemente chiuso). Con un poco più di tempo a disposizione probabilmente sarei anche riuscito a guadagnarmi la vetta.
Ancora grazie, ed alla prossima.