Gran Paradiso, Parete Nord W (4061 m)
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Tanti anni fa, guardando la parete nord del Gran Paradiso tingersi di rosa, all'ora del tramonto, non avrei mai immaginato che si potesse salire di là...
Alle tre suona la sveglia...un tè caldo, qualche fetta di pane e miele, eppoi via...imbrago, corda, viti da ghiaccio, picche...tutto è pronto per essere usato.
Cammino in silenzio, cercando di individuare, alla luce fievole della frontali, il sentiero che porta all'attacco della via, la parete nord è in ottime condizioni...sarà una gran giornata!
Alle prime luci dell'alba siamo sul ghiacciaio, la terminale si vede chiaramente, mettiamo i ramponi e il ballo ha inizio...
Passare la terminale, ovvero il crepaccio che permette di accedere alla parete, dà un certo brivido, il ponte di neve è piuttosto sottile e richiede un passo leggero, deciso e veloce...salgo, Matteo mi segue, da qui in poi nessuna distrazione è concessa: la pendenza sarà costantemente tra i 45 e i 50 gradi, con l' uscita a 60°.
Le condizioni sono davvero buone, anche se in alcuni punti il poco freddo della notte, ha lasciato il segno, procediamo in conserva assicurata e in poco più di tre ore, in cui i polpacci passano dal dolore alla rassegnazione, siamo all'uscita della via, dove un simpatico tratto di ghiaccio "un pò più vivo" ci aspetta...provo a piantare la picca...rimbalza...riprovo un pò più decisa, funziona e in pochi minuti sono in cresta.
Guardandomi attorno capisco perchè questa cima si chiama Gran Paradiso...la Madonnina, sembra sospesa nel vuoto e il panorama è di una bellezza indescrivibile.
Matteo mi raggiunge ed in pochi minuti, percorriamo insieme la cresta che ci porta sulla vetta...sono indecisa se andare fino alla Madonnina oppure no...alla fine decido di non andare...era uno dei sogni condivisi con una persona che non c'è più, e i sogni sono unici come le persone con cui si fanno.
La discesa al rifugio richiede attenzione a causa dei numerosi e un pò infidi crepacci che si trovano nella parte bassa del ghiacciaio.
Al rifugio festeggiamo...e guardando la nord oggi so che si sale anche da là!
Grazie a Stefano, Toso e Edo con cui abbiamo "teorizzato" sulla via d'avvicinamento, riso dopo cena e condiviso parte della salita.
Alle tre suona la sveglia...un tè caldo, qualche fetta di pane e miele, eppoi via...imbrago, corda, viti da ghiaccio, picche...tutto è pronto per essere usato.
Cammino in silenzio, cercando di individuare, alla luce fievole della frontali, il sentiero che porta all'attacco della via, la parete nord è in ottime condizioni...sarà una gran giornata!
Alle prime luci dell'alba siamo sul ghiacciaio, la terminale si vede chiaramente, mettiamo i ramponi e il ballo ha inizio...
Passare la terminale, ovvero il crepaccio che permette di accedere alla parete, dà un certo brivido, il ponte di neve è piuttosto sottile e richiede un passo leggero, deciso e veloce...salgo, Matteo mi segue, da qui in poi nessuna distrazione è concessa: la pendenza sarà costantemente tra i 45 e i 50 gradi, con l' uscita a 60°.
Le condizioni sono davvero buone, anche se in alcuni punti il poco freddo della notte, ha lasciato il segno, procediamo in conserva assicurata e in poco più di tre ore, in cui i polpacci passano dal dolore alla rassegnazione, siamo all'uscita della via, dove un simpatico tratto di ghiaccio "un pò più vivo" ci aspetta...provo a piantare la picca...rimbalza...riprovo un pò più decisa, funziona e in pochi minuti sono in cresta.
Guardandomi attorno capisco perchè questa cima si chiama Gran Paradiso...la Madonnina, sembra sospesa nel vuoto e il panorama è di una bellezza indescrivibile.
Matteo mi raggiunge ed in pochi minuti, percorriamo insieme la cresta che ci porta sulla vetta...sono indecisa se andare fino alla Madonnina oppure no...alla fine decido di non andare...era uno dei sogni condivisi con una persona che non c'è più, e i sogni sono unici come le persone con cui si fanno.
La discesa al rifugio richiede attenzione a causa dei numerosi e un pò infidi crepacci che si trovano nella parte bassa del ghiacciaio.
Al rifugio festeggiamo...e guardando la nord oggi so che si sale anche da là!
Grazie a Stefano, Toso e Edo con cui abbiamo "teorizzato" sulla via d'avvicinamento, riso dopo cena e condiviso parte della salita.
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