Piz Jut (3129 m) e Cima di Fornee (3054 m)
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Parto dai Prati di Compietto e percorro i lunghi 3,5 km che mi separano dall’Alpe Cassimoi. La Carassina è bella, ma non finisce mai: per fortuna non sto andando all’Adula, altrimenti sarei solo a metà, come mi sovviene dalla ormai remota (nel tempo) uscita alla Cima di Bresciana.
Poco dopo l’Alpe Cassimoi e le infrastrutture per la mungitura a lato strada, c’è un ponticello e in totale tre curve. Subito dopo la terza salgo sul costone sul fianco orografico sinistro del torrente della Valle di Fornee. Dopo un primo tratto in cui si fa fatica ad individuare un traccia vera e propria, rimanendo sempre ai margini del costone appare un sentiero bello, pulito e segnalato. Agli autori di questa meritoria opera è dedicata la foto che reca le loro iniziali. Per ora questo sentiero non è (ancora) ufficiale, nel senso che le strisce bianco-blu con cui è segnalato sono fatte a mano e non con la macchinetta che usa il CAS (che lascia i margini del rettangolo perfetti, senza sbavature). La segnaletica sottintende un sentiero alpino (T4): non perché questo tratto sia tale, ma perché adduce alla conca di Fornee, dove si può senz’altro parlare di T4. Fino a circa quota 2600 i segnali sono sempre visibili. Poi, o io non li ho più visti, oppure mancano, visto che la via da seguire è intuitiva. Per evitare i ripidi nevai ghiacciati (ricordo che si tratta di un versante W, quindi molto freddo nelle prime ore del mattino) salgo sotto la verticale della Cima di Fornee e poi, nei pressi delle bancate di roccia della sua parete NW, giro a sinistra e raggiungo la Bocchetta di Fornee Sud.
Qui ricevo i primi raggi di sole, visiono il canale sul lato grigionese e noto che le previsioni meteo sono state azzeccate: bello sul versante ticinese, nebbia profonda dall’altra parte (non so se sia possibile parlare qui di Nord delle Alpi, ma comunque lo spartiacque linguistico funge anche da spartiacque meteo).
Scendo il canale: è ripido, franoso e bisogna procedere con attenzione; comunque è corto (una ventina di metri di dislivello o poco più) e presto sono alla base. Dopo un primo brevissimo traverso su ganna raggiungo il ghiacciaio (“inclinato” secondo il Brenna, ma non più di tanti altri): la nebbia è profonda, ma siccome è previsto un miglioramento per il pomeriggio anche per il Nord delle Alpi, prendo coraggio e comincio il traverso. La neve che ricopre il ghiacciaio ha già rimollato anche se di poco: per questo motivo, pur procedendo con attenzione, evito i ramponi.
Tra lingue di neve e ganne passo più tempo a costruire ometti (anche sul ghiacciaio…) che a procedere. Nel caso la nebbia non si dissolva, voglio avere buoni margini di sicurezza per ritrovare la via del ritorno. Un ometto ogni 10 metri, salvo che sulla neve, dove le orme possono bastare.
Passate tutte le lingue di neve e risalite alcune pietraie, giungo in vista della sella 3020, dove la visibilità si fa migliore (essendo sulla linea di confine con il Ticino…). Il progetto orginario prevedeva inizialmente la salita alla Cima di Fornee (considerata più difficile) e in un secondo tempo quella allo Jut, più tranquillo. Ma la meteo dice bello verso lo Jut e nebbia sulla Cima di Fornee: devo quindi modificare i miei programmi, sperando che poi la nebbia si dissolva.
La salita allo Jut è elementare: se non fosse per il canalino (F+) e il ghiacciaio (per definizione F), per la pala finale non andrei oltre il T3 (a parte naturalmente il discorso quota). Mi ha ricordato un po’ il Cassinello, con la differenza che lì si procede su placche poco inclinate, qui su sassi di piccola taglia.
In vetta, verso S c’è nebbia. Riesco a malapena a vedere la vicinissima Punta dello Stambecco, che appare e scompare: per “la memorabile visione sulla grande colata glaciale del versante settentrionale del Grauhorn” di cui parla il Brenna dovrò fare ricorso alla memoria, o a questa foto.
Verso la Cima di Fornee, stessa situazione. Quindi tanto vale fare pausa e sperare in un miglioramento.
Mi trattengo parecchio e l’auspicato miglioramento si palesa: la cresta SSE della Cima di Fornee appare sgombra da nubi, anche se verso i Grigioni il mare di nebbia pare non voler cedere. Ma questo è un problema che risolverò a suo tempo (il ghiacciaio nella nebbia). Scendo allora verso la sella 3020 ed inizio il percorso di cresta, “l’originale e affilata cresta rocciosa a torrette che sembra una muraglia”. Come afferma ancora il Brenna, “la bizzarra cresta rocciosa ha tratti esposti”. Aggiunge poi: “Inizialmente la cresta è facile, ma poi presenta qualche passaggio anche esposto con passaggi di II grado”.
Arrivato alla doppia torre tagliata in due da uno squarcio, abbandono la cresta e rimango, con poche eccezioni, sul versante ticinese (W), abbastanza esposto ma baciato ora da un bel sole. Ritornato poi brevemente in cresta, scendo nuovamente sul versante W quando arrivo davanti al muro finale. Lo aggiro e arrivo in vetta da N (gli ultimi metri).
Il Brenna quota questa cresta PD- e secondo me ci sta tutto, in particolare per l’esposizione, oltre che per i passaggi tecnici.
Mi fermo pochi minuti e riprendo la cresta in senso inverso. Devo dire che al ritorno, rimanendo il più possibile sul filo di cresta e passando anche in due occasioni sul versante E (salvo naturalmente l’aggiramento della doppia torre a W) ho trovato meno difficoltà, e forse anche meno rischi. Arrivato nei pressi della sella 3020, ormai con visibilità perfetta, inizio il traverso sul ghiacciaio (nevaio), ormai ben rimollato, e approfittando anche di qualche tratto in scivolata arrivo ben presto alla base del canalino che porta alla bocchetta. Come immaginato, in salita è più facile che in discesa. In breve sono alla Bocchetta di Fornee. Dopo un’ulteriore pausa, riprendo la via del ritorno e arrivato sul fondovalle ripercorro i 3,5 km della Carassina raggiungendo così il Pass Muazz, da dove ero partito.
Il fornale di Fornee è veramente un bel posto, da solo vale la gita. La Cima soprastante, con quella bella cresta SSE, aggiunge un po’ di adrenalina ad un’uscita già stupenda. Lo Jut fa da ciliegina sulla torta. Un’uscita da ricordare!
Tempi:
Prati di Compietto – Piz Jut: 5 ore e 15‘
Piz Jut – Cima di Fornee: 1 ora
Cima di Fornee – Passo di Fornee (via ghiacciaio) : 1 ora
Passo di Fornee – Prati di Compietto: 2 ore e 45’

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