Gross Furkahorn (3169 m)
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Solo vincendo le proprie paure si è veramente liberi...
Con il Gross Furkahorn ho un conto aperto e oggi sono qui per tentare di chiuderlo...tentare, perchè nulla è certo ed in montagna, come nella vita, sono spesso i tentativi che ci permettono di superare gli ostacoli e raggiungere la meta.
Arriviamo all'attacco, la nebbia rende tutto un pò irreale, guardo lo spigolo...lo scorso anno ero qui con Nils ed avevamo fatto la salita in alternata, oggi la farò tutta da prima...per un attimo penso di lasciar perdere, di andare sulla cima più facile, ma poi mi dico prova...e parto!
Il primo tiro, poi il secondo e così via...
Quando arriviamo alla fine del 5° tiro, mostro a Matteo (classe 1990) l'anello di calata...da qui in poi la via diventa più impegnativa...ma lui si sente a suo agio, così andiamo avanti.
Il 7° tiro ha un inizio delicato...già l'anno scorso mi aveva dato del filo da torcere, oggi anche...tento e ritento, ma qualcosa non mi torna...poi capisco, il sasso dove un anno fa avevo appoggiato il piede non c'è più ed io non arrivo alla presa, così improvviso e salgo spostandomi a destra.
I tiri successivi filano via lisci (avviso ai naviganti: quando si arriva alla sosta dove c'è un sentierino che scende verso sinistra, lo spit è proprio davanti a voi, sullo spigolo...guardate bene, perchè è monello e gioca a nascondino!!!) e, seguendo il filo di cresta arriviamo all'ultimo tiro, quello che sulle guide viene definito il più bello della via...ed in effetti è molto bello anche se, vista la tipologia del passaggio, per me non sarà semplice...la parete è verticale e aggettante e per superarlo è necessario un passaggio deciso, atletico e di forza...Provo...ma non riesco...Matteo mi supporta con una sicura perfetta, ritento...ma ancora mi fermo...e ancora resto lì a guardare il passaggio che mi fa paura...coraggio, ci vuole coraggio e fiducia...ritento e...passo...ormai pochi metri mi separano dalla vetta, le difficoltà sono finite e quando metto il moschettone nella sosta non ho solo raggiunto la vetta del FurkaHorn...
In breve Matteo mi raggiunge, a questo punto dobbiamo pensare alla discesa, dopo la prima calata, ci fermiamo, togliamo le scarpette e ci mettiamo qualcosa di caldo (collezione estate 2014...), poi scendendo per il canalino oltre la forcella, arriviamo all'altro anello di calata, ( ci sono due possibilità in base alla lunghezza della corda, noi avendo la corda da 60 m optiamo per quello a sinistra dell'ometto, quello a destra necessita di una corda più lunga).
Dopo la calata superiamo il nevaio, aiutandoci con la picca, ed infine arriviamo all'infido canalino erboso (ripido e umido) che ci riporta alla base dello spigolo, dove ci fermiamo per il meritato riposo.
Da qui il ritorno all'auto è privo di difficoltà oggettive
Con il Gross Furkahorn ho un conto aperto e oggi sono qui per tentare di chiuderlo...tentare, perchè nulla è certo ed in montagna, come nella vita, sono spesso i tentativi che ci permettono di superare gli ostacoli e raggiungere la meta.
Arriviamo all'attacco, la nebbia rende tutto un pò irreale, guardo lo spigolo...lo scorso anno ero qui con Nils ed avevamo fatto la salita in alternata, oggi la farò tutta da prima...per un attimo penso di lasciar perdere, di andare sulla cima più facile, ma poi mi dico prova...e parto!
Il primo tiro, poi il secondo e così via...
Quando arriviamo alla fine del 5° tiro, mostro a Matteo (classe 1990) l'anello di calata...da qui in poi la via diventa più impegnativa...ma lui si sente a suo agio, così andiamo avanti.
Il 7° tiro ha un inizio delicato...già l'anno scorso mi aveva dato del filo da torcere, oggi anche...tento e ritento, ma qualcosa non mi torna...poi capisco, il sasso dove un anno fa avevo appoggiato il piede non c'è più ed io non arrivo alla presa, così improvviso e salgo spostandomi a destra.
I tiri successivi filano via lisci (avviso ai naviganti: quando si arriva alla sosta dove c'è un sentierino che scende verso sinistra, lo spit è proprio davanti a voi, sullo spigolo...guardate bene, perchè è monello e gioca a nascondino!!!) e, seguendo il filo di cresta arriviamo all'ultimo tiro, quello che sulle guide viene definito il più bello della via...ed in effetti è molto bello anche se, vista la tipologia del passaggio, per me non sarà semplice...la parete è verticale e aggettante e per superarlo è necessario un passaggio deciso, atletico e di forza...Provo...ma non riesco...Matteo mi supporta con una sicura perfetta, ritento...ma ancora mi fermo...e ancora resto lì a guardare il passaggio che mi fa paura...coraggio, ci vuole coraggio e fiducia...ritento e...passo...ormai pochi metri mi separano dalla vetta, le difficoltà sono finite e quando metto il moschettone nella sosta non ho solo raggiunto la vetta del FurkaHorn...
In breve Matteo mi raggiunge, a questo punto dobbiamo pensare alla discesa, dopo la prima calata, ci fermiamo, togliamo le scarpette e ci mettiamo qualcosa di caldo (collezione estate 2014...), poi scendendo per il canalino oltre la forcella, arriviamo all'altro anello di calata, ( ci sono due possibilità in base alla lunghezza della corda, noi avendo la corda da 60 m optiamo per quello a sinistra dell'ometto, quello a destra necessita di una corda più lunga).
Dopo la calata superiamo il nevaio, aiutandoci con la picca, ed infine arriviamo all'infido canalino erboso (ripido e umido) che ci riporta alla base dello spigolo, dove ci fermiamo per il meritato riposo.
Da qui il ritorno all'auto è privo di difficoltà oggettive
Tourengänger:
Laura.

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