Adamello - Passo della Lobbia 3050 mt

Ultima domenica di Luglio, tempo non veramente ottimo, la notte del Venerdì è piovuto abbondantemente, ma visto che questo giro era programmato partiamo lo stesso.
Ci diciamo : arrivati a Pinzolo/Carisolo vediamo se butta male si torna(tocca ferro....), ma il tempo tiene anche se grosse nuvole, una volta dentro la bellissima Val di Genova, si rincorrono grigie e nere; arriviamo alla Malga Bedole tardissimo, sono le 15, abbiamo perso due maledette ore sull'autostrada solo per il pezzo da Verona sud ad Affi, vacanzieri in mobilità.....!
Scartiamo il sentiero del Matarot che era in programma, sono 5 ore di veramente impegno anche con sentiero attrezzato e le relazioni da me lette consigliano di partire al mattino; così optiamo per il sentiero 212, ci toccano i "tornantini", 59 per l'esattezza ed un balzo di circa 900 metri, partiamo alle 15.30 pioviggina acqua ed "Alpini" in ritirata, ci informano che hanno avuto il 51° raduno alla Lobbia(Annullato per pioggia, acqua in poche parole che per un Alpino è peggio del diavolo....).
Saliamo questo faticoso e spettacolare sentiero, attorniati da cascate ed immense abetaie, ai 2000 siamo a mezza via, proseguiamo ora non piove più ma siamo soli sono circa le 17 e non si incontra anima viva nè in salita nè in discesa, il senso di solitudine legato alle cime che si intravvedono fra le nuvole e le nebbie ci avvolge.
Poi verso le 18 incrocio il tetto dell'istituto Glaciologico Payer e dopo a circa 300 metri il tetto del rifugio Mandrone, vai la prima parte è fatta, non ci resta che entrare nel rifugio; ci accolgono calorosamente, poca gente ed il rifugista ci chiede se abbiamo visto altra gente salire, "no nessuno dietro a noi, almeno a vista", il tempo avrà sconsigliato i più di non salire.
Prendiamo possesso della bella stanza, noi soli in una stanza da cinque, che goduria e poi alle 19 a "pappe" con una rumorosa comitiva di Tedeschi e guide associate, non parliamo dei tre o quattro alpini con compagne al seguito che fanno per 18. 
Secondo giorno 27.7.2014
Mi alzo alle 6, hanno dato bel tempo.....ma quando esco dal rifugio incontro già alcuni con le facce lunghe, caspita piove! Che novità di questa stagione ed in questo anno disgraziato......facciamo colazione e partiamo per il Lobbia, anche quì vige la teoria : arriviamo al ghiacciaio se non piove si tenta la Lobbia Alta, altrimenti si arriva dove si può.
Percorriamo questo pianoro in leggera ascesa, alla nostra sinistra il fiume d'acqua del ghiacciaio precipita fragorosamente, la roccia levigata ha un aspetto di ......peltro? Mà forse mi sembra così.
Scendiamo uno scosceso sentiero che ci porta ai piedi del ghiacciaio del Mandrone, quì indossiamo i rampo e picca, non ci leghiamo, quelli che salgono e scendono sono di conserva e noi ci aggreghiamo; in effetti il ghiacciaio è "chiuso", pulito e percorribile per un lungo tratto......poi arrivati ai piedi di un salto si inizia a salire, abbiamo la Lobbia Alta sulla sx e di fronte, leggermente sulla destra, si intravedono fra le nuvole il Corno Bianco, il Monte Falcone e dietro l'Adamello; che spettacolo ragazzi! Che distesa di neve e ghiaccio!
Ora la salita non fà più sconti, sale con pendenza significativa, sono due ore e mezza che trottiamo ed ora ci tocca questo salitone, vai Alex, vai Irene, piede dopo piede saliamo, ora si vede il tetto del rifugio della Lobbia, è in alto arrampicato sulla costa della Lobbia, sembra un castello medievale ed invece ci indica il disastro del ghiacciaio.
Un salto di circa 80 metri, tanto si è ritirato il ghiacciaio in 90 anni, siamo messi male ragazzi.
Alle 11,20 siamo al rifugio, il tempo è sempre peggiore, pioviggina e nevischia, ci fermiamo per il pranzo e per asciugare i vestiti(non abbiamo ricambi, li abbiamo lasciati al Mandrone per essere più leggeri); alle 13.30 ripartiamo, un salto al passo della Lobbia alta e sguardo all'arrivo del Matarot, tre baldi giovani, braghette corte e maglietta salgono veloci : beata gioventù.
Uno mi chiede come arrivare a "Cima cannone" a 3340 mt così chiamata perchè è presente un obice della prima guerra, ma li sconsiglio, ci vuole ancora un'ora buona ed il tempo.....mi guarda compatendomi!
Ripartiamo in discesa, siamo sazi e stanchi, la nostra meta quasi raggiunta, ma il bello è anche dire "basta" quando di birra non ce nè, e poi c'è tutta la discesa, da qui 1700 metri mica bazzecole ripensando alle mie vecchie e care ginocchia.
Bè ora è tutto un'altra cosa, si scende a balzelloni, arriviamo al ghiacciaio quasi in piano, l'attraversiamo e siamo al punto dove ci sferriamo, riprendiamo a scendere, ora le nuvole ci preoccupano, infatti dopo pochi minuti inizia a piovere, ragazzi quanta acqua! 30 minuti, ma tutti di pioggia battente, arriviamo al Mandrone, sono le 15 circa, the caldo e Loaker al ciocco, poi botta di fortuna, alcuni parenti del rifugista della Lobbia che abbiamo conosciuto sono lì ad imbarcare gli zaini sulla teleferica, ci aggreghiamo e scendiamo gli ultimi 900 metri come vispi "pargoletti".
All'arrivo Radler per tutti! 

Riepilogo della fatica.

18 Km circa