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Anello su uno dei terrazzi panoramici più belli della Valtellina
Vista da Giorgio - ( giorgio59m)
Sono anni che il caro amico Sergio mi ripeteva di andare a vedere lo Scermendone, una magnifica cresta prativa che ho sempre ammirato dal lato opposto, dalle Orobie Valtellinesi, ho finalmente proposto ai miei compagni questa scoperta, nuova a tutti noi a parte Francesco.
Come riferimento prendo la relazione di Mario numbers e quella di
cai56.
Raggiungere in auto Our di Fondo o meglio ancora Our di Cima non è semplicissimo, bisogna prima di tutto raggiungere Buglio al Monte, da qui in poi bisogna cercale le indicazioni per il Rifugio Alpe Granda (frecce gialle), il navigatore ci ha portato in vicoli strettissimi a Buglio dove si poteva passare al massimo con un Apecar.
Abbiamo parcheggiato poco sotto le baite di Our di Cima, ed abbiamo subito puntato alla cresta, dirigendoci sulla sterrata per l'Alpe Granda, sbucando sui bellissimi prati dell'Alpe, la curiosità era tanta.
Paesaggio magnifico anche grazie anche alla bella giornata ed il cielo limpido. In breve raggiungiamo il rifugio Alpe Granda, chiuso in questo periodo (anche se scopriremo dopo che ha aperto più tardi per un folto gruppo del CAI di Colico).
Ci inoltriamo nel bosco di abeti ed iniziamo la faticosa salita allo Scermendone, sentiero largo e ben battuto, ma ripido.
Usciamo nei prati oltre Q2100 ed i paesaggi sono incredibili.
Davanti a noi una lunga dorsale prativa, a sinistra la Valle di Sasso Bisolo, che poi si biforca in Val Scermendone, chiusa tra i Corni Bruciati, il Pizzo Bello e la Cima di Vignone, e dall'altro lato la nota Valle di Preda Rossa, con le sue pianure sovrastate dal ghiacciaio del Disgrazia e con il noto Rifugio Ponti.
A destra la Valtellina poco visibile per le nuvole di umidità che la coprono in questa fredda mattinata di novembre.
La dorsale di prato è decisamente molto lunga ma semplice da percorrere, in breve raggungiamo l'Alpe Scermendone a Q2103, vicino una pozza d'acqua ghiacciata.
All'Alpe facciamo la nostra pausa, circondati da paesaggi maestosi in tutte le direzioni.
Riprendiamo il cammino in direzione ENE raggiungendo la chiesetta di San Quirico con il vicino rifugio, che per il momento evitiamo per proseguire lungo il ben marcato sentiero.
Ignorando i sentieri che scendono a sinistra, verso il Lago Scermendone e Preda Rossa, e verso destra si segue la dorsale che punta ad un grosso omettone di pietra, il waypoint lo indica come l'anticima della Croce dell'Olmo a Q2200, dopo la salita all'anticima un bel tratto di lieve pendenza porta infine alla vetta della Croce dell'Olmo a Q2338, dove si trova una vecchia croce in legno, una enorme croce in metallo ed un grande omone di pietra che ospita un pannello solare e le batterie per i led che illuminano la croce.
Il nome è a dir poco curioso, non crescono olmi qui ed a questa altitudine, citando lettralmente la relazione di cai56
"Crus de l'Om" (o Doss dül Termen). "Om" e "Termen" fanno riferimento ovviamente ad un grossissimo ometto di pietre eretto dai pastori, come altri sulle prominenze rocciose degli alpeggi. Il toponimo ufficiale di "Croce dell'Olmo" è naturalmente un risibile fraintendimento dei cartografi: in Valtellina l'olmo è poco diffuso e ancor meno a 2338 metri di quota!

La dorsale prosegue sempre larga e prativa verso la Cima di Vignone Q2608, il "vicino" del ben più noto Pizzo Bello.
La vista verso i Corni Bruciati e la valle è celata da un crestone erboso, Francesco ci propone di salire a vedere, un bel tiro ripido-ripido, ma breve, ci porta a Q2400, dove vediamo tutta la valle Scermendone, non riusciamo a vedere il laghetto, ma si vede bene il sentiero che sale al Passo di Scermendone, dove si scende verso la Valle Airale ed il rifugio Bosio Galli.
Dall'alto vediamo un gruppetto di escursionisti che salgono alla croce, li intercettiamo scendendo verso San Quirico, sono parte del gruppo del Cai di Colico e sono diretti al Rifugio Alpe Granda per pranzo.
Noi invece ci accasiamo al rifugio Scermendone, breve visita all'interno pulito ed in ordine, ma pranziamo all'esterno sul grande tavolo in pietra con le panche.
Anche se fa freddo stiamo all'esterno al sole, siamo su uno dei più bei terrazzi panoramici di tutta la Valtellina, un peccato restare al chiuso.
Sosta di 1:20, poi prediamo la via del ritorno, abbiamo pensato ad un anello che ricalca il percorso di numbers, ma in senso contrario.
Arrivati ad una baita con fontana prendiamo un sentiero che scende ripido verso S (verso la Valtellina) perdendo quasi 200mt di dislivello, ad un bivio prendiamo a destra verso Verdel.
Dopo un lungo traverso tra gli abeti sbuchiamo nella piccola radura di Verdel con poche baite sparse ed una buona fontana d'acqua, proseguiamo su sentiero che in breve raggiunge una larga sterrata, è la strada che sale alle Casere di Scermendone e che in mattinata abbiamo parzialmente percorso salendo dal rifugio Alpe Granda.
Seguiamo questa larga e comoda sterrata per raggiungere l'Alpe Merla, c'è solo una baita apperentemente in ristrutturazione.
Qui bisogna stare attenti, la sterrata prosegue verso l'Alpe Granda, mentre noi prendiamo il sentiero che ripido scende verso Our (Ür di Cima), raggiungiamo la strada che sale all'Alpe e Rifugio Alpe Granda a Q1570 e da qui con vari tornanti scendiamo al parcheggio a Q1370.
Notiamo che il cartello di divieto di transito è a Q1470 dove ad un tornante c'è più spazio per il parcheggio, anche se la strada per salire è sterrata, serve un auto alta volendo parcheggiare più in alto di Our di Cima.
Tutti molto soddisfatti, i panorami, i larghi terrazzi panoramici e la cimetta una gran bella scoperta, e sarebbe bello da fare con le ciaspole ...

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