Lattecaldo, Cavazza, Loasa, Bruzella, Lattecaldo - Bisbino con sorpresa


Publiziert von Nevi Kibo , 18. Juni 2014 um 10:01.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Sottoceneri
Tour Datum:19 April 2014
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Monte Generoso   CH-TI   I 
Zeitbedarf: 2:45
Aufstieg: 800 m
Abstieg: 800 m

 

Quando metto il naso fuori di casa, verso le 11 del sabato prepasqua, ho subito il sospetto che le previsioni meteo, abbiano sovrastimato la quota neve delle precipitazioni appena terminate.

Sovrastimata di brutto, infatti: mille metri quasi se, a fronte di una quota dichiarata di 1800/1900 metri, mi ritrovo, parcheggiando al bivio di Lattecaldo, un Crocione che ha reindossato la livrea bianca, scegliendo un modello sotto le ginocchia, che gli arriva a sfiorare Erbonne.

Mi avvio lungo la strada che sale a Sagno per, poco dopo, imboccare un sentiero mai fatto prima,  attraverso il quale, saltato il paese, in breve, mi porto all’imbocco della nota mulattiera che, dipartendosi dalle ultime case, risale, bordesando sotto filo, la più occidentale delle due creste che, progredendo da sud a nord, disegnano il “ferro di cavallo” in cui il Bisbino racchiude la Valle Greggio.

Salgo rapidamente, ragionando sul percorso che prende forma sotto i piedi, in assenza di un progetto preciso. 

Non devo esagerare:  voglio tener da parte un po’ di gamba per domani e a questo si deve il “taglio” della parte bassa con uso del motore fino a quota seicento; ma adesso, mi si prospetta una cresta innevata. Ho voglia di farmela tutta nella neve, o mi invento qualcosa di alternativo? Vediamo... dipende dalle condizioni che trovo.

Il percorso prende forma sotto i piedi. La testa, invece di proporlo, si limita a registrarlo.

Superata la Colmanetta, i piedi optano, come sempre, per la via alta, che sbuca in cresta 400 metri prima dell’Alpe Merlo. Dopo qualche avvisaglia, al limitare del bosco, poco prima di raggiungere il filo del crestone, ecco la neve. Lo strato è subito consistente, una decina di centimetri, piuttosto bagnati; sotto c’è acqua che scorre a valle; le scarpette, scivolano: correre diventa problematico.

Nel chilometro che intercorre fra l’Alpe Merlo e la Sella Cavazza, la testa prende la decisione che segnerà il destino dei piedi e delle gambe: “Si va all’Alpe Loasa”.

Con tanti anni di Bisbino alle spalle, non l’ho mai vista: metto una pezza alla falla e, intanto, vedo dall’alto se ci sono possibili percorsi ciclistici dalla Valle della Crotta al Bisbino, la cui problematica ricerca dal basso mi ha impegnato due volte in queste ultime settimane.

“E dopo?”  Vediamo....

Alla Sella Cavazza, i piedi si attengono al progetto che, la testa, in pochi secondi  e con scarsa attenzione agli effetti collaterali, ha elaborato e si avventurano nella bella discesa, su bella mulattiera, bella innevata.


Sul primo tratto, quasi pianeggiante, si riesce a correre bene: la neve attutisce gli urti e non si scivola neppure; ma poi quando la pendenza si accentua, meglio rallentare.

Son due chilometri; storia abbastanza lunga per dar tempo di meditare, così, la testa conclude il progetto: “Si scende a Bruzella!”

“Ma lo sai dov’è Bruzella?”, intervengono timidamente le ginocchia. “Sì, sì ... credo ... è un po’ lunga ... ma così vediamo anche com’è la discesa dall’Alpe Loasa alla Valle della Crotta e capiamo se si può fare in salita in mbk.”

“Speriamo di no...” mormorano quadricipiti e polpacci.

Nell’ultimo tratto, il largo sentiero, scende, sempre innevato, sul filo di una breve cresta che procede verso nordest, poi l’abbandona con una brusca svolta, per approdare, in direzione opposta, all’ Alpe Loasa, dove la neve comincia a scemare.

Dall'alto, posso esaminare la Valle della Crotta e valutare i percorsi fatti per salire al Bugone con la mbk, (spingendo e trasportando la mbk), nelle due recenti occasioni. 

www.hikr.org/tour/post78282.html  www.hikr.org/tour/post78619.html

Individuo possibili migliorie, ma, obiettivamente e, come, del resto, era desumibile anche dalla lettura della carta, non vi è possibilità alcuna di salire da Crotta al Bugone stando sempre in sella.

Anche il sentiero che dall’Alpe Loasa scende alla strada che percorre la Valle della Crotta, è sicuramente molto bello, ma ciclistico, poco.

In discesa, una volta o l’altra, finirò per farlo, rassegnandomi a qualche tratto a piedi;  ma, in salita è roba per super professionisti, (e anche loro, credo, sarebbero costretti a fare dei buoni tratti con la bici in braccio.

Sbucato sulla Bruzella/Crotta, ridiscendo, con qualche risalita, invero, la Valle della Crotta, trotterellando sulla strada asfaltata, diventata, ultimamente, intima della mia mbk; raggiungo Bruzella e da lì scendo sulla strada della Val di Muggio. 

Mi sciroppo, secondo Geo Patacca, altri tremiladuecentotrenta metri (e, in bici, sono un'altra cosa!) e arrivo all’auto fra manifestazioni di insofferenza di muscoli e giunture.
Vedarem duman, remulass!


Tourengänger: Nevi Kibo


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