Monte Gringo (1082 m) – EMTB
|
||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Per la prima volta al Monte Gringo - Cima Nord, una panoramica vetta nel territorio comunale di Schignano, in Val d’Intelvi.
Inizio dell’escursione: ore 7.30
Fine dell’escursione: ore 15.05
Temperatura alla partenza: 5°C
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1012 hPa
Temperatura al rientro: 17,5°C
Velocità media del vento: 0 km/h
Sorgere del sole: 7.01
Tramonto del sole: 19.54
Sveglia alle 6:00, partenza da casa alle 7:05, arrivo a Sagno (735 m) alle 7:17, dopo 7,0 km d’auto.
Dopo soli undici giorni torno nella mia amata Valle d’Intelvi, alla scoperta di un’altra cima poco descritta in Hikr.org.
Parcheggiata l’auto al solito posto, in Via Bisbinia a Sagno, alle 7:30 mi avvio sulla ripida salita che porta all’acquedotto comunale e più avanti alla panoramica dorsale che sale al Monte Bisbino. Al confine di stato, 300 m dopo l’Alpe Cavazza, la abbandono e svolto a destra, in direzione dell’Alpe Böcc (1150 m). Una volta arrivato nell’alta Valle della Colletta appare il sole: in poco tempo l’aria si addolcisce e la pedalata è più piacevole. Dopo un’ora e dieci minuti dalla partenza arrivo alla Colma del Bugone, sotto il fantastico Fuatell. Viste le abbondanti precipitazioni dei giorni scorsi, mi aspetto di trovare la sterrata completamente infangata. Così non è. Per mia fortuna le poche pozzanghere sono quasi tutte aggirabili, in ogni caso non mi imbrattano di fango.
Sull’erta che sale alla Sella del Mortirolo (1290 m) cerco di consumare con parsimonia l’energia della batteria; il giro che ho programmato è infatti lungo e non vorrei rimanere a secco sul più bello. Inizia ora la discesa nella Valle d’Intelvi: ripida fino al Rifugio Binate (1200 m), ripidissima dopo la Colma di Binate (1133 m). A partire dalla località Treviglio (1058 m) per me è uno sconosciuto territorio da scoprire. Scendo velocemente verso la conca di Schignano su stradine acciottolate, rese insidiose dall’umidità o dall’abbondante acqua che scorre in superficie. Le piogge dei giorni scorsi hanno alimentato i torrenti secondari che confluiscono nel fiume Telo. Anche le fontane dei paesini della valle traboccano acqua inondando le vie.
Ai bordi della pista, la scultura di una mosca ricorda che presto mi troverò sul Sentiero delle Espressioni, un’esposizione che suppongo attiri in valle numerosi escursionisti, a giudicare dal numero di posteggi creati in diversi punti lungo la strada che sale verso Posa (840 m). Dei moderni cartelli segnaletici riportano il QR code che permette ai visitatori di ascoltare l’audioguida.
La pista che sale al Monte Gringo inizia di fianco all’area barbecue. È un avvio col botto: la stradina si inerpica immediatamente. Più avanti la pendenza comunque diminuisce e diventa pedalabile. Lungo il percorso vedo diverse baite in muratura, alcune delle quali abitate stabilmente. Dopo il superamento del Torrente Valle di Macchero attraverso l’insediamento dell’Alpe Bocòlo (960 m). Non vedo nessun segnavia che indichi il Monte Gringo. Per questo motivo continuo sulla pista in costante salita, sempre nel bosco. Mi ritrovo di fianco ad una recinzione invalicabile, con un cancello chiuso con tanto di lucchetto. Raggiunta una baita abbandonata, il sentiero termina. Decido di spingere la bici nel bosco fino a quando trovo un varco nella ramina. Entro nel pascolo, in prossimità di un alpeggio e seguo un sentierino che sale ulteriormente fino alla cima, a circa 1048 m di quota. Eccomi alla Cima Nord del Monte Gringo. Quella sud è di poco più alta. Dalla partenza da Sagno sono passate 3 h e 15 min. La piana sommitale è ancora parzialmente ricoperta dalla grandine caduta ieri.
Il panorama sul Lago di Como è imponente! La fatica è stata ripagata alla grande.

Panorama dal Monte Gringo
Ridisceso a Posa, imbocco la Via Rosa del Sasso passando da Marnico, Vesbio (710 m), fino a Perla (700 m). Qui comincia l’avventura. Chiedo informazioni ad un operatore ecologico comunale. Marco mi indica la ripidissima mulattiera che sale verso l’Alpe Bedolo, il Pian Perla e il Rifugio Prabello. Mi aspettano un paio d’ore di fatica immane, con tratti non pedalabili e con la batteria da tenere d’occhio. Per risparmiare la carica della batteria sono costretto a spingere la pesante bici, su terreno sdrucciolevole, come raramente mi era capitato. Per giunta, la mappa online non funziona.
Alle tredici e trenta pervengo, con grande sollievo, al Rifugio Prabello (1201 m). Da qui via conosco il percorso come le mie tasche, compresi i principali affioramenti di radici che si incontrano sul sentiero verso l’Alpe Bonello, nonché i tornanti della sterrata nella Valle Luasca, che mi porta a Cabbio (661 m).
Il lungo anello ciclistico si conclude dopo 7 h e 35 min dalla partenza. I dati dello smartwatch mi informano che il dislivello in salita è stato di 1770 m, in buona parte su terreno sconnesso.
Il desiderio e il piacere di scoprire nuovi territori mi ha spinto ancora una volta nella Valle d’Intelvi. L’itinerario che ho scelto comprende ripidissime discese nonché salite con pendenze importanti, adatte solo a ciclisti ben preparati o disposti a spingere la bici per lunghi tratti, al fine di non esaurire la batteria prima del rientro.
Tempo totale: 7 h 35 min
Tempi parziali
Posteggio sopra Sagno (735 m) – Alpe Böcc (1150 m): 50 min
Alpe Böcc (1150 m) – Rifugio Colma del Bugone (1119 m): 23 min
Rifugio Colma del Bugone (1119 m) – Rifugio Murelli (1200 m): 17 min
Rifugio Murelli (1200 m) – Rifugio Binate (1200 m): 25 min
Rifugio Binate (1200 m) – Posa (840 m): 33 min
Posa (840 m) – Monte Gringo (1082 m): 45 min
Dislivello in salita: 1770 m
Quota massima: 1290 m
Quota minima: 560 m
Velocità massima: 41,2 km/h
Sviluppo complessivo: 39,77 km
Consumo della batteria da 630 Wh: 94%
Pedalate: 6947
Frequenza cardiaca
FC media: 107 bmp
FC max: 185 bmp
Difficoltà: PD
Copertura della rete cellulare: Swisscom, zone d’ombra
Kommentare (4)