Strette del Casè - Valgrande


Publiziert von atal , 7. April 2014 um 13:38.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:14 September 2013
Wandern Schwierigkeit: T4+ - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 9:30
Aufstieg: 1500 m
Abstieg: 1500 m
Strecke:Cicogna - Bocchetta di Campo A/R in giornata
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada Genova - Gravellona Toce, uscita Baveno Stresa. Da Fondotoce si raggiunge Rovegro e quindi Cicogna. Partenza sull'ultimo tornante prima dell'inizio del paese. Indicazioni per Pogallo. Possibilità di parcheggio poco più avanti lungo la strada.
Unterkunftmöglichkeiten:Possibilità di pernottamento al bivacco Bocchetta di Campo, non gestito.
Kartennummer:CNS 285 Domodossola

Si tratta di un'escursione a lungo immaginata. Dopo avere fatto un giro di ricognizione sulla Cima Sasso e a Pogallo in primavera e dopo essermi documentato attingendo da diverse fonti, ho deciso di verificare di persona questo percorso, usato fino dal Medioevo dalla comunità di Cossogno per raggiungere i pascoli situati a nord del Pedum. A chi avesse la curiosità di approfondire gli aspetti storici suggerisco la lettura dell'ottimo libro "Cronache di terra lepontina" di Nino Chiovini.

Da Cicogna (700m circa ) si raggiunge Pogallo (778 m) in circa 1 ora seguendo la mulattiera. Arrivati a Pogallo si attraversa il gruppo di case fino ad arrivare ad una piccola edicola con l'immagine della Madonna. Si risale il pendio a destra dell'edicola seguendo un'esile traccia, inizialmente nell'erba. Entrando nella faggeta dopo pochi metri si incontra il tubo di plastica nera che porta l'acqua alla fontana di Pogallo. Si risale nella faggeta seguendo una traccia che sale zigzagando nel bosco mantenendosi a sinistra del tubo. Dopo pochi minuti si incontra un sentiero che taglia trasversalmente il pendio. Si segue il sentiero verso destra (segni di vernice rossa sui tronchi) fino ad attraversare due ruscelli fangosi e arrivare quindi ad un torrente sotto una bella cascata. Si guada il torrente e si risale la sponda opposta riprendendo il sentiero. [Al ritorno bisogna prendere la traccia più bassa tra le due che si presentano sul lato destro del torrente: quella più alta appare come la più evidente ma mi risulta che porti verso Corte del Piano.] Proseguendo lungo il sentiero si arriva ad un albero con la scritta "Cavrua" sul tronco e una freccia che indica chiaramente la direzione da prendere. Si imbocca quindi il sentiero che sale a sinistra e lo si percorre lungamente nella bella faggeta (segni di vernice rossa sui tronchi, qualche ometto) fino ad arrivare alla radura dell'alpe Cavrua (1410 m). Da Pogallo calcolare circa 1 ora di buon passo. Arrivati a Cavrua non conviene uscire nella radura ma contornarla verso destra rimanendo al limite del bosco, continuando a seguire i segni rossi sui tronchi. Se invece si preferisce salire in terreno aperto in direzione  dei ruderi, per ritrovare il sentiero bisogna puntare, nella parte bassa della radura, ad un albero isolato conformato come un grande cespuglio: dall'albero una traccia taglia in diagonale il pendio ricoperto di piante di mirtillo e riporta nel bosco verso destra fino ad incontrare nuovamente la traccia che da questo punto scende fino al greto del rio Cavrua, che si guada in corrispondenza di un masso con una grossa freccia rossa e gialla. [Al ritorno fare attenzione a non scendere lungo il torrente sul suo lato destro, dove ci sono dei segni di vernice sbiaditi: il percorso giusto per ritornare verso Cavrua attraversa il torrente all'altezza del masso con la freccia.] Dopo il guado il sentiero arriva ad una pietraia e quindi traversa su una paretina inclinata (segni rossi evidenti, nessuna difficoltà) fino ad arrivare sul greto di un rigagnolo (secco a fine estate) che si risale sul lato sinistro fino a quando lo si abbandona per continuare a traversare il ripido versante est della Cima Sasso in direzione NO. Nella parte seguente dell'itinerario, il percorso presenta passaggi su roccette e altri nell'erba alta. Non ci sono particolari difficoltà ma è richiesta costante attenzione perché il versante è ripido, si cammina spesso sopra salti di roccia e l'erba altissima impedisce di vedere come si presenta il terreno su cui si poggia il piede. L'orientamento non è difficile perché comunque ci sono segni rossi e ometti nei punti in cui ci sono dei cambi di direzione. Si arriva così al greto del rio di Ghina, oltre il quale ci sono i cosiddetti Prati di Ghina: un ripido pendio erboso con salti di roccia. Considerare circa 45' da Cavrua. Si arriva sul greto in corrispondenza di un masso con una freccia rossa sbiadita (ridotta ad una riga), da tenere bene presente al ritorno. Dal masso la traccia segnata non attraversa verso i prati di fronte (come farebbe supporre la direzione della freccia) ma prima risale brevemente tra i massi del greto (segni di vernice), poi inizia a risalire nell'erba verso destra. Il sentiero sale fino a portarsi sotto una barriera di roccia con una caratteristica macchia bianca sulla sinistra (non è vernice ma l'inclusione di una roccia più chiara) e la aggira a sinistra entrando in un canalino. Più in alto si presenta un'altra barriera di roccia analoga alla precedente: questa presenta un grande segno di vernice bianca e rossa sul suo lato sinistro. Anche questo salto di roccia viene aggirato sulla sinistra entrando in un canalino erboso molto ripido. Più sopra si risale l'imbuto erboso terminale puntando alla sella sulla sinistra, dove terminano i prati di Ghina e iniziano le strette del Casè (1850 m circa). Considerare circa 45 minuti dall’attraversamento del rio di Ghina. Fino qui con un buon allenamento e conoscendo già il percorso, secondo me è teoricamente fattibile in circa 3h30' dalla macchina escluse soste e perdite di tempo per individuare il percorso nei punti di raccordo tra un tratto l'altro. Le difficoltà maggiori dal punto di vista dell'orientamento le ho incontrate a Pogallo, a Cavrua e nei prati di Ghina, non disponendo di una descrizione chiara dell'itinerario. Comprese le soste (ridotte al minimo indispensabile) e la ricerca del sentiero fino qui ho impiegato 4h20'.

Dalla sella in cima ai prati di Ghina il sentiero traversa sul versante della val Cavrì e scende ripido nella prima stretta, quindi risale brevemente e scende nella seconda stretta: un camino gradinato attrezzato con corrimano metallico. Il manufatto è solidissimo e risale alla fine dell'800. Il sentiero attraversa brevemente e scende un ripido canalino, poi risale ad una sella (1850 m circa) che riporta sul versante della Val Pogallo. Oltre alla sella, la traccia risale la spalla tra rododendri e facile roccette, traversa il versante verso destra (lato val Pogallo) e risale ripido con diversi passaggi tra rocce instabili fino a guadagnare un’altra sella che riporta sul versante della val Cavrì (1950 m circa). [Al ritorno bisognerà fare attenzione a non scendere troppo il pendio verso la Val Pogallo ma a seguire la traccia che porta ad un certo punto a puntare decisamente a destra rispetto alla direzione di discesa fino a quel momento.] Si scende attraversando una piccola frana, facendo attenzione a dove si mettono i piedi. Il sentiero risale ripido ad un colletto e ridiscende ripido fino ad incrociare un canale roccioso dove inizia l'ultima salita, che è la più impegnativa. Inizialmente si sale su roccette (segni rossi), insidiose se bagnate, poi la traccia sale con delle svolte tra erba e sassi fino a puntare alla base di uno stretto camino roccioso che si risale con un passaggio di arrampicata (che valuto come II grado), da rifare anche in discesa [Scendendo ho provato ad affrontare la paretina a destra del camino, ma si tratta di un passaggio più esposto e non consigliabile]. Sopra il camino si esce sulla sella (2020 m circa) che immette nel fornale del Pedum in vista del rifugio Bocchetta di campo, in corrispondenza alla targa commemorativa che indica la fine delle strette del Casè (circa 1 ora dalla fine del prato di Ghina).
In totale, comprese soste e incertezze sul percorso, ho impiegato 5h30' per la salita e 4 h per la discesa.

Da tenere presente prima di decidere di affrontare questa escursione: si tratta di un itinerario lungo e faticoso se percorso in giornata, attraverso ambienti isolati e inselvatichiti: io non ho incontrato nessuno oltre Pogallo, quindi la sensazione di isolamento per l'intera giornata è stata totale. La segnaletica è migliore di come me la aspettassi ma in alcuni punti (segnalati nella relazione) è facile non capire dove si debba andare, e questa difficoltà si può presentare anche al ritorno. Le "strette" propriamente dette iniziano quando probabilmente avrete già camminato per più o meno 4h e consistono in un susseguirsi di ripide salite e altrettanto ripide discese su un terreno che in alcuni tratti si presenta infido e/o esposto, da evitare in caso di pioggia. Assolutamente da non sottovalutare anche la lunga traversata da Cavrua ai prati di Ghina: qui la traccia è esigua, traversa sopra salti di roccia e spesso non si vede dove si mette il piede (radici, a volte rami scivolosi sospesi sul vuoto) perché l'erba è altissima e nasconde tutto. Anche i prati di Ghina, a dispetto del nome rassicurante, sono in realtà uno scivolo erboso interrotto da muraglie di roccia.

Tourengänger: atal


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Kommentare (4)


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danicomo hat gesagt:
Gesendet am 7. April 2014 um 14:51
Interessante, belle zone, informazioni di prima mano e belle foto.
Volendo salire il Pedum forse è meglio la via dalla Bocchetta di Scaredi?
Saluti
Daniele

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 7. April 2014 um 17:49
Una settimana dopo il giro delle Strette, sono salito sul Pedum passando proprio dalla bocchetta di Scaredi. Al ritorno sono passato dall'Alpe Campo di Sopra. Abbinare il Pedum alle Strette richiede circa 2 ore in più tempo rispetto all'accesso da Scaredi con partenza dalla Valle Loana.

danicomo hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. April 2014 um 10:36
Per capire...
Vedo dalla carta che ci sono vari saliscendi da Scaredi al Pedum.
Sai dirmi, approssimativamente, i tempi dall'auto al Pedum e il dislivello?
Scusa se approfitto della tua conoscenza dei luoghi
Grazie
Daniele

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. April 2014 um 12:50
Daniele, sto preparando la relazione della salita al Pedum.


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