Rif.Cazzaniga : eno-gastro-camminata tra neve e pioggia
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Viste le pessime previsioni x il week-end, che sembrano lasciare spazio solo ad una breve escursione in mattinata, sono ormai quasi convinto a fare un rapido giretto sopra l'alpe del Vicere', giusto per smuovere la gambe dopo la faticaccia di sabato al Grignone.So già che prob. mi aspetta un terribile giro x centri commerciali con le mie "donne" al pomeriggio.....
Venerdì sera arriva invece la telefonata di Massimo, che mi propone un giro ad Artavaggio dal culmine di San Pietro, con lunga sosta pranzo in rifugio, vista la meteo, e così mi salva la giornata. Accetto subito anche xchè da li non l'ho ancora mai fatta, così colmo anche questa lacuna.
Ritrovo alle 8.00 al Bione con Massimo e ivanbutti, nessun altro raccoglie questa proposta, anche xchè sappiamo bene che prenderemo acqua, non ancora quanta e da dove.....Alle 8.45 siamo al parcheggio dove inizia la sterrata, pronti a partire, c'è una leggera pioggerella, vista anche la poca neve in giro a quella quota, e pensando di trovarla solo molto più in alto, prendiamo la pessima decisione di lasciare le ciaspole in macchina, visto anche la difficoltà di coprire gli zaini con le stesse attaccate....Ci pentiremo presto di questa decisione.
Nel primo chilometro la neve c'è solo a tratti, in pochi punti, ma non molto dopo nel fitto bosco ne troviamo subito in maniera costante e molta più di quanto pensassimo. E ovviamente non è per niente gelata, vista la temperatura mite, anzi è piuttosto molle e scivolosa, c'è una specie di traccia abb. portante, ma se si mette un passo fuori si sprofonda parecchio. Il sentiero gira a lungo intorno alla montagna, salendo molto lentamente , passiamo diverse vallette dove ci sono state piccole slavine, e altre sembrano incombere minacciose, su alcuni pendii ripidi si sentono ed intravedono piccole scariche. Dopo circa un'ora e mezza siamo al bivio, qui comincia ad esserci neve ancora immacolata, segno di nevicate + recenti, smette anche di piovere, così ci scopriamo togliendo i giubbetti che ci hanno fatto sudare parecchio nella 1a parte. Quando arriviamo in vista della piana bassa di Artavaggio, dove ci sono alcune baite e i resti di vecchi impianti, la nebbia aumenta considerevolmente, non si vedono i punti di riferimento, né il Sodadura né altro, tanto che girovaghiamo un po nella piana in quella che prob. è la pista da fondo, prima di capire la direzione giusta x salire ai Piani, anche grazie all'unico altro gruppo di escursionisti incontrato, che sembra avere le idee chiare.
Incredibile come sia difficile orientarsi con una nebbia così bassa, come tutto appaia uguale e piatto, anche in posti relativamente facili e conosciuti. In pochi minuti siamo ai Piani, imbocchiamo la ripida pista segnata dai paletti che in circa quaranta minuti ci porta alla piana alta, ora nevica bene, passiamo il rif. Nicola ed arriviamo al rif. Cazzaniga giusto a mezzogiorno, appena in tempo x evitare la fastidiosa neve ghiacciata che il vento ci schiaccia sulla faccia. Max propone di fare una scelta di qualità e di mangiare qui, ed in effetti si rivelerà una scelta molto giusta ed apprezzata. C'è solo un altro gruppo di escursionisti, la moglie del rifugista ci delizia con un ottimo piatto di pizzoccheri con verze e broccoli, davvero squisiti, che abbiniamo a una buona bottiglia di vino rosso "Ru", davvero un'ottima scoperta. Poi ci facciamo un tagliere di formaggi (al solo nome non so proprio dire no...), di capra e di mucca, uno + buono dell'altro, una menzione speciale x lo zola di capra e lo strachitunt. Ce li gustiamo con una deliziosa conserva nostrana di cipolle di tropea.............deliziosa! Ci concediamo anche un bis con abbinamento di un delizioso vino liquoroso (tipo vin santo)! E per non farci mancar nulla, oggi Max è scatenato e ci tenta, ci concediamo anche un dolce.....cioccolato e pere è un'altra delle cose a cui non so resistere! Chiacchieriamo amabilmente con il rifugista, fuori il vento e la neve la fanno da padrone, quindi non c'è fretta. Caffè, un'ottima grappa barricata, e un genepì finale, ci accompagnano quasi alle tre.
E' tempo di rivestirsi x scendere, ci copriamo bene, fuori c'è sempre la nebbia, nevica bene, quasi ghiaccio, e il forte vento completano il quadro. Scendiamo in fretta fino ai piani, poi giù decisi x il sentiero fatto all'andata, quasi "scivoliamo" bene sulla neve molle, giunti al bivio la neve ci lascia e comincia a piovere, a tratti debolmente, a tratti più intensamente, evitiamo di aprire gli ombrellini un po preferendo impugnare i bastoncini x evitare scivolate e un po x solidarietà con Ivan che ha lasciato il suo in macchina. Cerchiamo di percorrere in fretta la strada restante, ma è lunga ed arriviamo alla macchina verso le 5.20, belli "umidi" direi anche fradici. Visto che piove bene, non perdiamo tempo a cambiarci, ci fiondiamo in macchina, alle sei siamo a Lecco e ci si saluta in fretta, abbiamo tutti voglia di una bella e lunga doccia calda.
Bel giro, il meteo pessimo era previsto.
Ottima compagnia, grande pranzo!
Sono molto soddisfatto.
Alla prossima.
ivanbutti Il rischio di prendere acqua, specie il pomeriggio, era ben noto, ma abbiamo preferito comunque non restare a casa. Col senno di poi sarebbe forse stato meglio avere le ciaspole per l'andata, perchè il continuo scivolamento ha reso il cammino molto più faticoso, ma va bene anche così. Le ultime 4 righe della relazione di Mario numbers riassumono comunque benissimo il senso dell'escursione, mi associo al 100%.
Venerdì sera arriva invece la telefonata di Massimo, che mi propone un giro ad Artavaggio dal culmine di San Pietro, con lunga sosta pranzo in rifugio, vista la meteo, e così mi salva la giornata. Accetto subito anche xchè da li non l'ho ancora mai fatta, così colmo anche questa lacuna.
Ritrovo alle 8.00 al Bione con Massimo e ivanbutti, nessun altro raccoglie questa proposta, anche xchè sappiamo bene che prenderemo acqua, non ancora quanta e da dove.....Alle 8.45 siamo al parcheggio dove inizia la sterrata, pronti a partire, c'è una leggera pioggerella, vista anche la poca neve in giro a quella quota, e pensando di trovarla solo molto più in alto, prendiamo la pessima decisione di lasciare le ciaspole in macchina, visto anche la difficoltà di coprire gli zaini con le stesse attaccate....Ci pentiremo presto di questa decisione.
Nel primo chilometro la neve c'è solo a tratti, in pochi punti, ma non molto dopo nel fitto bosco ne troviamo subito in maniera costante e molta più di quanto pensassimo. E ovviamente non è per niente gelata, vista la temperatura mite, anzi è piuttosto molle e scivolosa, c'è una specie di traccia abb. portante, ma se si mette un passo fuori si sprofonda parecchio. Il sentiero gira a lungo intorno alla montagna, salendo molto lentamente , passiamo diverse vallette dove ci sono state piccole slavine, e altre sembrano incombere minacciose, su alcuni pendii ripidi si sentono ed intravedono piccole scariche. Dopo circa un'ora e mezza siamo al bivio, qui comincia ad esserci neve ancora immacolata, segno di nevicate + recenti, smette anche di piovere, così ci scopriamo togliendo i giubbetti che ci hanno fatto sudare parecchio nella 1a parte. Quando arriviamo in vista della piana bassa di Artavaggio, dove ci sono alcune baite e i resti di vecchi impianti, la nebbia aumenta considerevolmente, non si vedono i punti di riferimento, né il Sodadura né altro, tanto che girovaghiamo un po nella piana in quella che prob. è la pista da fondo, prima di capire la direzione giusta x salire ai Piani, anche grazie all'unico altro gruppo di escursionisti incontrato, che sembra avere le idee chiare.
Incredibile come sia difficile orientarsi con una nebbia così bassa, come tutto appaia uguale e piatto, anche in posti relativamente facili e conosciuti. In pochi minuti siamo ai Piani, imbocchiamo la ripida pista segnata dai paletti che in circa quaranta minuti ci porta alla piana alta, ora nevica bene, passiamo il rif. Nicola ed arriviamo al rif. Cazzaniga giusto a mezzogiorno, appena in tempo x evitare la fastidiosa neve ghiacciata che il vento ci schiaccia sulla faccia. Max propone di fare una scelta di qualità e di mangiare qui, ed in effetti si rivelerà una scelta molto giusta ed apprezzata. C'è solo un altro gruppo di escursionisti, la moglie del rifugista ci delizia con un ottimo piatto di pizzoccheri con verze e broccoli, davvero squisiti, che abbiniamo a una buona bottiglia di vino rosso "Ru", davvero un'ottima scoperta. Poi ci facciamo un tagliere di formaggi (al solo nome non so proprio dire no...), di capra e di mucca, uno + buono dell'altro, una menzione speciale x lo zola di capra e lo strachitunt. Ce li gustiamo con una deliziosa conserva nostrana di cipolle di tropea.............deliziosa! Ci concediamo anche un bis con abbinamento di un delizioso vino liquoroso (tipo vin santo)! E per non farci mancar nulla, oggi Max è scatenato e ci tenta, ci concediamo anche un dolce.....cioccolato e pere è un'altra delle cose a cui non so resistere! Chiacchieriamo amabilmente con il rifugista, fuori il vento e la neve la fanno da padrone, quindi non c'è fretta. Caffè, un'ottima grappa barricata, e un genepì finale, ci accompagnano quasi alle tre.
E' tempo di rivestirsi x scendere, ci copriamo bene, fuori c'è sempre la nebbia, nevica bene, quasi ghiaccio, e il forte vento completano il quadro. Scendiamo in fretta fino ai piani, poi giù decisi x il sentiero fatto all'andata, quasi "scivoliamo" bene sulla neve molle, giunti al bivio la neve ci lascia e comincia a piovere, a tratti debolmente, a tratti più intensamente, evitiamo di aprire gli ombrellini un po preferendo impugnare i bastoncini x evitare scivolate e un po x solidarietà con Ivan che ha lasciato il suo in macchina. Cerchiamo di percorrere in fretta la strada restante, ma è lunga ed arriviamo alla macchina verso le 5.20, belli "umidi" direi anche fradici. Visto che piove bene, non perdiamo tempo a cambiarci, ci fiondiamo in macchina, alle sei siamo a Lecco e ci si saluta in fretta, abbiamo tutti voglia di una bella e lunga doccia calda.
Bel giro, il meteo pessimo era previsto.
Ottima compagnia, grande pranzo!
Sono molto soddisfatto.
Alla prossima.
ivanbutti Il rischio di prendere acqua, specie il pomeriggio, era ben noto, ma abbiamo preferito comunque non restare a casa. Col senno di poi sarebbe forse stato meglio avere le ciaspole per l'andata, perchè il continuo scivolamento ha reso il cammino molto più faticoso, ma va bene anche così. Le ultime 4 righe della relazione di Mario numbers riassumono comunque benissimo il senso dell'escursione, mi associo al 100%.
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