Strada per il Culmine San Pietro - Monte Sodadura (un giorno di quasi pioggia e un prato giallo oro)
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Di tutta l'escursione un paesaggio mi è rimasto particolarmente nella memoria e nel cuore: un prato dorato, completamente giallo dorato perché pieno di botton d'oro (ho fatto ricerche: il botton d'oro si chiama Trollius europaeus e appartiene alla famiglia delle Ranuncolacee). Mi sono letteralmente perso nel giallo...
Veniamo all'escursione: lunga ma non particolarmente impegnativa (certo, con la funivia si arriva molto prima!!!).
Si lascia l'auto lungo la strada che da Moggio porta verso il culmine San Pietro. dopo cinque chilometri, più o meno, si nota sulla sinistra l'imbocco di una stradina agro-silvo-pastorale che si inoltra in una faggeta. Ogni tanto ci sono aperture nella vegetazione che permettono di vedere Resegone e Due Mani (tranne quando ci sono andato io: Resegone e Due Mani più che altro si immaginavano nella foschia..). Seguendo sempre la suddetta stradina si risale la valle e si arriva infine ad un bivio (o meglio quadrivio) dal quale si può vedere il Monte Sodadura e i Piani di Artavaggio. La stradina porta all'ex Albergo Sciatori (non lo si può confondere: personalmente lo trovo diciamo discutibile dal punto di vista architettonico..) e alla chiesa dei Piani di Artavaggio. Si segue quindi la strada principale fino ad arrivare all'inconfondibile sagoma a doppia piramide del Rifugio Nicola. Da qui al Sodadura non manca molto e le indicazioni sono chiare. Sulla cima una croce e una Madonnina con bambino. La discesa sul versante opposto non è niente di che purchè si stia attenti alle tracce di sentiero e al precipizio verso sud. Si arriva quindi al Passo Sodadura e da lì si torna indietro, senza risalire sul Sodadura, seguendo il sentiero 101 delle Orobie Occidentali che porta al Rifugio Cazzaniga-Merlini, a breve distanza dal Rifugio Nicola incontrato in precedenza. da qui, volendo, si può ripercorrere la strada con la quale si è arrivati. propongo invece un'interessante deviazione: dal rifugio Cazzaniga si seguono le indicazioni per il sentiero degli stradini (che porta ai Piani di Bobbio) e si arriva quasi fino alla Casera Campelli (con il laghetto annesso). Ad un certo punto, in vista del laghetto si incrocia la stradina che porta alla casera ma la si segue in direzione opposta arrivando così ai piani di Artavaggio. Lungo questa sterrata si passa dal prato dorato di cui parlavo all'inizio della descrizione dell'escursione, con una bella veduta sullo Zuccone Campelli e il Rifugio Cazzaniga.
Veniamo all'escursione: lunga ma non particolarmente impegnativa (certo, con la funivia si arriva molto prima!!!).
Si lascia l'auto lungo la strada che da Moggio porta verso il culmine San Pietro. dopo cinque chilometri, più o meno, si nota sulla sinistra l'imbocco di una stradina agro-silvo-pastorale che si inoltra in una faggeta. Ogni tanto ci sono aperture nella vegetazione che permettono di vedere Resegone e Due Mani (tranne quando ci sono andato io: Resegone e Due Mani più che altro si immaginavano nella foschia..). Seguendo sempre la suddetta stradina si risale la valle e si arriva infine ad un bivio (o meglio quadrivio) dal quale si può vedere il Monte Sodadura e i Piani di Artavaggio. La stradina porta all'ex Albergo Sciatori (non lo si può confondere: personalmente lo trovo diciamo discutibile dal punto di vista architettonico..) e alla chiesa dei Piani di Artavaggio. Si segue quindi la strada principale fino ad arrivare all'inconfondibile sagoma a doppia piramide del Rifugio Nicola. Da qui al Sodadura non manca molto e le indicazioni sono chiare. Sulla cima una croce e una Madonnina con bambino. La discesa sul versante opposto non è niente di che purchè si stia attenti alle tracce di sentiero e al precipizio verso sud. Si arriva quindi al Passo Sodadura e da lì si torna indietro, senza risalire sul Sodadura, seguendo il sentiero 101 delle Orobie Occidentali che porta al Rifugio Cazzaniga-Merlini, a breve distanza dal Rifugio Nicola incontrato in precedenza. da qui, volendo, si può ripercorrere la strada con la quale si è arrivati. propongo invece un'interessante deviazione: dal rifugio Cazzaniga si seguono le indicazioni per il sentiero degli stradini (che porta ai Piani di Bobbio) e si arriva quasi fino alla Casera Campelli (con il laghetto annesso). Ad un certo punto, in vista del laghetto si incrocia la stradina che porta alla casera ma la si segue in direzione opposta arrivando così ai piani di Artavaggio. Lungo questa sterrata si passa dal prato dorato di cui parlavo all'inizio della descrizione dell'escursione, con una bella veduta sullo Zuccone Campelli e il Rifugio Cazzaniga.
Tourengänger:
ro64

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