Cima della Duaria da Sala Comacina (CO)


Publiziert von rambaldi , 6. März 2014 um 21:15.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 2 März 2014
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT2 - Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1200 m

Dal Borgo di Sala Comacina sale una mulattiera verso i monti Oggiolo, Rodolo e Calneva. La mulattiera esce dal centro storico tramite un sotto passo e incrocia la mulattiera che ora è chiamata green way del Lario in corrispondenza di una cappella. Si prosegue sulla green way per poche decine di metri verso Colonno per trovare un bivio, un po' nascosto dalle case, dove la mulattiera riprende a salire. Il primo tratto è molto panoramico, si attraversano terrazze coltivare ad ulivi risalendo ripidi tornanti.
Su uno di questi, a destra in corrispondenza di un rustico, si stacca il sentiero mezza costa che porta al santuario della Madonna del Soccorso di Ossuccio passando poco a monte della torre del Soccorso, di recente diventata bene del FAI.
Io proseguo in salita, la mulattiera si inoltra nel bosco fino a raggiungere una cappella dove si trova un altro bivio. Proseguendo a sinistra in breve si raggiungono i tre monti.
Arrivato a Calneva, ignoro le deviazioni mezza costa verso i monti Prati a sinistra e Gravona a Destra. Proseguo diritto in Salita verso l'alpe di Sala. E' necessario calzare le ciaspole perché la neve fresca inizia ad essere abbondante. A monte di Calneva si trova una maestosa fontana in pietra, la aggiro a sinistra e trovo la casereccia che scende dall'alpe. La neve è pesante e la progressione comincia a diventare parecchio faticosa.
Raggiunta l'alpe sala mancherebbe poco alla cima della Duaria. La strada prosegue a destra dell'alpe lambendo un bosco di abeti che con la neve rende l'ambiente vagamente 'nordico'.
La fatica si fa sentire, ad ogni passo sprofondo di 40 - 50 cm, capisco che non arriverò al monte di Lenno mia meta iniziale.
Superati un paio di tralicci dell'alta tensione potrei salire in cima al Duaria seguendo il crinale sud. Vista la fatica decido invece di aggirare la cima, seguendo ancora la casereccia, per salire dal crinale ovest, più dolce. Dopo un centinaio di metri mi rendo conto che allungando il percorso devo battere ulteriore neve pesante continuando a consumare energie anche se recupero un po' il fiato. Mi decido quindi a salire in verticale lungo la linea di massima pendenza, protetto dal bosco di Larici. La salita è faticosissima, farò un 'migliaio' di pause lungo poco meno di 200 metri di dislivello. Però il panorama dalla cima mi ripaga di tutto.
Scendo dal versante opposto verso il rifugio Boffalora, per sicurezza mi mantengo a filo del bosco anche se in realtà il pendio non è eccessivamente ripido. La discesa è molto godibile, c'è un sacco di neve. Uscito dal bosco arrivo sulla strada che raggiunge il rifugio da Pigra e poi prosegue verso il Venini. Tutto è sommerso dalla neve, non è passato ancora nessun mezzo meccanico e pare di essere in un ambiente incontaminato.
A Boffalora decido di non scendere dalla mulattiera che porta a Gravona: il tratto mezza costa non mi attira, vedo una piccola slavina che scivola lentamente a valle proprio sotto la mulattiera. Niente di che, però passare sotto il pendio proprio ora che il sole si è fatto molto caldo non è l'ideale. Inoltre dovrei ancora battere neve, seppur in piano, e sono ancora senza energie. Scendo quindi sul versante opposto lungo il crinale verso il bosco, così almeno il primo tratto sulla neve non sarà faticoso. Sulla carta vedo che nel bosco dovrei incrociare un paio di sentieri secondari che scendono in val Perlana. In effetti oltrepasso il primo sentiero senza notarlo, probabilmente era nascosto dalla neve. Per fortuna però trovo il secondo grazie sopratutto ad una serie di bolli 'non ufficiali' in vernice gialla o rossa che mi aiutano a scendere verso i rustici di Rovello per poi raggiungere la mulattiera che scende da San Benedetto. In effetti senza questi bolli avrei fatto molta fatica a evitare vallecole e dirupi in un bosco reso molto scivoloso dal fango e con parecchie piante schiantate.
Raggiunta la mulattiera, vinta facilmente la tentazione di salire a San Benedetto, scendo al santuario della Madonna del soccorso e torno a Sala lungo il rilassante sentiero 'degli ulivi', a mezza costa, che porta alla torre del Soccorso. Il sentiero parte proprio sotto il Santuario, sulla destra. Imboccata la deviazione incrocio subito un "trivio" dove ricordavo ci fosse un'indicazione del tipo 'per la torre'. Non trovandola scelgo il sentiero centrale che in breve capisco essere quello giusto.
 

Tourengänger: rambaldi
Communities: Hikr in italiano


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentare (2)


Kommentar hinzufügen

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 6. März 2014 um 22:54
Bellissimo giro, magnifici luoghi e splendide foto, le quali mi fanno ancora una volta ricordare di come la nostra zona prealpino-insubrica tra monti, laghi e pianura faccia accapponare la pelle per il suo immutabile splendore.
Ciao

rambaldi hat gesagt: RE:
Gesendet am 7. März 2014 um 23:09
Concordo totalmente.

ciao


Kommentar hinzufügen»