Tris Gambarognese: Monte Gambarogno, Paglione, Covreto - SKT
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Il bollettino valanghe non annuncia per oggi miglioramenti per il Sopraceneri; oltralpe sono previsti venti a 55 km/h a tutte le quote e in tutte le zone, quindi cosa rimane? Il buon vecchio Sottoceneri! (tanto l’inverno non scappa e la neve nemmeno: la meteo favorevole dei prossimi giorni sistemerà le cose, auspicabilmente).
Da questa scelta “per esclusione” salta fuori una gita tenuta in caldo da parecchio tempo, cioè da quando, passeggiando una volta sul lungolago di Ascona, ebbi ad accorgermi della possibile concatenazione di cime sull’altra sponda del Verbano.
Queste condizioni – riscontrabili non così spesso a inizio marzo – mi invogliano a intraprendere questo giro, e già che non ho mezzi per tornare all’auto fuorché i miei legni, lo ripercorro anche in senso inverso (almeno lo memorizzerò bene per un’eventuale ripetizione/integrazione…)
Dunque, a grandi linee: Alpe di Neggia – Monte Gambarogno – Sant’Anna –Paglione – Covreto - e ritorno. Tre salite e tre discese:
- Alpe di Neggia – Monte Gambarogno: salita velocissima per neutralizzare il vento che soffia imperioso. Cornici in vetta.
- Monte Gambarogno – Sant’Anna: discesa critica, su una delle nevi peggiori della stagione. Cartone sfondante pericoloso: bisogna scendere cercando di limitare i danni. Tutta all’ombra.
- Sant’Anna – Paglione – Covreto: salita al sole su cartone e neve molle tutta da tracciare. La discesa è però godibile su buona neve rimollata.
- Sant’Anna – Monte Gambarogno: salita faticosa al sole su polvere (ma da dove è saltata fuori?) e talora su neve trasformata primaverile. Ancora incerto se valutare PD la discesa (il cartone può avermi inconsciamente influenzato…), mi convinco che la salita, il PD, lo vale tutto. Per il resto trattasi di una gita semplice, da valutare F
- Monte Gambarogno – Alpe di Neggia: bella discesa su Sulz primaverile e nell’ultimo tratto addirittura su neve compatta pistata. Essendo la settimana di Carnevale (e con abbondanza di neve) gli impianti sono in funzione (un po’ a singhiozzo, ma in funzione) e quindi il gatto fa il suo lavoro.
Considerazione finale (un po’ da Catalano, ma repetita iuvant): esposizione e condizioni della neve e della meteo influiscono sulla fatica molto più del dislivello e dello sviluppo. Al ritorno dal Molare ero fresco come una rosa (1400 m/disl.), oggi (1000 m/disl.) mi sembrava di aver preso una scarica di bastonate. Gita comunque raccomandabile, se non altro per i paradisiaci panorami sul Verbano e sulla cresta alpina e prealpina.

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