Anello al Bisbino da Morbio Superiore
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Dopo tanto tempo lontano dalle amate montagne, avevo voglia oggi di fare un po' di chilometri sulle terre alte ma ero altresì ben consa
La scelta di vagabondare in val di Muggio puntando al monte Bisbino, ha soddisfatto tutte le condizioni preliminari.
A Morbio Superiore, parcheggio di fronte alla casa municipale e mi avvio in direzione del Bisbino su percorsi magistralmente segnalati. Attraverso il paese, alzandomi un po' e marcio ora su sentiero, ora su strada asfaltata sino ad abbandonarla definitivamente quando risalgo un ampio costone che adduce alla località San Martino dove c'è una bella chiesetta e il panorama è da subito stupendo (sono a 740 metri), complice una giornata limpidissima ed insolitamente fredda, dati i tempi.
Dopo San Martino, si può scegliere se attaccare il Bisbino per strada forestale o seguendo il "sentiero panoramico". Visto che la seconda scelta necessita poche decine di minuti in più, opto per la questa, mi abbasso un poco, attraverso il borgo di Sagno e ricomincio a salire nel bosco su ampia mulattiera. Questa esce su una cresta boschiva dalla quale è possibile vedere la meta di giornata e il percorso (lungo) da compiere, visto che occorrerà seguire la cresta verso nord e successivamente compiere un semicerchio che giunge in vetta. Dopo qualche chilometro di marcia, avendo guadagnato quota, incontro la neve che si fa sempre più diffusa sino a divenire una copertura totale. La bassa temperatura ha mantenuto la coltre nevosa molto portante, pertanto la progressione è facilissima pure senza ciaspole (le ho sulle spalle ma non le metterò mai ai piedi) e questo mi fa decidere di rimanere in cresta, gustandomi vari up&down in ambiente di grande bellezza. Per chi volesse fare meno fatica, è possibile tagliare le cresta con traversi ad essa sottostanti.
Con un ultimo breve ma ripidissimo pendio (almeno 35°), giungo, due ore e mezza dopo la partenza, sulla vetta del Bisbino. La cima non è un granchè perché troppo urbanizzata (arriva anche una carrabile asfaltata da Menaggio) e deturpata da ripetitori che, assieme ai numerosi abeti, precludono parzialmente la vista che potrebbe essere maestosa e che mostra pure la città di Como con il suo lago.
Dopo una pausa pranzo, scendo per la via di salita, mi ritrovo in cresta e, avendo abbandonato sul nascere l'idea della traversata al Gordona (troppo lunga e ad alto rischio di fallimento viste le condizioni), ad un cartello segnavia piego verso l'alpe Loasa che raggiungo dopo trenta minuti e varie parolacce su neve ora cedevole. L'alpe, caricata tutto l'anno, si trova a quota 968 metri ed un piccolo paradiso bucolico dove un elegantissimo caprone la fa da padrone.
Dall'alpe, seguendo gli omnipresenti segnavia, scendo verso Bruzella e da qui, un po' su sentieri e un po' su cantonale, in circa un'ora ritorno a Morbio dove mi attende l'auto.
Sviluppo: 21 km; SE: 30 km circa.
Tempi comprensivi di pause (45 min circa).
pevole di una condizione fisica piuttosto approssimativa e del rischio valanghe in quota.La scelta di vagabondare in val di Muggio puntando al monte Bisbino, ha soddisfatto tutte le condizioni preliminari.
A Morbio Superiore, parcheggio di fronte alla casa municipale e mi avvio in direzione del Bisbino su percorsi magistralmente segnalati. Attraverso il paese, alzandomi un po' e marcio ora su sentiero, ora su strada asfaltata sino ad abbandonarla definitivamente quando risalgo un ampio costone che adduce alla località San Martino dove c'è una bella chiesetta e il panorama è da subito stupendo (sono a 740 metri), complice una giornata limpidissima ed insolitamente fredda, dati i tempi.
Dopo San Martino, si può scegliere se attaccare il Bisbino per strada forestale o seguendo il "sentiero panoramico". Visto che la seconda scelta necessita poche decine di minuti in più, opto per la questa, mi abbasso un poco, attraverso il borgo di Sagno e ricomincio a salire nel bosco su ampia mulattiera. Questa esce su una cresta boschiva dalla quale è possibile vedere la meta di giornata e il percorso (lungo) da compiere, visto che occorrerà seguire la cresta verso nord e successivamente compiere un semicerchio che giunge in vetta. Dopo qualche chilometro di marcia, avendo guadagnato quota, incontro la neve che si fa sempre più diffusa sino a divenire una copertura totale. La bassa temperatura ha mantenuto la coltre nevosa molto portante, pertanto la progressione è facilissima pure senza ciaspole (le ho sulle spalle ma non le metterò mai ai piedi) e questo mi fa decidere di rimanere in cresta, gustandomi vari up&down in ambiente di grande bellezza. Per chi volesse fare meno fatica, è possibile tagliare le cresta con traversi ad essa sottostanti.
Con un ultimo breve ma ripidissimo pendio (almeno 35°), giungo, due ore e mezza dopo la partenza, sulla vetta del Bisbino. La cima non è un granchè perché troppo urbanizzata (arriva anche una carrabile asfaltata da Menaggio) e deturpata da ripetitori che, assieme ai numerosi abeti, precludono parzialmente la vista che potrebbe essere maestosa e che mostra pure la città di Como con il suo lago.
Dopo una pausa pranzo, scendo per la via di salita, mi ritrovo in cresta e, avendo abbandonato sul nascere l'idea della traversata al Gordona (troppo lunga e ad alto rischio di fallimento viste le condizioni), ad un cartello segnavia piego verso l'alpe Loasa che raggiungo dopo trenta minuti e varie parolacce su neve ora cedevole. L'alpe, caricata tutto l'anno, si trova a quota 968 metri ed un piccolo paradiso bucolico dove un elegantissimo caprone la fa da padrone.
Dall'alpe, seguendo gli omnipresenti segnavia, scendo verso Bruzella e da qui, un po' su sentieri e un po' su cantonale, in circa un'ora ritorno a Morbio dove mi attende l'auto.
Sviluppo: 21 km; SE: 30 km circa.
Tempi comprensivi di pause (45 min circa).
Tourengänger:
rochi

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