Como - Monte Generoso, 1701 - No carbon - Per la Val di Muggio, Roncapiano e la cresta sud
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Ieri, per prepararmi adeguatamente al pranzo pasquale, ho preso la mbk e ho risalito la Val di Muggio fino a Roncapiano, dove la strada, facendosi poi mulattiera comincia a ridiscendere verso il Breggia
Giornata splendida, anche se il giro è stato un po’ disturbato dal vento.
Da Roncapiano, si diparte il sentiero che, illustrando alpeggi e crinali, conduce l’escursionista, risalendone la cresta sud, fino in vetta al Calvagione, altrimenti noto come Monte Generoso.
Detto sentiero, che immagino ben noto agli amici ticinesi, mi era rimasto a metà in altra occasione, senza peraltro celarmi il suo innegabile fascino che traspare fin dalla prima parte, non appena, superato con due brevi tornanti il risalto iniziale, si approda una prima volta sulla citata cresta.
Così, a sera, decido, per oggi, di portare a compimento un’idea, invitando Pancho e Schiep ad unirsi al biathlon Valle di Muggio/Generoso per cresta sud.
Per strade diverse, dalle rispettive abitazioni, arriviamo in bicicletta all’appuntamento alla dogana di Pizzamiglio dove, verso le dieci e mezza, addentiamo subito il piatto forte di giornata, il rampone che porta a San Simone e poi, facendosi vieppiù ripido, a Vacallo alta, dove, lasciata sulla destra la strada che, per boschi, porta a Sagno ed al Bisbino, si rifiata brevemente, virando a sinistra e dirigendosi, lungo la panoramica, verso Morbio Superiore.
Giunti a Morbio, la parte più dura della frazione ciclistica è alle spalle ed ora l’itinerario si dipana con pendenze più digeribili, tratti pianeggianti e leggere discese, dando modo di godersi la stupenda valle di Muggio con un certo agio; anche se oggi, a differenza di ieri, il sole si vede poco e la temperatura è tornata quasi invernale.
Caneggio, Bruzella, Cabbio, Muggio. Il ponte che attraversa il Breggia annuncia gli ultimi tre chilometri: dura salita fino a Scudellate e poi Roncapiano.
Schiep, in quella che dovrebbe essere la sua fraziona, già fatica: inverno impegnativo con poco allenamento, per lui. Si impunta un po; al momento di legare le biciclette, dichiara risolutamente il suo diniego a perseverare nella fatica, ma, poi, un lungo lavorio diplomatico lo convince ad imboccare il sentiero.
Peccato manchino i colori di ieri: la salita è davvero bella e meriterebbe una giornata di sole. In una ventina di minuti approdiamo all’Alpe Nadigh, piccolo borgo ottimamente recuperato e, da lì, continuiamo verso l’Alpe Piana.
Schiep fatica parecchio, ma noi sappiamo come incoraggiarlo con amichevole comprensione.
“Dai, sembri mia figlia piccola!”
“C’è quella signora su l’ottantina che ci sta raggiungendo!”
Tra lazzi, imprecazioni e buonumore, un vento gelido ci accompagna su per la rampa che porta alla garitta punitiva della Guardia di Finanza che indica il ricongiungersi al confine italiano, lungo il quale corre la carrareccia che porta all’ Ostello Monte Generoso, stazione d’arrivo del trenino a cremagliera che sale da Capolago.
Questa volta, non c’è verso di convincerlo: di venire in vetta, Schiep non ne vuole proprio sapere.
Lo lasciamo al bivio tra carrareccia e cresta, proseguiamo lungo quest’ultima e, sette minuti più tardi sbarchiamo sul (oggi, poco) panoramico balcone sommitale.
Dopo breve sosta, ridiscendiamo per raggiungere il nostro amico che troviamo intento ad addentare un panino nel bar della stazione e, venti minuti più tardi, rifocillato anche Pancho, ci avviamo sulla via del ritorno.
La discesa, chissà perché, Pancho ha deciso che la si fa di corsa; pane amaro per ginocchia e quadricipiti, ma così è: in mezz'ora siamo di nuovo alle biciclette.
E' uscito anche un po' di sole, ma la giornata, nel complesso, rimane grigiastra; le foto con l'azzurro, sono tutte fatte nel corso della discesa del giorno precedente.
Rapida anche la discesa della Val di Muggio, è il bello della bicicletta.
Rientrati in Italia, al ponte sul Breggia saluto gli amici e mi sciroppo la salita verso casa.
Sono un po' cotto, ma soddisfatto: la gita valeva.

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