Monte Pian Nave... o Pian Neve?
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Una strana giornata.
Decido quest'uscita in solitaria su una cima non particolarmente entusiasmante, affrontandola per la prima volta da un versante che non conosco affatto. Parto direttamente dal lago per accumulare un po' di dislivello, seppur alla fine si tratti perlopiù di un percorso a lungo chilometraggio... Da Luino a Germignaga è già una passeggiata piacevole, poi si inizia a salire piano piano, senza che ci sia uno straccio di sentiero o qualche vecchia mulattiera... solo case, villette, parchi privati... L'idea iniziale era di passare dalla Canonica di Bedero per un sentiero vallivo (non individuato), ma quando mi accorgo di aver sbagliato strada è troppo tardi, anche se so di trovarmi vicino al pittoresco ed isolato Villaggio Olandese, da cui posso comunque ricollegarmi all'itinerario progettato. L'unico fastidio è quello d'aver camminato a lungo praticamente solo su asfalto... Poi, finalmente trovo il sentiero 3V per Brezzo di Bedero, che scende con una stretta mulattiera in una valletta e poi risale verso quest'ultimo. Ancora un pezzo su asfalto, poi mi butto a casaccio nel bosco dando retta a dei segnali che sembrano portare in uno, anzi dieci, vicoli ciechi, poichè è un intersecarsi di valli e vallette che confonderebbero le idee a chiunque... Così capisco che devo riconvergere ancora un po' a ovest, dove intravedo alcune casette tra le piante: solco un torrentello e giungo finalmente alla segnaletica "corretta" per la mia meta. Da qui c'è davvero una bellissima e inedita vista sul Verbano, con incastonato al centro il colle della Canonica di Bedero. Ora, finalmente, si sale su sentiero nel bosco, che poi diventa ampia strada forestale, per poi ridiventare traccia di sentiero. Giungo a una prima baita in rovina, poi poco oltre mi accolgono i bei prati di Cascina Profarè, pure essa in rovina. Mancano meno di 400 metri alla vetta, ma subito dopo comincia la lotta con una neve molto pesante... Incrocio alcuni bivi, i quali dovrebbero condurre alle fortificazioni della Linea Cadorna che circondano la cima del monte, poi giungo sulla strada militare proveniente da Muceno, che con ampie svolte conduce al bello spiazzo di Pian Cuvinicc, dove il panorama è ancor migliore rispetto alla cima. Ma essendoci stato solo pochi giorni prima, approfittando di una mezza giornata di ferie, non mi fermo e decido di proseguire per la vetta, dove ancora nessuno sembra essere salito... niente tracce di ciaspole o scarponi, solo qualche animale di tanto in tanto... Vabbè, mi toccherà questo onore! ;)
Qui, benchè non manchi molto, si sbuffa parecchio... la pendenza della strada militare è modesta e la neve è imprevedibile... magari mi tiene 4-5 metri, poi sprofondo mezzo metro... e via così per tutta la salita, senza la possibilità di alternativa, poichè tagliare i pendii potrebbe risultare ancora più dura per lo stesso motivo. Dunque, con molta pazienza, arrivo alla sella: dietro di me, tuttavia, sento qualcuno: un padre con la sua bambina hanno seguito le mie tracce e stanno - anche loro pazientemente - salendo. Salgo prima alla cima nord, dove la vista è limitata alle cime circostanti, poi scendo, scambiando due parole con gli altri due "ospiti", che hanno deciso di non proseguire oltre la sella, dove il piccolo laghetto è sotto la neve. Lo aggiro, puntando alla più alta cima sud, entrando nella faggeta... uno scherzetto senza neve, una mezza impresa, quantomeno per la pazienza, oggi. Anche qui la vista è completamente chiusa, ma scendendo di poco c'è una serie di bei terrazzi rocciosi che permette di vedere qualcosina, tra cui il sempre presente Monte Rosa. Da qui sarebbe anche divertente calarsi da questi invitanti terrazzini e puntare direttamente a San Michele, ma c'è troppa neve, dunque mi limito a ripercorrere il sentiero di salita... Ora, almeno, in parte è tracciato, e posso scendere con minor fatica fino a Pian Cuvinicc, dove le difficoltà cessano. Difatti la maggior parte delle persone che salgono da San Michele si limitano a questo bel balcone panoramico sul Verbano, ignorando la cima... Mi fermo per un breve spuntino con una splendida vista (purtroppo la fotocamera si è scaricata in vetta, e mi ha permesso solo altre tre foto durante la discesa successiva...), poi scendo a San Michele, dove purtroppo il Ristoro è chiuso. Ora punto a un sentiero per me inedito, che dovrebbe portarmi a Mesenzana evitando la strada asfaltata... Si prende la strada militare in direzione Valalta-Monte San Martino, ma dopo pochi metri s'incontra il tracciato che m'interessa, ristrutturato da non molti anni. Si scende con decisione in un vallone solcato da innumerevoli ruscelli, chiuso tra il Pian Nave e il gruppo Colonna-San Martino, in un ambiente davvero vario e suggestivo, col continuo rumoreggiare delle acque e delle cascate, piccoli canyon, massi erratici ricoperti di muschio. Giunto in fondo al vallone, dove un bivio porta in breve a Brissago Valtravaglia, proseguo sulla sponda opposta del torrente, dove un divertente saliscendi porta a un antico villaggio di origine celtica ed infine scende per mulattiera a Mesenzana, da dove in pochi minuti raggiungo Grantola e il bus che mi riporterà in Valganna.
Decido quest'uscita in solitaria su una cima non particolarmente entusiasmante, affrontandola per la prima volta da un versante che non conosco affatto. Parto direttamente dal lago per accumulare un po' di dislivello, seppur alla fine si tratti perlopiù di un percorso a lungo chilometraggio... Da Luino a Germignaga è già una passeggiata piacevole, poi si inizia a salire piano piano, senza che ci sia uno straccio di sentiero o qualche vecchia mulattiera... solo case, villette, parchi privati... L'idea iniziale era di passare dalla Canonica di Bedero per un sentiero vallivo (non individuato), ma quando mi accorgo di aver sbagliato strada è troppo tardi, anche se so di trovarmi vicino al pittoresco ed isolato Villaggio Olandese, da cui posso comunque ricollegarmi all'itinerario progettato. L'unico fastidio è quello d'aver camminato a lungo praticamente solo su asfalto... Poi, finalmente trovo il sentiero 3V per Brezzo di Bedero, che scende con una stretta mulattiera in una valletta e poi risale verso quest'ultimo. Ancora un pezzo su asfalto, poi mi butto a casaccio nel bosco dando retta a dei segnali che sembrano portare in uno, anzi dieci, vicoli ciechi, poichè è un intersecarsi di valli e vallette che confonderebbero le idee a chiunque... Così capisco che devo riconvergere ancora un po' a ovest, dove intravedo alcune casette tra le piante: solco un torrentello e giungo finalmente alla segnaletica "corretta" per la mia meta. Da qui c'è davvero una bellissima e inedita vista sul Verbano, con incastonato al centro il colle della Canonica di Bedero. Ora, finalmente, si sale su sentiero nel bosco, che poi diventa ampia strada forestale, per poi ridiventare traccia di sentiero. Giungo a una prima baita in rovina, poi poco oltre mi accolgono i bei prati di Cascina Profarè, pure essa in rovina. Mancano meno di 400 metri alla vetta, ma subito dopo comincia la lotta con una neve molto pesante... Incrocio alcuni bivi, i quali dovrebbero condurre alle fortificazioni della Linea Cadorna che circondano la cima del monte, poi giungo sulla strada militare proveniente da Muceno, che con ampie svolte conduce al bello spiazzo di Pian Cuvinicc, dove il panorama è ancor migliore rispetto alla cima. Ma essendoci stato solo pochi giorni prima, approfittando di una mezza giornata di ferie, non mi fermo e decido di proseguire per la vetta, dove ancora nessuno sembra essere salito... niente tracce di ciaspole o scarponi, solo qualche animale di tanto in tanto... Vabbè, mi toccherà questo onore! ;)
Qui, benchè non manchi molto, si sbuffa parecchio... la pendenza della strada militare è modesta e la neve è imprevedibile... magari mi tiene 4-5 metri, poi sprofondo mezzo metro... e via così per tutta la salita, senza la possibilità di alternativa, poichè tagliare i pendii potrebbe risultare ancora più dura per lo stesso motivo. Dunque, con molta pazienza, arrivo alla sella: dietro di me, tuttavia, sento qualcuno: un padre con la sua bambina hanno seguito le mie tracce e stanno - anche loro pazientemente - salendo. Salgo prima alla cima nord, dove la vista è limitata alle cime circostanti, poi scendo, scambiando due parole con gli altri due "ospiti", che hanno deciso di non proseguire oltre la sella, dove il piccolo laghetto è sotto la neve. Lo aggiro, puntando alla più alta cima sud, entrando nella faggeta... uno scherzetto senza neve, una mezza impresa, quantomeno per la pazienza, oggi. Anche qui la vista è completamente chiusa, ma scendendo di poco c'è una serie di bei terrazzi rocciosi che permette di vedere qualcosina, tra cui il sempre presente Monte Rosa. Da qui sarebbe anche divertente calarsi da questi invitanti terrazzini e puntare direttamente a San Michele, ma c'è troppa neve, dunque mi limito a ripercorrere il sentiero di salita... Ora, almeno, in parte è tracciato, e posso scendere con minor fatica fino a Pian Cuvinicc, dove le difficoltà cessano. Difatti la maggior parte delle persone che salgono da San Michele si limitano a questo bel balcone panoramico sul Verbano, ignorando la cima... Mi fermo per un breve spuntino con una splendida vista (purtroppo la fotocamera si è scaricata in vetta, e mi ha permesso solo altre tre foto durante la discesa successiva...), poi scendo a San Michele, dove purtroppo il Ristoro è chiuso. Ora punto a un sentiero per me inedito, che dovrebbe portarmi a Mesenzana evitando la strada asfaltata... Si prende la strada militare in direzione Valalta-Monte San Martino, ma dopo pochi metri s'incontra il tracciato che m'interessa, ristrutturato da non molti anni. Si scende con decisione in un vallone solcato da innumerevoli ruscelli, chiuso tra il Pian Nave e il gruppo Colonna-San Martino, in un ambiente davvero vario e suggestivo, col continuo rumoreggiare delle acque e delle cascate, piccoli canyon, massi erratici ricoperti di muschio. Giunto in fondo al vallone, dove un bivio porta in breve a Brissago Valtravaglia, proseguo sulla sponda opposta del torrente, dove un divertente saliscendi porta a un antico villaggio di origine celtica ed infine scende per mulattiera a Mesenzana, da dove in pochi minuti raggiungo Grantola e il bus che mi riporterà in Valganna.
Tourengänger:
Poncione

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Kommentare (9)