Ciaspolata nel Malcantone.
|
||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Dopo qualche "consultazione" e scartate altre ipotesi io e
Igor decidiamo in comune accordo una bella salita al Tamaro, che in versione invernale è assai meno scontata rispetto al resto dell'anno, quando è anzi preso letteralmente d'assalto da turisti ed escursionisti di varie nazionalità.
Per me è la prima ciaspolata in assoluto, ed è dunque la mia prima esperienza in assoluto con questi geniali arnesi, forniti gentilmente dallo stesso
Igor... All'inizio mi sembra di essere poco più di un papero, ma mi abituo quasi subito. Qua, qua, qua!
La scelta dell'itinerario è, tuttavia, di quelli impegnativi, e non tanto per ragioni di difficoltà tecnica quanto per la lunghezza dello sviluppo: il sentiero prescelto da
Igor mi è già noto, e a lui anche, ed inutilmente avevo tentato di convincerlo (ci arriverò dopo...) a salire da Indemini, poichè parte da Arosio e si sviluppa lungo un'interminabile ed ampia strada forestale che muore a Pian Cusello, ove si trovano alcuni impianti dell'acquedotto di Lugano. E fin qui, senza accorgecene, abbiamo vinto i primi 500 metri di dislivello... ne mancano altri 600 per la vetta del Tamaro, e da qui si fa sul serio.
I miei dubbi sulla bontà di questa scelta dipendevano, più che altro, dal fatto che da qui in poi l'itinerario prosegue su un sentierino che risale un'ampia e ombrosa pineta in direzione della Bassa di Indemini, che potrebbe essere irriconoscibile e impercorribile con cotanta neve: con sommo piacere vediamo che è già tracciato, ma arrivati poco sopra, all'Alpe Canigiolo, nei pressi di altri impianti dell'acquedotto, la traccia finisce... Si trattava, con ogni evidenza, di qualche tecnico salito fin qui, perchè in effetti prima di noi sulla forestale - in un tratto interrotta da una slavina che abbiamo dovuto attraversare - la traccia l'avevamo fatta interamente noi.
E adesso?
Ci guardiamo intorno e facciamo tre diversi tentativi per salire, ma non riusciamo a trovare una via credibile o agevole... segni sulle piante non ne notiamo...
Igor tenta di scaricare da internet una cartina, che ci confermi la correttezza dell'itinerario sin qui seguito (marcato e con cartelli), sul quale c'erano peraltro pochi dubbi. L'unico dubbio mi viene dal fatto che a Pian Cusello avevo notato un altro sentiero che saliva, e forse era quello da prendere, ma i cartelli "Monte Tamaro" indicavano proprio dove siamo saliti noi... Chi si ricorda? Io ero stato già qui, ma diversi anni fa', e non ricordo dettagliatamente quale tra i due sentieri avevo preso allora;
Igor vi è stato più recentemente, ma anche lui non ricorda.
Ci rendiamo conto che questo scherzetto ci costa la salita... Propongo un ripiego, giusto per fare qualcosa, il Monte Ferraro, perchè a questo punto conviene ritornare e ce lo troveremmo sulla strada, al bivio dei Monti di Torricella. Torniamo a Pian Cusello, dove ci ristoriamo. Ormai il Tamaro è ampiamente saltato, ma anche per il più vicino Ferraro l'ora comincia a farsi tarda... niente da fare... sarà per la prossima: si torna blandamente alla macchina scattando qualche foto poichè in parte il cielo si è rischiarato, illuminando le cime orientali del sottoceneri (Bar, Camoghè, Gazzirola) e rivelando finalmente la nostra mancata meta e il vicino Motto Rotondo. Ma anche i vicini Torrione e Camusio, da qui e in veste invernale, fanno la loro bella figura apparendo alquanto impervi su questo versante...
Ma non tutto il male viene per nuocere... il mio "battesimo" con le ciaspole all'alba della mia età, si è rivelato comunque positivo. Ringrazio
Igor - che stavolta non se l'è presa troppo per la "vetta mancata", accettando di buon grado gli eventi - il quale voleva unire al dislivello un cospicuo numero di chilometri... ma senza tener conto della pineta che ci ha sbarrato la via. Ma si può sempre riprovare da un altro accesso...
igor
Cosa posso aggiungere se non che Emiliano ha spiegato tutto perfettamente per filo e per segno.......
La mia idea era quella di raggiungere il Tamaro da Arosio pur sapendo la lunghezza del percorso che avevo scelto a proposito per dare piu' "power "all'escursione.
Posso anche aggiungere che in febbraio avevo gia' conquistato sia il gradiccioli che il Tamaro insieme ad Ueli(relazione mai pubblicata ho perso la macchina foto) e sapevo a cosa andavo incontro.........
Mi girano un po' perché il Tamaro lo ritengo la seconda cima piu' "cattiva" dopo il camoghé in invernale e volevo completare le mie opere di conquiste delle vette del sottoceneri che ritengo piu' impegnative salendo anche su di esso......
Comunque mi sono divertito e sono contento di essermi trovato con Emiliano che era un pezzo che non facevamo qualcosa assieme.
Grazie Emiliano per la magnifica giornata di montagna.......e per te mister Tamaro non é chiusa qui, alla prox.

Per me è la prima ciaspolata in assoluto, ed è dunque la mia prima esperienza in assoluto con questi geniali arnesi, forniti gentilmente dallo stesso

La scelta dell'itinerario è, tuttavia, di quelli impegnativi, e non tanto per ragioni di difficoltà tecnica quanto per la lunghezza dello sviluppo: il sentiero prescelto da

I miei dubbi sulla bontà di questa scelta dipendevano, più che altro, dal fatto che da qui in poi l'itinerario prosegue su un sentierino che risale un'ampia e ombrosa pineta in direzione della Bassa di Indemini, che potrebbe essere irriconoscibile e impercorribile con cotanta neve: con sommo piacere vediamo che è già tracciato, ma arrivati poco sopra, all'Alpe Canigiolo, nei pressi di altri impianti dell'acquedotto, la traccia finisce... Si trattava, con ogni evidenza, di qualche tecnico salito fin qui, perchè in effetti prima di noi sulla forestale - in un tratto interrotta da una slavina che abbiamo dovuto attraversare - la traccia l'avevamo fatta interamente noi.
E adesso?
Ci guardiamo intorno e facciamo tre diversi tentativi per salire, ma non riusciamo a trovare una via credibile o agevole... segni sulle piante non ne notiamo...


Ci rendiamo conto che questo scherzetto ci costa la salita... Propongo un ripiego, giusto per fare qualcosa, il Monte Ferraro, perchè a questo punto conviene ritornare e ce lo troveremmo sulla strada, al bivio dei Monti di Torricella. Torniamo a Pian Cusello, dove ci ristoriamo. Ormai il Tamaro è ampiamente saltato, ma anche per il più vicino Ferraro l'ora comincia a farsi tarda... niente da fare... sarà per la prossima: si torna blandamente alla macchina scattando qualche foto poichè in parte il cielo si è rischiarato, illuminando le cime orientali del sottoceneri (Bar, Camoghè, Gazzirola) e rivelando finalmente la nostra mancata meta e il vicino Motto Rotondo. Ma anche i vicini Torrione e Camusio, da qui e in veste invernale, fanno la loro bella figura apparendo alquanto impervi su questo versante...
Ma non tutto il male viene per nuocere... il mio "battesimo" con le ciaspole all'alba della mia età, si è rivelato comunque positivo. Ringrazio


Cosa posso aggiungere se non che Emiliano ha spiegato tutto perfettamente per filo e per segno.......
La mia idea era quella di raggiungere il Tamaro da Arosio pur sapendo la lunghezza del percorso che avevo scelto a proposito per dare piu' "power "all'escursione.
Posso anche aggiungere che in febbraio avevo gia' conquistato sia il gradiccioli che il Tamaro insieme ad Ueli(relazione mai pubblicata ho perso la macchina foto) e sapevo a cosa andavo incontro.........
Mi girano un po' perché il Tamaro lo ritengo la seconda cima piu' "cattiva" dopo il camoghé in invernale e volevo completare le mie opere di conquiste delle vette del sottoceneri che ritengo piu' impegnative salendo anche su di esso......
Comunque mi sono divertito e sono contento di essermi trovato con Emiliano che era un pezzo che non facevamo qualcosa assieme.
Grazie Emiliano per la magnifica giornata di montagna.......e per te mister Tamaro non é chiusa qui, alla prox.
Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (7)