Zucco di Sileggio (m 1373), anello con ferrata
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Escursione abbastanza impegnativa.
Difficoltà: Inizialmente su comodo sentiero, poi traccia su sempre molto ripido. La via ferrata, molto breve, è classificabile moderatamente difficile ma da non prendere sotto gamba. In particolare la prima scala è molto verticale - fa una certa impressione - e potrebbe creare problemi a chi ha qualche problema con l'esposizione. Non adatta come prima esperienza.
Quota massima: la cima dello Zucco di Sileggio, m 1373
Distanza: km 10,40
Percorso. Dalla chiesa seguire i segnavia ed i cartelli che attraverso l'abitato portano alla Via Crucis. Usciti dall'abitato si percorre ancora per un breve tratto la comoda mulattiera, poi la si abbandona per imboccare un piccolo sentiero che porta nel bosco: bisogna seguire le indicazioni per Zucco di Tura e Zucco di Sileggio (sentiero 17B). Il sentiero, stretto, ripido, scivoloso per il fango, ma abbondantemente segnalato, porta sulla cresta e dal lì, oltrepassato lo Zucco di Tura, all'attacco della via ferrata. Leggendo le relazioni relative alla ferrata, sembra che questa abbia una parte, la più facile, più bassa alla quale si accede proseguendo per la mulattiera fino a superare la Chiesa di Santa Maria, oltrepassata la quale si stacca, sulla sinistra, la deviazione per lo Zucco di Tura e lo Zucco di Sileggio. Noi della ferrata abbiamo percorso solo l'ultimo tratto il più difficile. Dicevo: raggiunto lo Zucco di Tura, si scende leggermente fino a raggiungere un bivio, sulla destra, reso evidente da un cavo metallico teso per facilitare la discesa; quindi si risale fino a raggiungere l'inizio della seconda parte della via ferrata. Ben visibili sulla parete dello Zucco di Sileggio le due scale; ma prima di arrivare alle scale si deve superare un breve passaggio (3/4 metri) in una specie di fessura che richiede un minimo di attenzione soprattutto nei primi passi. La prima scala è molto verticale, sembra quasi anche un po' strapiombante, mentre la seconda è più appoggiata. Terminate le scale, ci sono ancora alcune roccette attrezzate e, dopo avere percorso una ripida traccia, in pochi minuti si raggiunge la grossa croce metallica della cima.
La discesa avviene per il versante opposto. Dalla cima in breve si giunge al bivacco Mario Sforza, e da qui, su terreno ripido e reso infido dal fango, si raggiunge la Boccetta di Verdascia. Si abbandona la traccia che prosegue verso nord e si prende quella che si stacca sulla destra, che con una ripida discesa (e molti alberi abbattuti (dal vento) da superare con piccole deviazioni) porta ad una Casera (di Angiolitt?). Da qui su un bel sentiero, passando per Santa Maria sopra Olcio, si ritorna a Somana.
Meteo: Peggiore delle previsioni. Nubi basse, molta umidità; temperatura mite. Niente panorami ma neppure niente pioggia.
Compagni: Andrea.
Difficoltà: Inizialmente su comodo sentiero, poi traccia su sempre molto ripido. La via ferrata, molto breve, è classificabile moderatamente difficile ma da non prendere sotto gamba. In particolare la prima scala è molto verticale - fa una certa impressione - e potrebbe creare problemi a chi ha qualche problema con l'esposizione. Non adatta come prima esperienza.
Quota massima: la cima dello Zucco di Sileggio, m 1373
Distanza: km 10,40
Percorso. Dalla chiesa seguire i segnavia ed i cartelli che attraverso l'abitato portano alla Via Crucis. Usciti dall'abitato si percorre ancora per un breve tratto la comoda mulattiera, poi la si abbandona per imboccare un piccolo sentiero che porta nel bosco: bisogna seguire le indicazioni per Zucco di Tura e Zucco di Sileggio (sentiero 17B). Il sentiero, stretto, ripido, scivoloso per il fango, ma abbondantemente segnalato, porta sulla cresta e dal lì, oltrepassato lo Zucco di Tura, all'attacco della via ferrata. Leggendo le relazioni relative alla ferrata, sembra che questa abbia una parte, la più facile, più bassa alla quale si accede proseguendo per la mulattiera fino a superare la Chiesa di Santa Maria, oltrepassata la quale si stacca, sulla sinistra, la deviazione per lo Zucco di Tura e lo Zucco di Sileggio. Noi della ferrata abbiamo percorso solo l'ultimo tratto il più difficile. Dicevo: raggiunto lo Zucco di Tura, si scende leggermente fino a raggiungere un bivio, sulla destra, reso evidente da un cavo metallico teso per facilitare la discesa; quindi si risale fino a raggiungere l'inizio della seconda parte della via ferrata. Ben visibili sulla parete dello Zucco di Sileggio le due scale; ma prima di arrivare alle scale si deve superare un breve passaggio (3/4 metri) in una specie di fessura che richiede un minimo di attenzione soprattutto nei primi passi. La prima scala è molto verticale, sembra quasi anche un po' strapiombante, mentre la seconda è più appoggiata. Terminate le scale, ci sono ancora alcune roccette attrezzate e, dopo avere percorso una ripida traccia, in pochi minuti si raggiunge la grossa croce metallica della cima.
La discesa avviene per il versante opposto. Dalla cima in breve si giunge al bivacco Mario Sforza, e da qui, su terreno ripido e reso infido dal fango, si raggiunge la Boccetta di Verdascia. Si abbandona la traccia che prosegue verso nord e si prende quella che si stacca sulla destra, che con una ripida discesa (e molti alberi abbattuti (dal vento) da superare con piccole deviazioni) porta ad una Casera (di Angiolitt?). Da qui su un bel sentiero, passando per Santa Maria sopra Olcio, si ritorna a Somana.
Meteo: Peggiore delle previsioni. Nubi basse, molta umidità; temperatura mite. Niente panorami ma neppure niente pioggia.
Compagni: Andrea.
Tourengänger:
Alberto C.
Communities: Hikr in italiano
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