Rave allo Zucco di Sileggio
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Grandi cose accadono quando uomini e montagne si incontrano, tuttavia solo un sottile diaframma separa i successi dalle tragedie.
La gioia e il dolore corrono su binari paralleli, dove la collisione è sempre in agguato. La natura sa regalarci tutta sè stessa, farci sentire grandi e poi ridimensionarci fino al nulla e sbriciolare le nostre certezze umane, quindi fallibili.
Non dimentichiamolo mai, nella costruzione dei nostri desideri.
La via per le alture a volte arriva con un sms.
"Ciao, sei invitato al grande rave dello Zucco di Sileggio, domenica 18 novembre dalle 9 ad libitum "
Questo il messaggio che ha giocato nell'etere, rimbalzando da un'antenna elettrizzata all'altra dei gestori telefonici.
Sì, perchè un'escursione in montagna con 34 partecipanti perde le caratteristiche insite nel nome e si trasforma in altro evento: una chiassosa transumanza, una festa alternativa, una pacifica invasione della suddetta cima .
Entrata gratis ed obbligatoria presso Sonvico, amena località del lecchese.
Tanto amena che due passanti di Mandello, il paese prima, alla richiesta della giusta direzione non ne conoscevano l'esistenza.
Dopo la prima ondata di ballo, si presenta una sessione di stretching per i tendini, sul sentiero pietroso. Arrivati alla chiesetta-ostello di S.Maria (680m) la folla di partecipanti si divide: gli amanti della techno procedono per la via ferrata, i tranquilli cultori della lounge music, amanti delle atmosfere più soft, sconfinanti nel chill out, continuano sulla strada maestra.
Io scelgo la prima opzione, mi piace il ritmo.
Il movimento si sviluppa sulla salita sempre più verticale, fino a quando la ferrata mostra le prime catene.
Dopo le prime impennate, il popolo del rave, in una pausa improvvisata sente il bisogno del supporto chimico.
C'è chi si impasticca con barrette energetiche al cioccolato, panini al salame e banane.
Le sorelle Isi & Giusy tracannano la famosa tisana ai frutti di bosco, della quale non rivelano a nessuno la reale composizione (l'amanita muscaria, fungo allucinogeno, in fondo è un frutto del bosco).
Ho visto anche un uomo con la barba grigia, nascosto dietro un masso, inghiottire un intero pacchetto di caramelle al miele.
La musica di sottofondo incalza, sento i bassi dei cuori in affanno che pompano sulle pareti delle arterie.
Il percorso si srotola sui piani inclinati della montagna, via via sempre più ricchi di gradi.
La festa continua. Ad un tratto appare il muraglione a novanta gradi.
Come la supereremo?
Le scale!
Gonfi di adrenalina, evidentemente alterati da energie chimiche sconosciute, affrontiamo le scale metalliche, che ci faranno superare una parete di un grado impossibile ai più.
Sul metallo dei pioli, l'adrenalina fa a pugni con le scariche di paura, tuttavia, si sa, il popolo del rave vuole emozioni a cascata.
Le ultime balze rocciose vengono superate agevolmente, tra catene e buoni appigli di pietra.
Dalla croce di vetta dello Zucco, vedo Aldo
grandemago con le braccia aperte; sembra il cristo di Rio in trasferta, che benedice il lago di Lecco.
Il gruppo è ricongiunto, il ballo incalza, si consuma anche il rituale pasto del ricongiungimento, la fame chimica stringe gli stomaci.
Si balla, si balla , si balla.
bertic ha entusiasmato la folla attirando e tenendo insieme il gregge di assaltatori dello Zucco, come un bravo cane pastore.
Ora il grande finale.
L'organizzatore del rave, DJ Alberto, inventa un ritorno ad anello, girando la cartina al contrario e tracciando il percorso con la matita da trucco di una cubista.
La lunga strada del rientro toccherà tutti gli alpeggi delle valli circostanti, ballando in equilibrio precario su scivolosi tappeti di foglie secche; infine lambirà il sentiero del fiume e quello della perdizione.
Siamo entrati nel cuore dell'autunno, lo abbiamo assaporato ubriacandoci dei suoi profumi e colori.
Solo alla fine della circumnavigazione della valle, esausto, ho capito l'intento della nostra guida.
Voleva vedere ballare i tutti gli abitanti delle Grigne insieme a noi.
E forse ci è riuscito...
soundtrack: Emir kusturica & The no smoking orchestra " Unza unza time"
http://www.youtube.com/watch?v=KzuokiCIsz8
By
patripoli
Difficile aggiungere parole a quelle già scritte da Lebowski, capace di usare la penna con l'abilità e la perizia di uno scrittore, un letterato, un poeta......
Due spanne sopra di me!
Ma non per questo mi arrendo, non è una competizione la nostra.....
In fondo, mi dico, si tratta solo di due modi diversi di vivere e di raccontare la stessa storia....
Difficile scrivere una relazione con il peso di quello che è appena successo.
Avevo appena cominciato a scrivere il mio racconto quando è arrivata la tragica notizia......e da quel momento la mia penna si è fermata, immobile, incapace di riempire il foglio di segni....
Ma la vita continua.....e noi dobbiamo continuare a vivere, ad andare in montagna, a raccontare le nostre storie, a tenere aggiornato il diario delle nostre escursioni e a farci leggere....da chi ha voglia di leggerci!
Alcuni eventi ci travolgono e poi.....magicamente......ne riemergiamo, le ferite guariscono, anche se le cicatrici rimangono sulla nostra pelle dura e coriacea e si infittiscono con il passare degli anni.
Quante volte mi domando chissà che cosa mi toccherà ancora vedere nel tempo che mi resta a disposizione........
Oggi il nostro gruppo, una sorta di armata Brancaleone (non me ne vogliano i componenti per l'audace paragone), è alle prese con la sua nuova crociata: la conquista dello Zucco di Sileggio!
Non ci posso credere.....siamo addirittura in 34!
Se fossi nei panni di Alberto, il capogita, mi sentirei piuttosto inquieta e nervosa all'idea di gestire uno squadrone così numeroso, ma lui non sembra dar segni di preoccupazione e tiene costantemente d'occhio il gruppo dimostrando di avere sempre la situazione sotto controllo.
Io sono un po' frastornata alla partenza......tante persone....troppe per me!
So già che con molte di loro riuscirò a scambiare quattro chiacchiere, ma alla fine mi sembrerà di non aver parlato con nessuno e molti dei miei discorsi si esauriranno con le solite banalità:
"Che bella giornata...."
"Ma che fatica!"
"E i tuoi figli come stanno?"
Quest'oggi è praticamente impossibile avere contatti con tutti anche perchè, come spesso succede, ci dividiamo in gruppi più piccoli, che poi si ritrovano per separarsi di nuovo.
Già dopo la Chiesa di Santa Maria si formano due unità ben distinte: una guidata da Alberto, che percorrerà la ferrata e l'altra che, con Aldo, seguirà il sentiero fino alla vetta dove ci diamo appuntamento.
Il tracciato che porta alla ferrata è abbastanza ripido e, grazie all'aiuto di alcune catene, superiamo tutti in scioltezza dei salti di roccia divertenti, anche se poco ingaggianti.
Ma arrivata alle due lunghissime e aeree scale di ferro che superano una parete verticale rimango di sasso nel vedere l'imponenza di tale struttura e mi domando se davvero serviva attrezzare questo tratto roccioso con una simile impalcatura.
Orrenda....almeno dal mio punto di vista!
In fondo c'è un bel sentiero, e forse anche più di uno, che porta fino in cima.....
La visione di tutto ciò e l'interminabile attesa che mi tocca alla base delle scale, essendo la penultima della fila, mina fortemente la mia voglia di far ferrate.
Ma questa è la mia battaglia di oggi, e devo portarla fino in fondo!
Dopo aver risalito la rampa di ferro percorro affannosamente l'ultimo tratto di cresta che porta in cima, dove gli altri sono lì.... che aspettano solo di ripartire.
Del resto....io ho sprecato il tempo che avevo a disposizione nello stare in coda sotto le scale e adesso non mi resta che mandar giù velocemente il mio panino e rimettermi in marcia, lungo il sentiero ripido e scivoloso che porta fino alla Bocchetta di Verdascia.
Da lì raggiungiamo velocemente Prà Vescovin e qui ci si divide di nuovo: c'è chi decide di scendere subito verso Sonvico e chi sceglie di allungare il percorso passando dall'Alpe Calivazzo.
L'equipaggio dell'auto su cui viaggio opta per la seconda possibilità e io sono "obbligata" a seguirli, non senza una punta di soddisfazione!
Non so ancora che mi aspettano altri 200 metri di dislivello ma, come spesso mi capita, quando mi sembra di aver esaurito la benzina, finisco sempre con il trovare delle risorse nascoste dentro di me e procedo, non senza fatica, tenendo il passo degli altri.
Mario, vicino a me, si ferma ogni tanto per cercare di immortalare con la sua macchina fotografica angoli o scorci particolari che questa giornata ci regala e ciò mi dà l'opportunità di condividere la suggestione di questi luoghi.
Siamo ormai prossimi all'imbrunire e le luci di questo magico momento della giornata danno vita a visioni il cui fascino ci cattura, rendendoci spettatori privilegiati di questa esibizione.
E' un incanto: la grigia roccia si illumina colorandosi di rosso, il silenzio regna sovrano ovunque e il buio incalza inesorabilmente, stendendo la sua coltre nera sopra il paesaggio che lentamente, una lucina dopo l'altra, si illumina.
Percorriamo quasi al buio l'ultimo tratto di sentiero finchè giungiamo a Sonvico, dove i nostri passi e le nostre chiacchiere si perdono tra gli stretti vicoli di questa piccola comunità.
Sono contenta!
E' stata un'escursione faticosa, ma appagante, e so con certezza che altre giornate mi aspettano: intense, radiose, gratificanti!
Grazie al DJ Alberto, che ci ha accompagnati con la musica adatta sulla strada giusta, aiutandoci ad essere leggeri laddove il cammino diventava pesante e concertando in maniera egregia i suoni della nostra band.
La gioia e il dolore corrono su binari paralleli, dove la collisione è sempre in agguato. La natura sa regalarci tutta sè stessa, farci sentire grandi e poi ridimensionarci fino al nulla e sbriciolare le nostre certezze umane, quindi fallibili.
Non dimentichiamolo mai, nella costruzione dei nostri desideri.
La via per le alture a volte arriva con un sms.
"Ciao, sei invitato al grande rave dello Zucco di Sileggio, domenica 18 novembre dalle 9 ad libitum "
Questo il messaggio che ha giocato nell'etere, rimbalzando da un'antenna elettrizzata all'altra dei gestori telefonici.
Sì, perchè un'escursione in montagna con 34 partecipanti perde le caratteristiche insite nel nome e si trasforma in altro evento: una chiassosa transumanza, una festa alternativa, una pacifica invasione della suddetta cima .
Entrata gratis ed obbligatoria presso Sonvico, amena località del lecchese.
Tanto amena che due passanti di Mandello, il paese prima, alla richiesta della giusta direzione non ne conoscevano l'esistenza.
Dopo la prima ondata di ballo, si presenta una sessione di stretching per i tendini, sul sentiero pietroso. Arrivati alla chiesetta-ostello di S.Maria (680m) la folla di partecipanti si divide: gli amanti della techno procedono per la via ferrata, i tranquilli cultori della lounge music, amanti delle atmosfere più soft, sconfinanti nel chill out, continuano sulla strada maestra.
Io scelgo la prima opzione, mi piace il ritmo.
Il movimento si sviluppa sulla salita sempre più verticale, fino a quando la ferrata mostra le prime catene.
Dopo le prime impennate, il popolo del rave, in una pausa improvvisata sente il bisogno del supporto chimico.
C'è chi si impasticca con barrette energetiche al cioccolato, panini al salame e banane.
Le sorelle Isi & Giusy tracannano la famosa tisana ai frutti di bosco, della quale non rivelano a nessuno la reale composizione (l'amanita muscaria, fungo allucinogeno, in fondo è un frutto del bosco).
Ho visto anche un uomo con la barba grigia, nascosto dietro un masso, inghiottire un intero pacchetto di caramelle al miele.
La musica di sottofondo incalza, sento i bassi dei cuori in affanno che pompano sulle pareti delle arterie.
Il percorso si srotola sui piani inclinati della montagna, via via sempre più ricchi di gradi.
La festa continua. Ad un tratto appare il muraglione a novanta gradi.
Come la supereremo?
Le scale!
Gonfi di adrenalina, evidentemente alterati da energie chimiche sconosciute, affrontiamo le scale metalliche, che ci faranno superare una parete di un grado impossibile ai più.
Sul metallo dei pioli, l'adrenalina fa a pugni con le scariche di paura, tuttavia, si sa, il popolo del rave vuole emozioni a cascata.
Le ultime balze rocciose vengono superate agevolmente, tra catene e buoni appigli di pietra.
Dalla croce di vetta dello Zucco, vedo Aldo

Il gruppo è ricongiunto, il ballo incalza, si consuma anche il rituale pasto del ricongiungimento, la fame chimica stringe gli stomaci.
Si balla, si balla , si balla.

Ora il grande finale.
L'organizzatore del rave, DJ Alberto, inventa un ritorno ad anello, girando la cartina al contrario e tracciando il percorso con la matita da trucco di una cubista.
La lunga strada del rientro toccherà tutti gli alpeggi delle valli circostanti, ballando in equilibrio precario su scivolosi tappeti di foglie secche; infine lambirà il sentiero del fiume e quello della perdizione.
Siamo entrati nel cuore dell'autunno, lo abbiamo assaporato ubriacandoci dei suoi profumi e colori.
Solo alla fine della circumnavigazione della valle, esausto, ho capito l'intento della nostra guida.
Voleva vedere ballare i tutti gli abitanti delle Grigne insieme a noi.
E forse ci è riuscito...
soundtrack: Emir kusturica & The no smoking orchestra " Unza unza time"
http://www.youtube.com/watch?v=KzuokiCIsz8
By

Difficile aggiungere parole a quelle già scritte da Lebowski, capace di usare la penna con l'abilità e la perizia di uno scrittore, un letterato, un poeta......
Due spanne sopra di me!
Ma non per questo mi arrendo, non è una competizione la nostra.....
In fondo, mi dico, si tratta solo di due modi diversi di vivere e di raccontare la stessa storia....
Difficile scrivere una relazione con il peso di quello che è appena successo.
Avevo appena cominciato a scrivere il mio racconto quando è arrivata la tragica notizia......e da quel momento la mia penna si è fermata, immobile, incapace di riempire il foglio di segni....
Ma la vita continua.....e noi dobbiamo continuare a vivere, ad andare in montagna, a raccontare le nostre storie, a tenere aggiornato il diario delle nostre escursioni e a farci leggere....da chi ha voglia di leggerci!
Alcuni eventi ci travolgono e poi.....magicamente......ne riemergiamo, le ferite guariscono, anche se le cicatrici rimangono sulla nostra pelle dura e coriacea e si infittiscono con il passare degli anni.
Quante volte mi domando chissà che cosa mi toccherà ancora vedere nel tempo che mi resta a disposizione........
Oggi il nostro gruppo, una sorta di armata Brancaleone (non me ne vogliano i componenti per l'audace paragone), è alle prese con la sua nuova crociata: la conquista dello Zucco di Sileggio!
Non ci posso credere.....siamo addirittura in 34!
Se fossi nei panni di Alberto, il capogita, mi sentirei piuttosto inquieta e nervosa all'idea di gestire uno squadrone così numeroso, ma lui non sembra dar segni di preoccupazione e tiene costantemente d'occhio il gruppo dimostrando di avere sempre la situazione sotto controllo.
Io sono un po' frastornata alla partenza......tante persone....troppe per me!
So già che con molte di loro riuscirò a scambiare quattro chiacchiere, ma alla fine mi sembrerà di non aver parlato con nessuno e molti dei miei discorsi si esauriranno con le solite banalità:
"Che bella giornata...."
"Ma che fatica!"
"E i tuoi figli come stanno?"
Quest'oggi è praticamente impossibile avere contatti con tutti anche perchè, come spesso succede, ci dividiamo in gruppi più piccoli, che poi si ritrovano per separarsi di nuovo.
Già dopo la Chiesa di Santa Maria si formano due unità ben distinte: una guidata da Alberto, che percorrerà la ferrata e l'altra che, con Aldo, seguirà il sentiero fino alla vetta dove ci diamo appuntamento.
Il tracciato che porta alla ferrata è abbastanza ripido e, grazie all'aiuto di alcune catene, superiamo tutti in scioltezza dei salti di roccia divertenti, anche se poco ingaggianti.
Ma arrivata alle due lunghissime e aeree scale di ferro che superano una parete verticale rimango di sasso nel vedere l'imponenza di tale struttura e mi domando se davvero serviva attrezzare questo tratto roccioso con una simile impalcatura.
Orrenda....almeno dal mio punto di vista!
In fondo c'è un bel sentiero, e forse anche più di uno, che porta fino in cima.....
La visione di tutto ciò e l'interminabile attesa che mi tocca alla base delle scale, essendo la penultima della fila, mina fortemente la mia voglia di far ferrate.
Ma questa è la mia battaglia di oggi, e devo portarla fino in fondo!
Dopo aver risalito la rampa di ferro percorro affannosamente l'ultimo tratto di cresta che porta in cima, dove gli altri sono lì.... che aspettano solo di ripartire.
Del resto....io ho sprecato il tempo che avevo a disposizione nello stare in coda sotto le scale e adesso non mi resta che mandar giù velocemente il mio panino e rimettermi in marcia, lungo il sentiero ripido e scivoloso che porta fino alla Bocchetta di Verdascia.
Da lì raggiungiamo velocemente Prà Vescovin e qui ci si divide di nuovo: c'è chi decide di scendere subito verso Sonvico e chi sceglie di allungare il percorso passando dall'Alpe Calivazzo.
L'equipaggio dell'auto su cui viaggio opta per la seconda possibilità e io sono "obbligata" a seguirli, non senza una punta di soddisfazione!
Non so ancora che mi aspettano altri 200 metri di dislivello ma, come spesso mi capita, quando mi sembra di aver esaurito la benzina, finisco sempre con il trovare delle risorse nascoste dentro di me e procedo, non senza fatica, tenendo il passo degli altri.
Mario, vicino a me, si ferma ogni tanto per cercare di immortalare con la sua macchina fotografica angoli o scorci particolari che questa giornata ci regala e ciò mi dà l'opportunità di condividere la suggestione di questi luoghi.
Siamo ormai prossimi all'imbrunire e le luci di questo magico momento della giornata danno vita a visioni il cui fascino ci cattura, rendendoci spettatori privilegiati di questa esibizione.
E' un incanto: la grigia roccia si illumina colorandosi di rosso, il silenzio regna sovrano ovunque e il buio incalza inesorabilmente, stendendo la sua coltre nera sopra il paesaggio che lentamente, una lucina dopo l'altra, si illumina.
Percorriamo quasi al buio l'ultimo tratto di sentiero finchè giungiamo a Sonvico, dove i nostri passi e le nostre chiacchiere si perdono tra gli stretti vicoli di questa piccola comunità.
Sono contenta!
E' stata un'escursione faticosa, ma appagante, e so con certezza che altre giornate mi aspettano: intense, radiose, gratificanti!
Grazie al DJ Alberto, che ci ha accompagnati con la musica adatta sulla strada giusta, aiutandoci ad essere leggeri laddove il cammino diventava pesante e concertando in maniera egregia i suoni della nostra band.
Tourengänger:
grandemago,
bertic,
pizzo1954,
Lella,
lebowski,
patripoli,
lumi,
davidgnomo,
loco55,
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