San Zeno
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Facile escursione transfrontaliera da Scudellate a San Zeno. Katty e Poldo, convalescente da una tallonite, tornano a camminare dopo un lungo periodo. Devono riprendere con cautela per evitare ricadute. Le previsioni sono pessime ma ci spiace rinviare di nuovo. Pensiamo quindi ad un percorso senza difficoltà, che si sviluppa su mulattiere. Il dislivello è minimo, l'obbiettivo 'sbandierato' è la chiesa di San Zeno, quello 'reale' l'Osteria del Valico di Erbonne.
Imbocchiamo il classico sentiero che da Scudellate porta ad Erbonne grazie al magnifico ponte in legno che supera la valle del Breggia. Ad Erbonne dalla chiesa saliamo verso la fontana evitando la deviazione a sinistra che condurrebbe ad Orimento. Un segnavia in metallo indica Ermogna e Carolza. Seguiamo questa nuova mulattiera e superati i ruderi di un alpeggio con una nevera, poco prima di Ermogna, incrociamo una casereccia che sale da Pian d'alpe.
Scendiamo in breve al piano e a vista ci dirigiamo lungo i pascoli verso l'alpe di Casasco. Non essendoci segnaletica e avendo dimenticato la cartina in auto, per evitare errori (dal piano oltre alla mulattiera che sale a San Zeno ne partono un paio in direzione Bonello e Prabello e una scende verso Ovrascio), teniamo il il filo di cresta. Le nuvole ormai stanno avvolgendoci ma confidiamo nelle previsioni che non danno pioggia intensa. Nella nebbia San Zeno appare lontanissimo, in realtà dopo pochi minuti nel bosco incrociamo la mulattiera giusta, riconoscibile anche per una serie di grosse croci di legno. Ad un bivi addirittura compare un segnavia in alluminio che indica la direzione per San Zeno. Probabilmente deviando a destra si scenderebbe verso Ovrascio. LA salita non è mai ripida ed in una ventina di minuti siamo alla chiesa. Nemmeno il tempo di ammirare la distesa di nuvole che ammanta il lago di Como, e pensare che eravamo saliti anche per il panorama, inizia a piovere intensamente. La pioggia si intensifica lungo la discesa, le mantelle faticano a tenere. Arrivati di nuovo a pian d'Alpe decidiamo di tornare ad Erbonne lungo la strada asfaltata evitando l'esplorazione di un sentiero che si sviluppa in valle. Tra l'altro il nome della valle, appunto Vallaccia, non consiglia di intraprendere 'esplorazioni' con un tempo così sfavorevole.
Il resto è polenta&zola, gustosissima, e, la beffa, prevista, di vedere spuntare i primi raggi di sole appena entrati in osteria. Ritorniamo a Scudellate godendoci i giochi di luce che ci regalano le nubi spazzate dal vento risalgono veloci i versanti della valle di Muggio. Arriviamo a casa con il cielo sereno.

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