Colma di Sormano-parco S.Primo ....anticipo d'inverno e "strage di alberi"
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Riassunto: giornata quasi surreale, ho passato il pomeriggio a lottare con la neve, tanta come non me ne ricordo a queste quote ad inizio ottobre, e con gli alberi divelti e sradicati dalla tempesta di ieri sera, che rendevano il sentiero una giungla impenetrabile!
Risultato: non una, ma due cime mancate in una volta sola!
Dopo un po di tira e molla mattutino sul fatto di andare o no al lavoro, decido di approfittare del giorno di ferie che non ricordavo di aver programmato, e sto a casa. Anche xchè il tempo, dopo la tempesta di vento freddo e acqua di ieri sera, sembra cominciare a volgere addirittura al sereno. Sistemati con calma alcuni impegni mattutini, verso le undici e mezza esco da casa con in mente l'idea di andare al S.Primo, visto che le montagne sembrano ben ammantate della neve caduta nella serata e nella notte. E' la prima neve e decido che bisogna approfittarne assolutamente, in realtà non so ancora cosa mi aspetta.
In effetti arrivato alla Colma, mentre parcheggio, mi rendo subito conto che c'è molta + neve di quanto mi aspettassi, saranno almeno 20 cm. buoni, addirittura un parcheggio è sbarrato da un muro di 50 cm di neve. Ovviamente ho i pantaloni da mezza stagione, e mi accorgo quasi subito che le ghette sono rimaste a casa o chissa' dove........
E' l'una meno un quarto quando punto deciso la salita dietro l'osservatorio, non è ancora passato nessuno e nella neve fresca, che in alcuni punti tocca i 40/50 cm., si fa parecchio fatica. Quasi quasi mi vien da pensare che potevano tornare utili le ciaspole.......non l'avrei immaginato.
Proseguo, arrivo dove ci sono i tralicci dei vecchi impianti e comincio a capire che sarà dura: il sentiero letteralmente "sparisce" nel bosco sepolto sotto i rami pieni di neve, schiacciati a terra. E' dura trovare un varco, ancor di piu' cercare di capire dove sia il sentiero, in effetti alla fine taglio x il ripido bosco a lungo, solo verso la fine del tratto ritrovo la via. Scendo finalmente alla giunzione con la carrabile, il sentiero qui alterna tratti dove ci sono 20 cm. ad altri dove la neve si è accumulata e arriva addirittura a 50-70, dove ci sono alcune roulotte ed un campetto da calcio, addirittura " un'onda di neve" mi vede sprofondare fino a metà coscia! Quasi non ci credo......ma il peggio deve ancora venire.........
Il sentiero carrozzabile che ho fatto tante volte, con ogni meteo ed in ogni stagione, oggi è sparito, inghiottito da una foresta equatoriale, fatta di rami spezzati di ogni taglia sparsi dappertutto tra cui devi inventarti uno slalom alla Tomba, di fronde e rami ancora verdi carichi di neve schiacciati a terra o sospesi nel vuoto in attesa di liberarsi del loro carico, di interi tronchi caduti che ostruiscono il passaggio in ogni modo. Alberi che erano li da chissà quanti anni sdraiati a terra come giganti sconfitti, letteralmente strappati insieme alle loro radici dalla terra in cui sono nati. Sembra sia passato letteralmente un ciclone dalla forza devastante, non ho mai visto niente di simile. Il lungo tratto che mi separa dalla Colma del bosco, sembra non finire mai, ed infatti non ci arriverò.
Mi faccio strada a fatica tra fronde bagnate e cariche di neve, rami spezzati, tronchi da scavalcare arrampicandomi, altri da superare quasi strisciando x terra. Una serie infinita. Oltretutto dagli alberi cadono continuamente cumuli di neve che mi investono da ogni parte, sembra poi che piova a dirotto xchè la neve che non cade, sgocciola e si scioglie. Ad un certo punto, sporgendomi oltre un nutrito gruppo di alberi caduti, vedo che diverse mucche ed un asino sono rimaste praticamente intrappolate tra alcuni enormi alberi caduti sulla strada, e non possono più andare ne avanti, ne indietro. Probabilmente sono li ferme, quasi immobili, da parecchio, e sono nervose, come provo a passare nell'esiguo spazio si agitano. Sono ormai fradicio, decido che ne ho abbastanza e torno indietro.
Faccio dietro front, ripercorro con faticosi slalom e arrampicate il recente percorso, al bivio con il sentiero della cresta di prima, lo ignoro e proseguo sulla strada, ma la situazione non migliora, anzi..... Ancora più alberi a terra se possibile, ci sono un paio di punti in cui dispero di poter trovare un varco x passare.
Poco oltre uno di questi incontro un altro escursionista, che già abbastanza scoraggiato, mi chiede come è andando avanti. Alle mie spiegazioni capisce anche lui che è meglio tornare, si era portato lo Snow e già sognava una discesa mozzafiato sulla bella neve dall'alpe Terrabiotta. Ha provato anche a salire da Pian Rancio, ma la strada è chiusa alla Polentoteca proprio x i numerosi alberi e rami caduti anche di li. Capisce che per lo snow non è giornata.
Insieme, chiacchierando e facendoci strada a fatica nella "giungla" di rami e alberi spezzati, torniamo mestamente alla Colma. E' presto però, sono solo le 14.30, decidiamo di puntare dalla parte opposta, verso il Palanzone, il sentiero delle creste è molto + aperto, i tratti nel bosco molto meno lunghi.
Così ci incamminiamo, chiacchieriamo di montagna, di sentieri e di avventure e piacevolmente, qui il sentiero è quasi sempre esposto al caldo sole, battiamo la neve fresca arrivando fino al grande albero della Braga di cavallo. Sono le quattro meno venti, Lui si arrende alla stanchezza, x me la tentazione di proseguire fino in vetta è molto forte, ma le gambe cominciano a risentire della fatica inaspettata fatta prima, così decido di tornare anch'io. Pian piano rifacciamo il percorso appena seguito, solo nell'ultimo tratto prendiamo la strada nel bosco, anche qui ci sono un po di rami e qualche piccolo albero sulla strada, molto meno che dall'altra parte. Poco prima delle cinque siamo di nuovo alla Colma, ci salutiamo scambiandoci qualche dato e augurandoci di riincontrarci presto, magari in condizioni + normali.
Che dire ancora, soddisfatto x essere riuscito a tornare in montagna dopo quasi 3 settimane e x il meteo finalmente bello. Incredulo e dispiaciuto x la "strage di alberi".
Penso che ci vorrà del tempo e molto lavoro x ripulire tutto.
Anche oggi qualcosa da raccontare.
Alla prossima.
Risultato: non una, ma due cime mancate in una volta sola!
Dopo un po di tira e molla mattutino sul fatto di andare o no al lavoro, decido di approfittare del giorno di ferie che non ricordavo di aver programmato, e sto a casa. Anche xchè il tempo, dopo la tempesta di vento freddo e acqua di ieri sera, sembra cominciare a volgere addirittura al sereno. Sistemati con calma alcuni impegni mattutini, verso le undici e mezza esco da casa con in mente l'idea di andare al S.Primo, visto che le montagne sembrano ben ammantate della neve caduta nella serata e nella notte. E' la prima neve e decido che bisogna approfittarne assolutamente, in realtà non so ancora cosa mi aspetta.
In effetti arrivato alla Colma, mentre parcheggio, mi rendo subito conto che c'è molta + neve di quanto mi aspettassi, saranno almeno 20 cm. buoni, addirittura un parcheggio è sbarrato da un muro di 50 cm di neve. Ovviamente ho i pantaloni da mezza stagione, e mi accorgo quasi subito che le ghette sono rimaste a casa o chissa' dove........
E' l'una meno un quarto quando punto deciso la salita dietro l'osservatorio, non è ancora passato nessuno e nella neve fresca, che in alcuni punti tocca i 40/50 cm., si fa parecchio fatica. Quasi quasi mi vien da pensare che potevano tornare utili le ciaspole.......non l'avrei immaginato.
Proseguo, arrivo dove ci sono i tralicci dei vecchi impianti e comincio a capire che sarà dura: il sentiero letteralmente "sparisce" nel bosco sepolto sotto i rami pieni di neve, schiacciati a terra. E' dura trovare un varco, ancor di piu' cercare di capire dove sia il sentiero, in effetti alla fine taglio x il ripido bosco a lungo, solo verso la fine del tratto ritrovo la via. Scendo finalmente alla giunzione con la carrabile, il sentiero qui alterna tratti dove ci sono 20 cm. ad altri dove la neve si è accumulata e arriva addirittura a 50-70, dove ci sono alcune roulotte ed un campetto da calcio, addirittura " un'onda di neve" mi vede sprofondare fino a metà coscia! Quasi non ci credo......ma il peggio deve ancora venire.........
Il sentiero carrozzabile che ho fatto tante volte, con ogni meteo ed in ogni stagione, oggi è sparito, inghiottito da una foresta equatoriale, fatta di rami spezzati di ogni taglia sparsi dappertutto tra cui devi inventarti uno slalom alla Tomba, di fronde e rami ancora verdi carichi di neve schiacciati a terra o sospesi nel vuoto in attesa di liberarsi del loro carico, di interi tronchi caduti che ostruiscono il passaggio in ogni modo. Alberi che erano li da chissà quanti anni sdraiati a terra come giganti sconfitti, letteralmente strappati insieme alle loro radici dalla terra in cui sono nati. Sembra sia passato letteralmente un ciclone dalla forza devastante, non ho mai visto niente di simile. Il lungo tratto che mi separa dalla Colma del bosco, sembra non finire mai, ed infatti non ci arriverò.
Mi faccio strada a fatica tra fronde bagnate e cariche di neve, rami spezzati, tronchi da scavalcare arrampicandomi, altri da superare quasi strisciando x terra. Una serie infinita. Oltretutto dagli alberi cadono continuamente cumuli di neve che mi investono da ogni parte, sembra poi che piova a dirotto xchè la neve che non cade, sgocciola e si scioglie. Ad un certo punto, sporgendomi oltre un nutrito gruppo di alberi caduti, vedo che diverse mucche ed un asino sono rimaste praticamente intrappolate tra alcuni enormi alberi caduti sulla strada, e non possono più andare ne avanti, ne indietro. Probabilmente sono li ferme, quasi immobili, da parecchio, e sono nervose, come provo a passare nell'esiguo spazio si agitano. Sono ormai fradicio, decido che ne ho abbastanza e torno indietro.
Faccio dietro front, ripercorro con faticosi slalom e arrampicate il recente percorso, al bivio con il sentiero della cresta di prima, lo ignoro e proseguo sulla strada, ma la situazione non migliora, anzi..... Ancora più alberi a terra se possibile, ci sono un paio di punti in cui dispero di poter trovare un varco x passare.
Poco oltre uno di questi incontro un altro escursionista, che già abbastanza scoraggiato, mi chiede come è andando avanti. Alle mie spiegazioni capisce anche lui che è meglio tornare, si era portato lo Snow e già sognava una discesa mozzafiato sulla bella neve dall'alpe Terrabiotta. Ha provato anche a salire da Pian Rancio, ma la strada è chiusa alla Polentoteca proprio x i numerosi alberi e rami caduti anche di li. Capisce che per lo snow non è giornata.
Insieme, chiacchierando e facendoci strada a fatica nella "giungla" di rami e alberi spezzati, torniamo mestamente alla Colma. E' presto però, sono solo le 14.30, decidiamo di puntare dalla parte opposta, verso il Palanzone, il sentiero delle creste è molto + aperto, i tratti nel bosco molto meno lunghi.
Così ci incamminiamo, chiacchieriamo di montagna, di sentieri e di avventure e piacevolmente, qui il sentiero è quasi sempre esposto al caldo sole, battiamo la neve fresca arrivando fino al grande albero della Braga di cavallo. Sono le quattro meno venti, Lui si arrende alla stanchezza, x me la tentazione di proseguire fino in vetta è molto forte, ma le gambe cominciano a risentire della fatica inaspettata fatta prima, così decido di tornare anch'io. Pian piano rifacciamo il percorso appena seguito, solo nell'ultimo tratto prendiamo la strada nel bosco, anche qui ci sono un po di rami e qualche piccolo albero sulla strada, molto meno che dall'altra parte. Poco prima delle cinque siamo di nuovo alla Colma, ci salutiamo scambiandoci qualche dato e augurandoci di riincontrarci presto, magari in condizioni + normali.
Che dire ancora, soddisfatto x essere riuscito a tornare in montagna dopo quasi 3 settimane e x il meteo finalmente bello. Incredulo e dispiaciuto x la "strage di alberi".
Penso che ci vorrà del tempo e molto lavoro x ripulire tutto.
Anche oggi qualcosa da raccontare.
Alla prossima.
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