Ciaspolata al Palanzone
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Oggi decido di provare le mie ciaspole, che le altre volte mi avevano dato dei problemi; dopo averci lavorato un po' sembra che ora vadano bene.
Ho scelto per la prova il Palanzone; giovedì lo osservavo dal Monte Rai, e sembrava innevato bene, anche se in alcuni punti affiorava l'erba.
Arrivo alla Colma di Sormano con Maurizio; nonostante siano già le 8,45 non c'è ancora nessuno, e riusciamo a parcheggiare nel piccolo angolo ancora gratuito.
Il cielo è grigio, e rende l'atmosfera suggestiva, con occasionali sprazzi di sole.
Oggi le racchette vanno bene; hanno ancora bisogno di una sistematina, ma non danno problemi.
Invece la neve non è l'ideale, si fa più fatica che a non averle, soprattutto Maurizio che ha le vecchie racchette di legno e corda.
Seguiamo il lungo saliscendi di cresta, incontrando poche persone, arrivando in cima al Palanzone dopo 1 ora e 45 minuti, escluse alcune brevi soste.
Tolte le ciaspole ci riposiamo un po', dopo di che cominciamo la discesa per raggiungere il Rifugio Riella.
Oggi non è possibile scendere direttamente al rifugio, troppa neve ed una cornice a cui bisogna fare attenzione anche scendendo lungo la cresta.
Al rifugio non ci sono molti escursionisti; un buon pranzo, brasato con polenta, torta, vino, caffé e grappa.
Mentre mangiamo guardiamo fuori dalla finestra, nevica ...
Le previsioni davano miglioramento nel pomeriggio, ma questa volta non ci hanno azzeccato.
Giunge l'ora di tornare; i gestori ci avvisano che è scesa una slavina sul sentiero che riporta alla Colma, e ci consigliano di ritornare sulla cima.
Ora la neve è bella marcia, risalire dopo mangiato è faticoso, soprattutto per Maurizio che non è più allenato.
Giunti sulla cima un'altra spruzzatina di neve convince Maurizio a non effettuare il previsto riposo, non vuole trovarsi sulla strada mentre nevica, per cui si riparte subito per la discesa.
Il cielo si è rannuvolato ancora di più che al mattino, ed una brutta foschia giallastra vela il panorama.
La neve ha perso consistenza ed in molti punti si sprofonda, ma non ce la sentiamo di rimettere le ciaspole in discesa; non siamo abituati e preferiamo ritrovarci seduti nella neve piuttosto che rischiare qualche legamento.
Arrivati finalmente al parcheggio Maurizio è morto dalla stanchezza, io invece ho spalle e collo doloranti per il peso delle racchette sullo zaino.
Sosta al bar e partenza per Milano.
Non capita spesso di salire due volte la stessa cima nello stesso giorno.
Alla prossima
Ciao
Stefano
Ho scelto per la prova il Palanzone; giovedì lo osservavo dal Monte Rai, e sembrava innevato bene, anche se in alcuni punti affiorava l'erba.
Arrivo alla Colma di Sormano con Maurizio; nonostante siano già le 8,45 non c'è ancora nessuno, e riusciamo a parcheggiare nel piccolo angolo ancora gratuito.
Il cielo è grigio, e rende l'atmosfera suggestiva, con occasionali sprazzi di sole.
Oggi le racchette vanno bene; hanno ancora bisogno di una sistematina, ma non danno problemi.
Invece la neve non è l'ideale, si fa più fatica che a non averle, soprattutto Maurizio che ha le vecchie racchette di legno e corda.
Seguiamo il lungo saliscendi di cresta, incontrando poche persone, arrivando in cima al Palanzone dopo 1 ora e 45 minuti, escluse alcune brevi soste.
Tolte le ciaspole ci riposiamo un po', dopo di che cominciamo la discesa per raggiungere il Rifugio Riella.
Oggi non è possibile scendere direttamente al rifugio, troppa neve ed una cornice a cui bisogna fare attenzione anche scendendo lungo la cresta.
Al rifugio non ci sono molti escursionisti; un buon pranzo, brasato con polenta, torta, vino, caffé e grappa.
Mentre mangiamo guardiamo fuori dalla finestra, nevica ...
Le previsioni davano miglioramento nel pomeriggio, ma questa volta non ci hanno azzeccato.
Giunge l'ora di tornare; i gestori ci avvisano che è scesa una slavina sul sentiero che riporta alla Colma, e ci consigliano di ritornare sulla cima.
Ora la neve è bella marcia, risalire dopo mangiato è faticoso, soprattutto per Maurizio che non è più allenato.
Giunti sulla cima un'altra spruzzatina di neve convince Maurizio a non effettuare il previsto riposo, non vuole trovarsi sulla strada mentre nevica, per cui si riparte subito per la discesa.
Il cielo si è rannuvolato ancora di più che al mattino, ed una brutta foschia giallastra vela il panorama.
La neve ha perso consistenza ed in molti punti si sprofonda, ma non ce la sentiamo di rimettere le ciaspole in discesa; non siamo abituati e preferiamo ritrovarci seduti nella neve piuttosto che rischiare qualche legamento.
Arrivati finalmente al parcheggio Maurizio è morto dalla stanchezza, io invece ho spalle e collo doloranti per il peso delle racchette sullo zaino.
Sosta al bar e partenza per Milano.
Non capita spesso di salire due volte la stessa cima nello stesso giorno.
Alla prossima
Ciao
Stefano
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stefano58

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