Capanna Efra
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Partenza di “buon ora” da Mendrisio con il primo ritrovo tra i giovani temerari. Prima tappa a Cadenazzo per raccogliere altri avventurieri.
Giunti a Frasco (885m) si parte di buon passo. Il sentiero segue il lato nord della valle e si addentra nei boschi della bellissima Val d’Efra. Le pendenze non sono proibitive e si cammina con un buon ritmo. Giunti all’attraversamento del fiume si fa una piccola pausa. La giornata è stupenda, non c’è praticamente una nuvola. Ci voltiamo a guardare la montagna che ci aspetta e…il sentiero rempega su dritto dritto, con tantissimi ziczac, senza un attimo di tregua. In circa due ore affrontiamo un dislivello di un migliaio di metri.
La seconda tappa la facciamo all’Alpe di Efra (1686m)…complice una crisi di fame del sottoscritto! Grande sfogo di fisici spavaldi e corsari.
Dall’Alpe di Efra dovrebbe partire un sentierino diretto verso la capanna…ma del sentiero non c’è traccia. Proseguiamo quindi verso il laghetto, nella speranza ci sia un sentiero verso la capanna.
Il laghetto d’Efra è una piccola perla incastonata sotto le pendici della Cima di Gagnone (2518m). Scrive Plinio Grossi sull’opuscolo dedicato al Laghetto d’Efra: “Si giunge all’Alpe dell’Efra (…) e tra rivi e rose alpine, si va verso la cascata che esce, come un getto d’avorio, dal laghetto pieno di blu pressato e di verde scurito. Una conca, fatta su musura, lo accoglie sotto la Cima di Gagnone, dalla quale l’acqua vien giù in rivole che sembrano le vene del sasso.” Si parla addirittura di un progetto passato di una diga per sfruttarne le acque.
Dal Laghetto fino alla capanna la strada è ancora ripida,ma la visione della bandiera è di aiuto (specialmente al sottoscritto che stava cominciando a lasciarci le penne…). La capanna è un’altra perla. Abilmente riattata e risistemata dalla SEV (Società Escursionistica Verzaschese), offre posti per una trentina di persone. Suddivisa in 3 edifici distinti, locale giorno, locale notte e locale con i servizi igienici, ha spazio per tutto e per tutti. E lo dimostra anche la buona frequentazione della capanna.
Dopo un buon pasto, e la meritata birretta, affrontiamo lo stesso percorso in discesa. Praticamente ci si lancia giù per i pendii. Sperando nella tenuta dei freni.
Giunti a Frasco (885m) si parte di buon passo. Il sentiero segue il lato nord della valle e si addentra nei boschi della bellissima Val d’Efra. Le pendenze non sono proibitive e si cammina con un buon ritmo. Giunti all’attraversamento del fiume si fa una piccola pausa. La giornata è stupenda, non c’è praticamente una nuvola. Ci voltiamo a guardare la montagna che ci aspetta e…il sentiero rempega su dritto dritto, con tantissimi ziczac, senza un attimo di tregua. In circa due ore affrontiamo un dislivello di un migliaio di metri.
La seconda tappa la facciamo all’Alpe di Efra (1686m)…complice una crisi di fame del sottoscritto! Grande sfogo di fisici spavaldi e corsari.
Dall’Alpe di Efra dovrebbe partire un sentierino diretto verso la capanna…ma del sentiero non c’è traccia. Proseguiamo quindi verso il laghetto, nella speranza ci sia un sentiero verso la capanna.
Il laghetto d’Efra è una piccola perla incastonata sotto le pendici della Cima di Gagnone (2518m). Scrive Plinio Grossi sull’opuscolo dedicato al Laghetto d’Efra: “Si giunge all’Alpe dell’Efra (…) e tra rivi e rose alpine, si va verso la cascata che esce, come un getto d’avorio, dal laghetto pieno di blu pressato e di verde scurito. Una conca, fatta su musura, lo accoglie sotto la Cima di Gagnone, dalla quale l’acqua vien giù in rivole che sembrano le vene del sasso.” Si parla addirittura di un progetto passato di una diga per sfruttarne le acque.
Dal Laghetto fino alla capanna la strada è ancora ripida,ma la visione della bandiera è di aiuto (specialmente al sottoscritto che stava cominciando a lasciarci le penne…). La capanna è un’altra perla. Abilmente riattata e risistemata dalla SEV (Società Escursionistica Verzaschese), offre posti per una trentina di persone. Suddivisa in 3 edifici distinti, locale giorno, locale notte e locale con i servizi igienici, ha spazio per tutto e per tutti. E lo dimostra anche la buona frequentazione della capanna.
Dopo un buon pasto, e la meritata birretta, affrontiamo lo stesso percorso in discesa. Praticamente ci si lancia giù per i pendii. Sperando nella tenuta dei freni.
Tourengänger:
stellino

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