Ferrata 30° OSA, Corno RAT
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Quest'anno mi ha preso la scimmia delle ferrate, ho costituito un gruppo di amici con il quale condividiamo le uscite a base di ferro e roccia e nel mio carnet montagnino ho dovuto sacrificare la salita ad alcune cime che avevo in previsione di fare entro l'estate. Ma va bene così. La febbre delle ferrate ci ha portato ad affrontare l'impegnativo Corno RAT, bellissimo spuntone che domina Valmadrera e considerato dai locals come il quarto corno di Canzo.
Giunti in cima al Sasso il più è fatto. Da qui in su la roccia migliora, è più appigliata e si usano meno cavo e catena. Ci sono diverse placche attrezzate da superare, la verticalità di certo non manca, così come l'esposizione che in alcuni punti è veramente a livelli alti. E' una via impegnativa, ci vuole forza nelle braccia e i pulpiti dove fermarsi sono davvero pochi. Superato un dietro, si piega prima a sinistra lungo un breve ma pepato traverso per poi proseguire dritto in verticale...e qui il Barbacan cade in fallo: seguo la catena, mi sposto sulla destra e... ma... e mo dove metto i piedi? oh cazzo, sono salito troppo. Mi assicuro con un rinvio e mi sporgo all'indietro: "Maledetta staffa nascosta, ora mi tocca scendere". Avviso junior che mi precede, disarrampico un pochino e finalmente mi porto sul traversino destrorso che supero facilmente. Da qui in poi le cose vanno meglio.
Nel giro di un'oretta e dieci siamo in cima al Corno RAT. Ricompattiamo il gruppo e salutiamo Senior che deve rientrare mentre noi decidiamo se fare lo stesso o proseguire in cima fin verso il Corno Orientale. Un rapido scambio di sguardi ed è deciso... si va! Imbocchiamo il sentiero 8 che si snoda nel bellissimo bosco, superiamo tratti con facili roccette e arriviamo alla palina-bivio sotto l' Orientale. A sinistra si va dritto a Pianezzo e al rifugio SEV, mentre a destra si risale il paretone del Corno. Via, si va!
Qui la roccia diventa degna del suo nome, saliamo come missili senza toccare ferro se non per cambiare i moschettoni e in mezz'ora arriviamo alla croce del Corno Orientale. Scambio di complimenti, foto di rito e... la nutella di Graziano, immancabile premio a fine di ogni escursione. Rimaniamo in vetta per un pochino, cercando squarci di sereno nel cielo che oggi è plumbeo ma che verso la pianura è completamente sgombro da nuvole(sigh!). Alle undici, zaini in spalla e giù verso l' Acqua del Fo, poi a sinistra per San Tomaso dove giungiamo in tempo per un potenziale pranzo a base di salamelle grigliate. A malincuore scegliamo di rinunciare perchè ciascuno di noi ha già impegni a casa e rimandiamo la grigliata ad altre occasioni.
Rientrati al Belvedere ci salutiamo dandoci appuntamento alla prossima escursione.
Giunti in cima al Sasso il più è fatto. Da qui in su la roccia migliora, è più appigliata e si usano meno cavo e catena. Ci sono diverse placche attrezzate da superare, la verticalità di certo non manca, così come l'esposizione che in alcuni punti è veramente a livelli alti. E' una via impegnativa, ci vuole forza nelle braccia e i pulpiti dove fermarsi sono davvero pochi. Superato un dietro, si piega prima a sinistra lungo un breve ma pepato traverso per poi proseguire dritto in verticale...e qui il Barbacan cade in fallo: seguo la catena, mi sposto sulla destra e... ma... e mo dove metto i piedi? oh cazzo, sono salito troppo. Mi assicuro con un rinvio e mi sporgo all'indietro: "Maledetta staffa nascosta, ora mi tocca scendere". Avviso junior che mi precede, disarrampico un pochino e finalmente mi porto sul traversino destrorso che supero facilmente. Da qui in poi le cose vanno meglio.
Nel giro di un'oretta e dieci siamo in cima al Corno RAT. Ricompattiamo il gruppo e salutiamo Senior che deve rientrare mentre noi decidiamo se fare lo stesso o proseguire in cima fin verso il Corno Orientale. Un rapido scambio di sguardi ed è deciso... si va! Imbocchiamo il sentiero 8 che si snoda nel bellissimo bosco, superiamo tratti con facili roccette e arriviamo alla palina-bivio sotto l' Orientale. A sinistra si va dritto a Pianezzo e al rifugio SEV, mentre a destra si risale il paretone del Corno. Via, si va!
Qui la roccia diventa degna del suo nome, saliamo come missili senza toccare ferro se non per cambiare i moschettoni e in mezz'ora arriviamo alla croce del Corno Orientale. Scambio di complimenti, foto di rito e... la nutella di Graziano, immancabile premio a fine di ogni escursione. Rimaniamo in vetta per un pochino, cercando squarci di sereno nel cielo che oggi è plumbeo ma che verso la pianura è completamente sgombro da nuvole(sigh!). Alle undici, zaini in spalla e giù verso l' Acqua del Fo, poi a sinistra per San Tomaso dove giungiamo in tempo per un potenziale pranzo a base di salamelle grigliate. A malincuore scegliamo di rinunciare perchè ciascuno di noi ha già impegni a casa e rimandiamo la grigliata ad altre occasioni.
Rientrati al Belvedere ci salutiamo dandoci appuntamento alla prossima escursione.
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