Pizzo di Mezzodì m.2708
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(Agosto 2010)
Giorno 1
Decido di fare un'altra notte in rifugio con cima annessa, e dopo aver valutato varie ipotesi decido di tornare in Val Vegorness, dove ero stato già una decina di giorni prima facendo il Pizzo Barone ma mancando altri obiettivi per il peggioramento meteorologico. Stavolta punto alla Capanna Cognora, da dove ho intenzione di affrontare poi il Pizzo di Mezzodì lungo un relativamente breve spezzone di VAV.
Raggiungo Sonogno coi mezzi pubblici dall'Italia, e da lì dopo aver pranzato sull'allegro fiume Vegorness mi porto verso Cabioi: poco prima di raggiungere quest'alpe però si devia a destra, seguendo le chiare indicazioni per la Capanna Cognora. Il sentiero si rivolge subito verso un torrente laterale che scende da una bella cascata, e s'impenna con una certa decisione verso la faggeta, che si risale a zigzag. Segue un breve traverso, facile ma davvero impressionante per il suo notevole salto verso valle, dopo di che si supera, facilitato da un mini-ponticello, il torrente. La salita è di quelle davvero toste e senza tregua, e il gran caldo non aiuta affatto nell'impresa... va detto che l'itinerario è talvolta esposto e richiede davvero la massima attenzione e prudenza.
Raggiungo con fatica l'Alpe Cognora, ma è ancora abbastanza presto. Decido così di proseguire verso il Passo di Piatto (VAV) giusto per fare qualcosa in più, ma nubi e nebbie s'addensano, così superato un tratto attrezzato con scalette in legno - ormai vicino al passo - decido di tornare indietro e fermarmi definitivamente in Capanna, da dove ammiro il tramonto e una splendida luna piena.
Giorno 2
Parto verso il Pizzo Mezzodì, il tempo sembra tenere, anche se s'intrvedono già poco promettenti "pecorelle" lontane. La parte iniziale è abbastanza semplice, salendo e zigzagando tra prati e massi, poi s'affronta faticosamente una lunga pietraia che, con pendenza sempre più forte, raggiunge la selletta posta poco sotto la cima (utile l'uso delle mani proprio nella parte terminale). Da qui rimane davvero poco, anche se c'è da affrontare ancora un breve ma poco simpatico traversino assai esposto, che adduce alla bifida vetta, separata da facile cresta di rocce e sfasciumi: il panorama che si gusta dalle due cime è veramente fantastico e ripaga della fatica. Tornato sulla cima più prossima alla selletta mi accorgo che un breve canalino (che avevo notato in salita senza valutarlo) rende più semplice il ritorno. Scendo ovviamente per lo stesso itinerario VAV già affrontato e, giunto a Cognora, mi fermo a mangiare qualcosa: qui incontro proprio il custode (membro SEV) della Capanna, intento a controllare che sia tutto in ordine, col quale scambio quattro parole. Poi, mentre inizia a cadere qualche goccia, decidiamo di scendere assieme: a Cabioi si trova il suo fuoristrada, sul quale (vista la pioggia) mi farà gentilmente salire per evitarmi la lunga discesa a Sonogno.
Anche stavolta ho di che essere soddisfatto: questa Val Vegorness merita davvero, e il Pizzo Mezzodì è davvero una bellissima cima, non difficile ma tutt'altro che scontata.
Giorno 1
Decido di fare un'altra notte in rifugio con cima annessa, e dopo aver valutato varie ipotesi decido di tornare in Val Vegorness, dove ero stato già una decina di giorni prima facendo il Pizzo Barone ma mancando altri obiettivi per il peggioramento meteorologico. Stavolta punto alla Capanna Cognora, da dove ho intenzione di affrontare poi il Pizzo di Mezzodì lungo un relativamente breve spezzone di VAV.
Raggiungo Sonogno coi mezzi pubblici dall'Italia, e da lì dopo aver pranzato sull'allegro fiume Vegorness mi porto verso Cabioi: poco prima di raggiungere quest'alpe però si devia a destra, seguendo le chiare indicazioni per la Capanna Cognora. Il sentiero si rivolge subito verso un torrente laterale che scende da una bella cascata, e s'impenna con una certa decisione verso la faggeta, che si risale a zigzag. Segue un breve traverso, facile ma davvero impressionante per il suo notevole salto verso valle, dopo di che si supera, facilitato da un mini-ponticello, il torrente. La salita è di quelle davvero toste e senza tregua, e il gran caldo non aiuta affatto nell'impresa... va detto che l'itinerario è talvolta esposto e richiede davvero la massima attenzione e prudenza.
Raggiungo con fatica l'Alpe Cognora, ma è ancora abbastanza presto. Decido così di proseguire verso il Passo di Piatto (VAV) giusto per fare qualcosa in più, ma nubi e nebbie s'addensano, così superato un tratto attrezzato con scalette in legno - ormai vicino al passo - decido di tornare indietro e fermarmi definitivamente in Capanna, da dove ammiro il tramonto e una splendida luna piena.
Giorno 2
Parto verso il Pizzo Mezzodì, il tempo sembra tenere, anche se s'intrvedono già poco promettenti "pecorelle" lontane. La parte iniziale è abbastanza semplice, salendo e zigzagando tra prati e massi, poi s'affronta faticosamente una lunga pietraia che, con pendenza sempre più forte, raggiunge la selletta posta poco sotto la cima (utile l'uso delle mani proprio nella parte terminale). Da qui rimane davvero poco, anche se c'è da affrontare ancora un breve ma poco simpatico traversino assai esposto, che adduce alla bifida vetta, separata da facile cresta di rocce e sfasciumi: il panorama che si gusta dalle due cime è veramente fantastico e ripaga della fatica. Tornato sulla cima più prossima alla selletta mi accorgo che un breve canalino (che avevo notato in salita senza valutarlo) rende più semplice il ritorno. Scendo ovviamente per lo stesso itinerario VAV già affrontato e, giunto a Cognora, mi fermo a mangiare qualcosa: qui incontro proprio il custode (membro SEV) della Capanna, intento a controllare che sia tutto in ordine, col quale scambio quattro parole. Poi, mentre inizia a cadere qualche goccia, decidiamo di scendere assieme: a Cabioi si trova il suo fuoristrada, sul quale (vista la pioggia) mi farà gentilmente salire per evitarmi la lunga discesa a Sonogno.
Anche stavolta ho di che essere soddisfatto: questa Val Vegorness merita davvero, e il Pizzo Mezzodì è davvero una bellissima cima, non difficile ma tutt'altro che scontata.
Tourengänger:
Poncione

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Kommentare (2)