Palco d'onore sul Monte Rosa Show: Monte Tagliaferro (2964)
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Salire il Tagliaferro è come accomodarsi sul palco d'onore di un Gran Teatro per assistere allo spettacolo che il massiccio del Monte Rosa, proprio lì davanti sa offrire. Nessun trailer, tuttavia, lo show è visibile solo in vetta, non un metro prima, perché la via di accesso da Rima affronta il lato opposto di Alagna e proprio lui, il Tagliaferro, si pone a protezione della pièce principale. Poi, potrebbe succedere che il sipario resti calato a causa delle nebbie che da questi parti non sono una rarità. In questo caso non è previsto rimborso del prezzo del biglietto, è bene che si sappia.
A Rima alle 7.00, parto, dentro una mattina tersissima e fresca, causa i temporali del giorno addietro.
Costeggio l'hotel Tagliaferro e subito dopo giro a sinistra. Da questo punto è impossibile sbagliare perché la pista è completamente segnalata da segni di vernice bianco - rossi che spesso presentano il numero del sentiero (318).
La prima parte della salita avviene su buona mulattiera che gira su numerosi tornanti ed esce su un agevole traverso, a giungere all'alpe Scarpia di Sotto. Da qui, è visibile l'alpe omonima superiore che si raggiunge su prati . A questo punto occorre passare sopra l'alpe ed individuare la traccia che, a volte, si perde nell'erba molto alta. Prestare attenzione: sotto l'erba si celano buchi che possono provocare storte o cadute poco piacevoli dal pendio che si sta attraversando.
Più in alto, il sentiero migliora notevolmente e con una diagonale esce al passo del Vallarolo.
Dal passo, sempre su ottima pista, si comincia a risalire decisi un canalone alla cui sommità è ben evidente una sella. Si sale sull'unico nevaio della salita, peraltro evitabile, che a mio avviso ha i giorni contati.
All'uscita del nevaio, se avete i bastoncini, conviene chiuderli e riporli perché da qui alla vetta, le mani andranno "giù" un'infinità di volte. Il canalone si restringe e si fa ripidissimo, così la salita è un buon allenamento di arrampicatina (che non grado, visto l'evidente semplicità e l'esposizione nulla).
Arrivati finalmente alla sella, denominata "passo del Gatto", si dovrebbe prender fiato e non gioire troppo perché alla cima mancano ancora più di 200 metri di dislivello.
A dire il vero, dalla passo uno scorcio di Monte Rosa si vede già, ma, per un gioco di prospettive, appena si ricomincia a marciare, questo si nasconde totalmente.
La via prosegue a destra e prende una diagonale (talvolta esposta, talvolta umida o sdrucciolevole) che sostanzialmente esce in cresta. Questa si percorre per alcune decine di metri sino ad intravvedere la madonnina posta in vetta. Da qui, in pochi minuti, il gioco è fatto.
Da Rima alla vetta impiego circa 3h30min, che è sostanzialmente un tempo standard sebbene i segnavia indichino un'ora in più.
Per lo spettacolo a cui ho assistito lascio parlare le fotografie, che, al solito, saranno scarsamente esaurienti.
Mi fanno compagnia un ragazzo e una ragazza (probabilmente fidanzati, che bello vedere le coppie giovani in montagna!!) a cui non do troppo retta, non per maleducazione o misogina dalle quali penso di essere esente, ma per la mancanza di respiro che si apre davanti ai miei occhi: la Piramide Vincent, salita una settimana fa nella nebbia sembra volersi farsi sfiorare ogni volta che si allunga una mano.
Coprotagonisti dello show sono gli stambecchi, tanti e ovunque danno saggio della loro straordinaria abilità sulle creste precipitosissime del Tagliaferro.
Dopo una lunga permanenza in cima, scendo per la medesima via di salita impiegando 3h15min.
Con adeguata logistica si può unire alla salita la traversata ad Alagna, il cui sentiero parte dal passo del Gatto, opposto a quello che sale da Rima.
E' altresì possibile seguire l'impegnativo itinerario alpinistico ben descritto da
Laura&... sulla cresta NNO che si attacca dal colle di Mud, raggiungibile da Rima.
Ringrazio infine
Gabri e compagnia la cui recente relazione è stata d'aiuto per organizzare questa gita
Sviluppo: circa 19 km; SE: circa 35 km.
A Rima alle 7.00, parto, dentro una mattina tersissima e fresca, causa i temporali del giorno addietro.
Costeggio l'hotel Tagliaferro e subito dopo giro a sinistra. Da questo punto è impossibile sbagliare perché la pista è completamente segnalata da segni di vernice bianco - rossi che spesso presentano il numero del sentiero (318).
La prima parte della salita avviene su buona mulattiera che gira su numerosi tornanti ed esce su un agevole traverso, a giungere all'alpe Scarpia di Sotto. Da qui, è visibile l'alpe omonima superiore che si raggiunge su prati . A questo punto occorre passare sopra l'alpe ed individuare la traccia che, a volte, si perde nell'erba molto alta. Prestare attenzione: sotto l'erba si celano buchi che possono provocare storte o cadute poco piacevoli dal pendio che si sta attraversando.
Più in alto, il sentiero migliora notevolmente e con una diagonale esce al passo del Vallarolo.
Dal passo, sempre su ottima pista, si comincia a risalire decisi un canalone alla cui sommità è ben evidente una sella. Si sale sull'unico nevaio della salita, peraltro evitabile, che a mio avviso ha i giorni contati.
All'uscita del nevaio, se avete i bastoncini, conviene chiuderli e riporli perché da qui alla vetta, le mani andranno "giù" un'infinità di volte. Il canalone si restringe e si fa ripidissimo, così la salita è un buon allenamento di arrampicatina (che non grado, visto l'evidente semplicità e l'esposizione nulla).
Arrivati finalmente alla sella, denominata "passo del Gatto", si dovrebbe prender fiato e non gioire troppo perché alla cima mancano ancora più di 200 metri di dislivello.
A dire il vero, dalla passo uno scorcio di Monte Rosa si vede già, ma, per un gioco di prospettive, appena si ricomincia a marciare, questo si nasconde totalmente.
La via prosegue a destra e prende una diagonale (talvolta esposta, talvolta umida o sdrucciolevole) che sostanzialmente esce in cresta. Questa si percorre per alcune decine di metri sino ad intravvedere la madonnina posta in vetta. Da qui, in pochi minuti, il gioco è fatto.
Da Rima alla vetta impiego circa 3h30min, che è sostanzialmente un tempo standard sebbene i segnavia indichino un'ora in più.
Per lo spettacolo a cui ho assistito lascio parlare le fotografie, che, al solito, saranno scarsamente esaurienti.
Mi fanno compagnia un ragazzo e una ragazza (probabilmente fidanzati, che bello vedere le coppie giovani in montagna!!) a cui non do troppo retta, non per maleducazione o misogina dalle quali penso di essere esente, ma per la mancanza di respiro che si apre davanti ai miei occhi: la Piramide Vincent, salita una settimana fa nella nebbia sembra volersi farsi sfiorare ogni volta che si allunga una mano.
Coprotagonisti dello show sono gli stambecchi, tanti e ovunque danno saggio della loro straordinaria abilità sulle creste precipitosissime del Tagliaferro.
Dopo una lunga permanenza in cima, scendo per la medesima via di salita impiegando 3h15min.
Con adeguata logistica si può unire alla salita la traversata ad Alagna, il cui sentiero parte dal passo del Gatto, opposto a quello che sale da Rima.
E' altresì possibile seguire l'impegnativo itinerario alpinistico ben descritto da

Ringrazio infine

Sviluppo: circa 19 km; SE: circa 35 km.
Tourengänger:
rochi

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