Resegone - dalla val Caldera
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Erano circa 2 anni che non salivo il Resegone, dall'estate del 2011 in cui, in preda ad una scatenata "fame" di conquiste, mi ero ripromesso, riuscendo parzialmente, di raggiungere le vette importanti e famose della Valsassina.
Oggi, stremato dall'afa opprimente di questi giorni di fine luglio, decido che è assolutamente necessario salire di quota e partire già un po in alto, ma non ho voglia di andare troppo lontano. E' l'occasione giusta per tornarci, visto che i piani sono già a 1300 mt.
Così alle 8.30, parcheggiata l'auto a Versasio, riesco a salire sulla prima funivia in partenza e, arrivato ai piani d'Erna, decido di salire al pizzo giusto per sgranchire le gambe, che dopo 15 giorni di inattività sento un po imballate.
Poi riscendo alla bocca d'Erna e imbocco il sent. 7 verso il passo del Giuff, passo la sorgente Pesciola, e la salita si fa subito ripida su terreno di sassi e roccette, entrando nel bosco, fresco a quest'ora. Il percorso regala ogni tanto dei magnifici scorci sul Due Mani, sulle Grigne e sui Piani. Dopo quaranta minuti sono al passo del Giuff, imbocco il sent. 8 per la Val Caldera seguendo le chiarissime indicazioni.
Avevo letto di questa variante su qualche report, ed è descritta come selvaggia e silenziosa, così decido andare a scoprirla.
E' un sentiero molto bello e panoramico, che regala da subito magnifici scorci verso le creste del Resegone e verso il versante che da su Morterone, sulla valle Imagna e sulle Orobie. E' poco frequentato, ma merita davvero una visita, e corre in costa, tra cespugli di rododendri fioriti e molti altri fiori colorati, a metà strada tra il sent. delle creste (per escursionisti esperti) e quello battutissimo delle Forbesette. E' alla portata dell'escursionista medio, c'è un primo passaggio attrezzato con una catena che risale un canalino scosceso e franoso, poi dopo un altro tratto panoramico in costa, si giunge alla Val Caldera vera e propria, si attraversa un costone roccioso a strapiombo piuttosto esposto ma facile, reso sicuro da una lunga catena. Poco prima di questi passaggi, un lungo "scorsone" nero mi attraversa la strada, così rapido da non lasciarmi il tempo di fotografarlo.
A questo punto il sentiero attraversa una lunga pietraia tagliando in piano tutta la valle, e qui vedo da lontano alcuni camosci che più in alto risalgono le rocce. Sento anche i fischi di alcune marmotte, ma non sono fortunato e non riesco a vederle. Sull'altro versante il sentiero comincia a salire deciso sul costone, e mi conduce con un lungo e faticoso strappo, da cui si comincia presto a vedere la croce, proprio sotto la vetta, in prossimità del rifugio Azzoni. Sono da poco passate le dieci e mezza, ma c'è già parecchia gente in giro, fare delle foto decenti in mezzo a questa "folla", soprattutto sulla cima, non è facile.
C'è un po di foschia che guasta i panorami, ed anche qualche nuvola che ogni tanto copre il sole, in compenso un bel venticello rinfresca per bene, e fa dimenticare l'afa della pianura.
Non c'è l'emozione della prima volta, ma la soddisfazione per aver scoperto un nuovo sentiero mi riempe comunque di soddisfazione, come sempre. E' sempre molto bello vedere una cima già raggiunta da un nuovo punto di vista.
Resto un po seduto li, sotto la croce, a guardare il panorama e a fare foto, poi vista la quantità di gente che va aumentando (è arrivato pure un numeroso gruppo di ragazzotti che fa un gran baccano...) decido di mangiare qualcosa, un buon panino col salame ed una banana, e dopo una sosta riposante verso mezzogiorno decido di iniziare la discesa ed imbocco il sent. 1.
L'ho già fatto un paio di volte, scende subito ripido x un lungo canalone, tra roccette e pietre, e bisogna spesso aiutarsi anche con le mani, stando sempre attenti a non scivolare. Poi il sentiero si fa + normale, alternando comunque tratti rocciosi dove bisogna prestare attenzione alla via di discesa. C'è il lungo tratto all' aperto molto panoramico del pian Serrada, si passa dalla piccola omonima sorgente, dove oggi l'acqua molto fresca, scende con una lentezza esasperante, ci metto quasi 10 minuti x riempire la borraccia. Si passano alcuni canaloni dove ci sono evidenti segni di frane, poi dopo il pian delle Bedulette ritrovo la croce che ricorda un escursionista morto, il papà di un mio coscritto, che conoscevo bene xchè è stato brevemente un mio collega prima della pensione, e mi fermo x una breve preghiera; poi il sent. entra nel bosco che, a parte brevi tratti, mi ripara dal caldo che man mano scendo si fa più intenso, e mi accompagna praticamente fino al rif. Stoppani dove arrivo poco prima delle 14.00.
Breve sosta e poi riparto deciso, la stanchezza e il caldo cominciano a farsi sentire.
Alle 14.45 sono alla macchina sudatissimo ma soddisfatto.
Mi cambio e torno purtroppo all'afa della pianura.
Alla prossima.
Oggi, stremato dall'afa opprimente di questi giorni di fine luglio, decido che è assolutamente necessario salire di quota e partire già un po in alto, ma non ho voglia di andare troppo lontano. E' l'occasione giusta per tornarci, visto che i piani sono già a 1300 mt.
Così alle 8.30, parcheggiata l'auto a Versasio, riesco a salire sulla prima funivia in partenza e, arrivato ai piani d'Erna, decido di salire al pizzo giusto per sgranchire le gambe, che dopo 15 giorni di inattività sento un po imballate.
Poi riscendo alla bocca d'Erna e imbocco il sent. 7 verso il passo del Giuff, passo la sorgente Pesciola, e la salita si fa subito ripida su terreno di sassi e roccette, entrando nel bosco, fresco a quest'ora. Il percorso regala ogni tanto dei magnifici scorci sul Due Mani, sulle Grigne e sui Piani. Dopo quaranta minuti sono al passo del Giuff, imbocco il sent. 8 per la Val Caldera seguendo le chiarissime indicazioni.
Avevo letto di questa variante su qualche report, ed è descritta come selvaggia e silenziosa, così decido andare a scoprirla.
E' un sentiero molto bello e panoramico, che regala da subito magnifici scorci verso le creste del Resegone e verso il versante che da su Morterone, sulla valle Imagna e sulle Orobie. E' poco frequentato, ma merita davvero una visita, e corre in costa, tra cespugli di rododendri fioriti e molti altri fiori colorati, a metà strada tra il sent. delle creste (per escursionisti esperti) e quello battutissimo delle Forbesette. E' alla portata dell'escursionista medio, c'è un primo passaggio attrezzato con una catena che risale un canalino scosceso e franoso, poi dopo un altro tratto panoramico in costa, si giunge alla Val Caldera vera e propria, si attraversa un costone roccioso a strapiombo piuttosto esposto ma facile, reso sicuro da una lunga catena. Poco prima di questi passaggi, un lungo "scorsone" nero mi attraversa la strada, così rapido da non lasciarmi il tempo di fotografarlo.
A questo punto il sentiero attraversa una lunga pietraia tagliando in piano tutta la valle, e qui vedo da lontano alcuni camosci che più in alto risalgono le rocce. Sento anche i fischi di alcune marmotte, ma non sono fortunato e non riesco a vederle. Sull'altro versante il sentiero comincia a salire deciso sul costone, e mi conduce con un lungo e faticoso strappo, da cui si comincia presto a vedere la croce, proprio sotto la vetta, in prossimità del rifugio Azzoni. Sono da poco passate le dieci e mezza, ma c'è già parecchia gente in giro, fare delle foto decenti in mezzo a questa "folla", soprattutto sulla cima, non è facile.
C'è un po di foschia che guasta i panorami, ed anche qualche nuvola che ogni tanto copre il sole, in compenso un bel venticello rinfresca per bene, e fa dimenticare l'afa della pianura.
Non c'è l'emozione della prima volta, ma la soddisfazione per aver scoperto un nuovo sentiero mi riempe comunque di soddisfazione, come sempre. E' sempre molto bello vedere una cima già raggiunta da un nuovo punto di vista.
Resto un po seduto li, sotto la croce, a guardare il panorama e a fare foto, poi vista la quantità di gente che va aumentando (è arrivato pure un numeroso gruppo di ragazzotti che fa un gran baccano...) decido di mangiare qualcosa, un buon panino col salame ed una banana, e dopo una sosta riposante verso mezzogiorno decido di iniziare la discesa ed imbocco il sent. 1.
L'ho già fatto un paio di volte, scende subito ripido x un lungo canalone, tra roccette e pietre, e bisogna spesso aiutarsi anche con le mani, stando sempre attenti a non scivolare. Poi il sentiero si fa + normale, alternando comunque tratti rocciosi dove bisogna prestare attenzione alla via di discesa. C'è il lungo tratto all' aperto molto panoramico del pian Serrada, si passa dalla piccola omonima sorgente, dove oggi l'acqua molto fresca, scende con una lentezza esasperante, ci metto quasi 10 minuti x riempire la borraccia. Si passano alcuni canaloni dove ci sono evidenti segni di frane, poi dopo il pian delle Bedulette ritrovo la croce che ricorda un escursionista morto, il papà di un mio coscritto, che conoscevo bene xchè è stato brevemente un mio collega prima della pensione, e mi fermo x una breve preghiera; poi il sent. entra nel bosco che, a parte brevi tratti, mi ripara dal caldo che man mano scendo si fa più intenso, e mi accompagna praticamente fino al rif. Stoppani dove arrivo poco prima delle 14.00.
Breve sosta e poi riparto deciso, la stanchezza e il caldo cominciano a farsi sentire.
Alle 14.45 sono alla macchina sudatissimo ma soddisfatto.
Mi cambio e torno purtroppo all'afa della pianura.
Alla prossima.
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