Ghiridone (2188 mt)
|
||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Giornata non proprio soleggiata (ma ci è andata bene, la meteo annunciava anche un po'di pioggia che per fortuna non s'è vista), ma con coraggio intorno alle 9h siamo al posteggio nella località Mergugno, a quota 1060 metri. È la nostra prima uscita della stagione - il resto dell'anno lo passo a Ginevra, che amo chiamare l'Olanda della Svizzera, e se ne capisce il perché. L'inizio è un po'lento, le gambe devono ancora svegliarsi, ma pian piano anche questo obiettivo riesce e una volta ingranato ci fermiamo poco. Fino al rifugio Al Legn il cartello indica 2h15', un tempo un po' troppo alto secondo me. In realtà una volta ingranato il ritmo, ci mettiamo meno di 1h30' per arrivare. Non c'è in giro nessuno al rifugio - tranne il custode, che salutiamo educatamente. Piccolo spuntino - frutta secca e un po'di thé allo zenzero, che è un toccasana in montagna - e poi ripartiamo. La temperatura non ci permette di togliere il pullover, ed è peccato perché stiamo sudando copiosamente, ma togliendolo ci ritroviamo a tremare.
Dal Legn il cartello indica 1h15', ed è già più veritiero del secondo. Il sentiero è segnato molto bene, praticamente impossibile perdersi: ci sono tre punti piuttosto scoscesi sui quali è meglio prestare tanta attenzione - e che è meglio evitare in caso di pioggia - ma si riesce a salire senza troppi problemi, usando le mani di tanto in tanto. Alle 11h20' circa siamo in vetta, soli soletti. Oltre al custode, salendo abbiamo incrociato solamente una giovane ragazza sola che andava in senso inverso (il che mi ha fatto sentire un poltrone! La prossima volta mi sveglio due ore prima...): ora siamo soli in vetta. Dopo aver firmato il quadernetto di vetta apriamo lo zaino e tiriamo fuori il pane e l'affettato per confezionarci i panini. Non c'è un filo di vento, e una giacca sopra al pullover è sufficiente per proteggerci dal freddo (ci aspettavamo peggio, con l'isoterma di 0°C annunciato a 2600). Il mio amico e io festeggiamo un po', è la prima volta da 10 anni che non saliamo sul Ghiridone, e già all'epoca ci eravamo saliti insieme. Ci soffermiamo sul panorama: da una parte, l'Italia e la parte sud del Verbano. Dall'altra la regione attorno al quale siamo cresciuti, il Locarnese. Girandoci verso nord individuiamo facilmente un paesino che immaginiamo essere Palagnedra (e uno sguardo alla cartina successivamente conferma il nostro dubbio).
Un'ora per il pranzo e qualche foto, e poi giù di nuovo. Per me che amo definirimi uno "scalatore" (nel senso ciclistico del termine), la discesa è una sofferenza: ma le ginocchia tengono fino in fondo, e intorno alle 14h siamo di nuovo a Mergugno, seguendo la stessa via che all'andata, nonostante una vescica che mi è scoppiata 20 minuti prima di arrivare.
Riassunto breve: terreno in ottime condizioni, l'ideale per una gita non troppo faticosa ma redditizia e rinfrancante. Tempo totale (non so giudicarlo, ma non credo che siamo andati su come treni) 5h, 2h20' per la salita, 1h di pausa in vetta e 1h40' per la discesa.
Dal Legn il cartello indica 1h15', ed è già più veritiero del secondo. Il sentiero è segnato molto bene, praticamente impossibile perdersi: ci sono tre punti piuttosto scoscesi sui quali è meglio prestare tanta attenzione - e che è meglio evitare in caso di pioggia - ma si riesce a salire senza troppi problemi, usando le mani di tanto in tanto. Alle 11h20' circa siamo in vetta, soli soletti. Oltre al custode, salendo abbiamo incrociato solamente una giovane ragazza sola che andava in senso inverso (il che mi ha fatto sentire un poltrone! La prossima volta mi sveglio due ore prima...): ora siamo soli in vetta. Dopo aver firmato il quadernetto di vetta apriamo lo zaino e tiriamo fuori il pane e l'affettato per confezionarci i panini. Non c'è un filo di vento, e una giacca sopra al pullover è sufficiente per proteggerci dal freddo (ci aspettavamo peggio, con l'isoterma di 0°C annunciato a 2600). Il mio amico e io festeggiamo un po', è la prima volta da 10 anni che non saliamo sul Ghiridone, e già all'epoca ci eravamo saliti insieme. Ci soffermiamo sul panorama: da una parte, l'Italia e la parte sud del Verbano. Dall'altra la regione attorno al quale siamo cresciuti, il Locarnese. Girandoci verso nord individuiamo facilmente un paesino che immaginiamo essere Palagnedra (e uno sguardo alla cartina successivamente conferma il nostro dubbio).
Un'ora per il pranzo e qualche foto, e poi giù di nuovo. Per me che amo definirimi uno "scalatore" (nel senso ciclistico del termine), la discesa è una sofferenza: ma le ginocchia tengono fino in fondo, e intorno alle 14h siamo di nuovo a Mergugno, seguendo la stessa via che all'andata, nonostante una vescica che mi è scoppiata 20 minuti prima di arrivare.
Riassunto breve: terreno in ottime condizioni, l'ideale per una gita non troppo faticosa ma redditizia e rinfrancante. Tempo totale (non so giudicarlo, ma non credo che siamo andati su come treni) 5h, 2h20' per la salita, 1h di pausa in vetta e 1h40' per la discesa.
Tourengänger:
AlPiano

Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (2)