Traversata Quarna-Rimella-Anzino: 8 cime, 3 valli, 8 bocchette e 10 gambe
tapio: le dieci gambe sono quelle di
ciolly, Marco, Felice, Alberto e le mie… Le tre valli a cui si allude nel titolo invece possono essere ricondotte, grosso modo, alla Valle Strona, alla Valsesia e alla Valle Anzasca, anche se poi andrebbero considerate tutte le rispettive valli laterali. Ma così, per dare un’idea, “tre valli” può bastare.
Questa lunga traversata si inserisce nel solco di una tradizione secolare che lega Quarna ad Anzino per le celebrazioni legate a Sant’Antonio di Padova; il carattere “ecumenico” della gita è altresì sottolineato dal fatto che tutte le tre anime del VCO sono integralmente rappresentate (3 Cusio, 1 Ossola, 1 Verbano)
La proposta di ciolly è così interessante che non mi preoccupo nemmeno di fare calcoli preventivi riguardo al precorso: si va e basta, poi sarà quel che sarà.
Fino al Giandolino si tratta di zone ben conosciute per cui evito di annoiare e rimando ai waypoint.
Da qui in avanti bisogna citare in primis la nebbia, che fino al Monte Capio (cioè per tutta la parte di cresta) non ci ha più abbandonati, anche se a sprazzi ci ha concesso di intravedere la via da seguire (via non scontata, visto che oltre alla cresta principale, si staccano da questa numerose creste secondarie). Proprio sotto il Giandolino la nebbia ci ha indotto in errore per due volte consecutive (non inclusa nel computo del dislivello questa doppia pascolata, che farebbe aumentare di altri 250 metri il computo già pingue).
Al terzo tentativo riusciamo a rimanere sulla cresta corretta, quella che si invola verso N – NNW in direzione del Passo della Forcolaccia e da qui procediamo senza intoppi verso le due Cime del Monte Forcolaccia. Le difficoltà maggiori si trovano nel tratto Cima di Rimeo - Cengio dell'Omo - Cima dei Rossi: qualche punto scabroso è attrezzato con catene (molto utili perché alcune placche sono viscide), mentre altre discese (/ salite) su erba sono lasciate alla libera interpretazione di chi le percorre (in qualche caso torna utile aggrapparsi alle zolle erbose).
L’ultima salita di cresta, quella per il Monte Capio, viene fatta per via diretta, senza seguire il sentiero che qui, a differenza di altri tratti, sarebbe ben presente. Bisogna prestare attenzione, come in tutta la parte precedente, ma poi la cima non si nega e qui ci prendiamo una pausa un po’ meno risicata delle precedenti (ma pur sempre breve: il cammino è ancora lungo…).
Una menzione particolare va poi fatta per il bellissimo canalino del Capio, ancora innevato, che, con invitante discesa scivolante, ci deposita in Valsesia. Dopo vari alpeggi raggiungiamo San Gottardo (frazione di Rimella/Remmaljiu) dove ci concediamo una graditissima pausa (“reintegrazione-liquidi”) nel locale rifugio Walser (www.rifugiowalser.it).
Riprendiamo il cammino seguendo poi l’interminabile strada asfaltata che attraverso le varie frazioni di Rimella ci porta fino al tornante di quota 1096, dove abbandoniamo la strada principale e svoltiamo verso N in direzione di Pianello.
Ci aspetta una durissima salita di 730 metri di dislivello. Fino all’Alpe Fardale tutto bene, ma poi comincia a piovere sempre più forte. Il provvidenziale Bivacco Helo, situato una settantina di metri sotto il Colle della Dorchetta ci offre protezione e ci salva dalla parte più “arrabbiata” dell’acquazzone.
Passato lo scroscio completiamo in breve la salita e al Colle della Dorchetta abbandoniamo la provincia di Vercelli e rientriamo nel VCO. La discesa finale non è breve, ma in ulteriori due orette raggiungiamo Anzino, dove ci aspetta una bella doccia (gelata) e una ottima cena in compagnia.
La logistica è organizzata alla perfezione, anche se naturalmente le operazioni di rientro si protraggono fino a notte fonda. Ma cosa importa?
Ringrazio ciolly per avermi proposto questo fantastico giro ed anche Marco Alberto e Felice per aver condiviso questa cavalcata da sogno, da ricordare imperituramente. Un ringraziamento particolare ad Alberto per aver provveduto a segnalarmi tutti i waypoint con relativa quota direttamente al desco (35 quote, una mente numerica oltre l’immaginabile!!!).
Ambiente superbo e compagnia ottima: a parte il piccolo neo della meteo, tutto oltre le aspettative!
ciolly:
Sapendo che la tradizione vuole che le genti, in occasione di Sant’Antonio, si rechino ad Anzino dalle valli laterali o dai paesi confinanti a piedi, anche noi prendiamo alla lettera questa rituale usanza, partendo però direttamente da Quarna.
Benché Quarna non si trovi nelle immediate vicinanze (45 Km attesta Tapio) questo eterno pellegrinaggio è diventato una radicata consuetudine centenaria che, in questo 2013, vogliamo onorare anche noi.
Alla partenza siamo in quattro decisi camminatori, Adriano, Fabio, Marco e Felice, ai quali si unirà il quinto (Alberto) in località Camasca… almeno lui si è risparmiato una mezz’ora in più di camminata!!!
Con buon passo, in parte su sterrato e in parte su sentiero, in meno di tre ore raggiungiamo il “Giandulin” ovvero la Massa del Turlo, dove termina anche il percorso segnalato… da qui in poi c’è solo da seguire la cresta, almeno quando si riesce a vedere la cresta.
Dopo qualche errore di valutazione per scendere al Passo della Forcolaccia… convinti di abbassarsi in una vallata per trovarsi nell’altra…due volte…prendiamo finalmente l'esatta linea di cresta e senza ulteriori "fuorirotta" arriviamo giusto per mezzogiorno al Capio.
Ora le difficoltà sono terminate, dobbiamo solo farci scivolare (non troppo) nel canale e dopo prendere uno fra i numerosi sentieri segnalati per San Gottardo e Rimella dove, in prossimità della Chiesa Maggiore (ci saranno 20 Chiese) a quota 1096 si stacca la valle laterale per la Dorchetta di Anzino (Sentiero 393)…
Ci toccano ancora 800mt di secca salita, con acquazzone incluso, per raggiungere il Passo, ma ormai i motori sono belli caldi e, senza alcun cenno di cedimento, in poco più di un’ora siamo già in Anzasca e poi giù, giù, giù… Anzino stiamo arrivando!!!
L’unica pecca della giornata rimane l’inclemenza della Meteo che non ci ha permesso in alcun modo di gustare questa selvaggia e spettacolare “Borderland” delle tre valli…
Peccato sarà per un'altra volta. … magari tra un anno…..!!
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