Cer-Van-Done....what else?
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BB = bigblue:
Sarà la primavera, sarà la mia pigrizia nel relazionare o forse tanti altri “interrogativi” con cui riesco sempre a rendermi la vita difficile...e così le ultime cime sono rimaste lì, nella penna e nella mia memoria......questa volta, però, lo spettacolo è stato troppo grande....più che le parole, ne ho scritte troppe, lo so.....sono le immagini a parlare.........
Cer-van-done?.....What?.....Cervandone?...what else!
Come il canto delle sirene per Ulisse, così anche l' inesauribile fascino di Devero, prima o poi chiama....aggiungi un giorno settimanale, fuori stagione e il mix di ingredienti diventa una pozione magica, magnetica, esplosiva......una tentazione irresistibile!
…e pensare che nei tempi passati non la pensavo così......
Proprio qui, ho iniziato a fare le mie prime camminate, per dire tutta la verità, le mie prime odiate camminate. Non capivo il motivo perchè, a differenza delle amiche che la domenica potevano dormirsela o fare cose più “interessanti”, a me toccava questa “insana” pratica, lo scarpinamento, dove i miei, quasi-amati genitori, non davano possibilità di scelta, era così e basta.
La piccola funivia, l' unico collegamento alla Piana, raramente mi era concesso il lusso di prenderla, semmai per una discesa, come da catalogo si doveva partire “da sotto”...anche questo rendeva la suddetta pratica ancora più odiosa. Forse che, una partenza pianeggiante avrebbe attenuato il mio disappunto? Chissà! La gita era lunga? solo l' orario anticipava!
Ricordo indelebile di questa grande felicità, qualche foto in sano cartaceo, l' espressione la dice lunga: musetto!
Devero, già per i miei.....aveva esercitato il suo fascino.
Ancora oggi, tra le cose che mi toccava “subire”...camminate in montagna, mostre di ogni tipo, concerti, feste degli Alpini, varie ed eventuali.....non saprei dire quale fosse il male minore....tra nature morte del Morandi, tanto tristi mi sembravano quei quadri, passando dagli Impressionisti, già meglio con “I pesci rossi” di Matisse, scivolando su Verdi, risalendo su incalzante Bolero del Sig. Ravel e mangiando una braciola nella più sana confusione degli Alpini, per poi tornare in montagna.....beh, sicuramente la cosa che era già scritta nel mio Dna, il mare, lui si era ed è una pratica che non ho mai dovuto subire, amore al primo tuffo!
Ecco, si, qualcosa che andava bene c' era........così come, a distanza di anni, lo saranno anche le altre cose.....significa maturare? Non credo!
E' lunedì 27 maggio 2013, lo scrivo completo perchè, come la Rossa fatta con gli sci, un mio piccolo sogno realizzato, anche questo Cervandone-Bianco resterà indelebile...... anche oggi quella “insana” pratica, tornerà ultile!
Devero....silenzio assordante.......ossimoro perfetto!
Sapevamo fin dalla partenza che oggi, difficilmente “tutto” ci sarebbe stato concesso, le condizioni invernali a maggio erano scritte ovunque e i camosci quella mattina, quasi a ricordarcelo...ma come si dice: andiamo e valutiamo....eventualmente un Bandiera (di scorta) mai si butta.
Così è stato.....il Ferrari di destra, così chiamato, cioè la mia idea di salita odierna, dopo pochi metri......la sensazione diventa certezza, da qui non si passa.....affondiamo fin quasi alla coscia e da questo punto “avanzato”di osservazione, troppi accumuli sparsi qua è la come bianchi sassolini.
Flessibili e semovibili come giunchi, ci spostiamo a sinistra, nell' altro Ferrari, quello classico. Condizioni nettamente migliori, sarà lui il jolly di tutta la giornata.
Risaliamo il canale sotto un quasi-continuo spin-drift di stelle cadenti, a differenza di quelle del Bianco, sono anche simpatiche e quasi piacevoli. Sbucati, non ci resta che percorrere gli ultimi ripidi pendii prima della cresta. La cresta, assai tormentata, onde “forza 7” di cornici himalayane......ci vedrà costretti, per non giocare troppo alla roulette, stopparci a pochi metri dalla cima. L' ipotesi di attraversare verso la Marani, tutto troppo carico per azzardare e infierire una nostra sciabolata. Ritorniamo dalla stessa via, è già stato un lusso così. La neve perfettamente crogiolata permetterà un ottima discesa e, una volta tolto il ripido, su quello che era il ghiacciaio della Rossa, fermi, imbambolati, quasi stregati dalle magie di luce del mago, l' Astro calante.
Oggi, non era tanto il percorso che tutti conoscono o non aver potuto diversificarlo a mio piacimento, il Cervandone così, e siamo a fine maggio, io non lo avevo mai visto:
….i miei occhi fermi, increduli possono vedere ciò che voglio, che sogno.....quello che ognuno di noi può vedere con l' anima.....tutto sembra perdere la sua forma originale, può magicamente essere reinventato......
Immersi in questo delicato giardino di corallo, attorniati da pareti strapiombanti, incrostate da mille anemoni brinati, pareti si, di una montagna oggi sommersa come lo era prima di “nascere”, pinnacoli spugnosi di bianca madrepora ad impreziosire la via e lassù, a solcare questo mare, la prua di una nave......la nostra vetta.
Alla prossima!
Un grazie a Mauro.....ne abbiamo fatta una “giacca” ma alla fine il jolly è arrivato.
Un ringraziamento particolare a Eugenio (Veget), il suo operato è stato fondamentale nella riduzione foto, a Giancarla, la moglie, per l' ospitalità e l' ottimo caffè.

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