Traversata Pigosc - Monte Cortafon - Piz del Matter - Motto di Paraone
|
||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Escursione con l'obbiettivo di esplorare la cresta che unisce il Monte Pigosc al motto di Paraone: una via alternativa per arrivare al rifugio Giovo.
Parto dal santuario di Quansc, poco oltre Garzeno. Risalgo la strada che conduce a Brenzelio fino a trovare un bivio a destra. Imbocco la sterrata e dopo un paio di tornanti arrivo a Domagnolo. da qui un sentiero sale verso Vincigo e di seguito Catonso da dove inizio a vedere la cresta e la bocchetta che voglio raggiungere.
Prima di arrivare a Catonso si attraversano vari insediamenti rurali dove si possono osservare i tipici Masun, ovvero delle baite con il tetto molto spiovente una volta ricoperto di paglia. Ora tutti i tetti che ho visto sono coperti con lamiere. La struttura di questi edifici è particolare, la stalla al pian terreno è in muratura, il vano sovrastante (sudèe) è adibito a deposito delle foglie secche. I lati ad angolo acuto del sottotetto sono chiusi da rastrelliere di pertiche di legno che generalmente si possono ancora osservare.
Proseguendo tra i vari insediamenti il sentiero rimane evidente fino ad un ultimo stabile. Poi, aggirando un'area recintata di rimboschimento a Larici, pian piano lo si perde e lo si ritrova tra le ginestre. La direzione verso la bocchetta di Catogno è comunque evidente e per l'ultimo tratto procedo direttamente senza preoccuparmi di seguirne le tracce ormai molto vaghe.
Raggiungo la cresta proprio al di sotto di uno sperone roccioso alla cui sommità vedo una croce, credo sia il monte Pigosc. Prima di risalire la cresta verso il monte Cortafon procedo per un breve tratto a ritroso verso est per godere della vista sul lago senza ostacoli.
Ritorno poi ad ovest verso la bocchetta rinunciando a risalire lo sperone roccioso del Pigosc, molto verticale, sui cui fianchi non vedo una via semplice. Non ho tempo per cercare di arrampicarmi.
Supero quindi la bocchetta e risalgo la cresta per un tratto molto facile verso quello che penso sia il Monte Cortafon. Raggiunto il primo cocuzzolo non riesco a proseguire per una spaccatura verticale nella roccia, profonda una decina di metri, che non provo nemmeno a superare.
Ridiscendo la bocchetta e aggiro a sud il monte sfruttando un sentiero a mezza costa, probabilmente tracciato sul paglione dal passaggio delle pecore.
Arrivo ad un dosso da cui inizio la risalita diretta verso la cresta; raggiunto il crinale torno a dirigermi verso est per arrivare finalmente sulla cima del Cortafon. Niente di particolare, ma almeno questa cima riesco a raggiungerla!
Arrivato in vetta riprendo la direzione corretta. Da qui in avanti la cresta è facilmente percorribile anche nei tratti che a prima vista sembrerebbero ostici. Dopo un po' di saliscendi arrivo alla bocchetta 'Boec de la Canaa' prima di raggiungere il Piz del Matter da cui il Paraone non sembra molto lontano. Al contrario c'è ancora parecchio da camminare prima di raggiungere l'ultima bocchetta, 'di n'Ardalla', da cui parte l'ultima salita vero il Paraone.
Le rocce che hanno caratterizzato il lungo tratto precedente spariscono, il crinale si allarga parecchio ed in breve raggiungo la sommità del motto che si presenta appiattita, con un gruppo di pecore che riposa beatamente.
Visto che sono stanco seguo il loro esempio e riprendo un po' di energie godendomi il sole ed il panorama sulle cime dell'alto Lario, la valle Albano e la valle del Dosso.
Pronto per ripartire decido di scendere direttamente dai pascoli verso l'alpe Brento. Dall'alto vedo un branco di Cervi che pascola. Vorrei scattare qualche fotografia ma basta che un paio di esemplari alzino la testa per dare l'allarme che tutto il gruppo fugge in pochi secondi.
Provo a seguirli dall'alto quando vedo che ricompaiono poco sopra l'alpe Brento. Ho il vento contro, quindi non dovrebbero sentirmi, però mi vedono: non avendo ripari è impossibile avvicinarli.
Raggiunta l'alpe rinuncio definitivamente a 'rincorrere' i Cervi che naturalmente nel 'lungo' frattempo sono spariti, e mi incammino verso la mulattiera militare che passando per Brenzeglio mi riporterà al Santuario di Quansc.

Kommentare (4)