Correva l'anno 1981: ORTLES m 3905
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Trascinati dall'entusiasmo per la recente traversata del Castore, nostro primo 4000, decidiamo di tornare a chiudere il conto con "Sua Maestà l'Ortles"......conto rimasto aperto dall'anno scorso.
Da casa partiamo io, Lella e Luigino. Passiamo da Vigo Rendena dove ci aspetta Paola, amica milanese in vacanza, e dopo aver pranzato da lei ripartiamo per Solda, via Passo Palade e Val Venosta.
Giunti a Solda verso sera, montiamo la nostra tenda e ci facciamo una bella spaghettata, seguita dal passeggio per il paese, quindi, a nanna nel saccopelo.
Dopo una notte piovosa, al mattino il tempo è radioso, ci carichiamo gli zaini sulle spalle e con passo tranquillo iniziamo la salita verso il rifugio Payer, dove arriviamo dopo 3h 30’.
Il pomeriggio lo passiamo riposando e prendendo il sole. La sera ci facciamo col nostro fornellino un bel minestrone liofilizzato...........Una schifezza devastante!!!!!
La presenza delle ragazze non sarà sufficiente ad inibire l'animale che c'è in noi e presto lo tsunami al minestrone si trasformerà in metano....senza pudore ne vergogna, e renderà la nostra cameretta piuttosto insalubre!
Al mattino sveglia prima dell’alba. Il tempo fuori è ottimo e dopo esserci legati partiamo.
Appena fuori dal rifugio ci aspetta il tratto forse più insidioso: un traverso ghiacciato lungo un centinaio di metri, da percorrere senza distrarsi, con tre pezzi di tubo piantati nel ghiaccio per potersi assicurare. Passato il traverso ci togliamo i ramponi, ci sleghiamo e scendiamo all’attacco del tratto roccioso attrezzato, tratto che si percorre senza difficoltà, anzi, sarà un piacevole diversivo al pianeta di ghiaccio che ci attende.
Appena fuori dalle rocce l’ambiente cambia completamente, entriamo in un altro mondo: enormi seraccate ci sovrastano e per tre ore, fino alla vetta, sarà un succedersi di scenari grandiosi e sempre diversi.
Procediamo in due cordate: io legato con Lella e Luigino con Paola. Non incontriamo difficoltà, anche se alcuni tratti sono abbastanza ripidi (40°) e i crepacci da superare non mancano. La neve è dura al punto giusto e così rimarrà anche in discesa.
Tenendo un passo lento e costante arriviamo in cima senza eccessiva fatica, godendoci al meglio il panorama, a dir poco fantastico, cominciando dalla Nord del Gran Zebrù, seguita dal Cevedale, dall’anfiteatro dei Forni, e poi Bernina, Adamello, Brenta, per finire con le Dolomiti lontane.
Sulla cima facciamo uno spuntino, scattiamo le foto di rito e molto spediti iniziamo la discesa che sarà piuttosto lunghetta.
Stanchi, arriviamo finalmente alla nostra tenda, piazzata in un prato vicino alla funivia di Solda, ma prima di poter riposare avremo un bel da fare per impedire ad una mandria di Brune Alpine (nel senso di mucche) di travolgere la nostra “casa”, abusivamente eretta sulla loro abituale rotta di ritorno dal pascolo!
Dopo lo scampato pericolo ci possiamo finalmente rilassare e preparare un’abbondante cena, non liofilizzata, alla quale seguirà il passeggio per Solda per un meritato mega gelato.
Passeremo una riposante e serena notte in tenda, nei nostri saccopelo, questa volta senza effetti tossici.
Al mattino, di fretta per tornare a casa non ne abbiamo. Dobbiamo riportare Paola a Vigo ma decidiamo di prenderla un pò larga......faremo un giro turistico in Dolomiti.
Arrivati finalmente a Vigo in serata, usciamo per una pizza, poi saremo ospiti a casa di Paola per la notte: Lella dormirà con lei, io dormirò con Luigino. Gli accoppiamenti purtroppo saranno imposti dalla mamma di Paola.....Avrà pensato che abbiamo bisogno di riposo?
Nota 1: le difficoltà indicate nella scheda si riferiscono allo stato attuale della salita.
Nota 2: non provate a piazzare liberamente una tenda nel prato.....i tempi sono cambiati, potrebbero arrestarvi!
E vai col liscio......
http://www.youtube.com/watch?v=x-3JIxlW5mI


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