Pizzo del Fornalino (2562 m) – Skitour
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tapio: Siamo in tre a vivere questa emozionante giornata,
tignoelino, Fabrizio ed io. L’ampio vallone che porta al Passo del Fornalino, già di per sé attrattivo, non lascia immaginare quello che ci aspetta “dopo”, ma, come anticipato, l’adrenalina oggi non verrà lesinata. La salita al Passo è di quelle classiche, senza grosse difficoltà. Ad un certo punto mettiamo i rampanti per guadagnare in sicurezza la croce del Passo, visto che i pendii terminali presentano una certa pendenza. Qui termina la parte sciistica e comincia “la grande nuotata”. Depositiamo gli sci e ramponi ai piedi scendiamo moderatamente sul pendio, altrettanto bello, che proviene dalla Val Bognanco. La neve “non porta”, quindi si procede a fatica. Forse un po’ troppo presto imbocchiamo un bel canale che, a parte il tratto iniziale, si presenta godibile. Arrivati in cresta ci rendiamo conto che siamo saliti troppo presto, la cavalcata di cresta sarebbe forse possibile in estiva, ma attualmente appare proibitiva. Scendiamo con un taglio verso sinistra, e dopo un traverso (a mio giudizio) veramente sgradevole, con neve fino all’inguine, siamo pronti ad affrontare il canale, quello vero, non prima di aver effettuato anche un deposito zaini. Duecentocinquanta metri di dislivello con una pendenza mai inferiore ai 45° e con punte presumibilmente di 55° verso la fine: due i punti critici, all’inizio e nei pressi dello sbocco sulla cupola sommitale, a causa della neve polverosa che ci impegna non poco per trovare l’appoggio giusto. Qualche roccetta, in entrambi i casi, ci dà però una mano. La parte centrale del canale è invece portante e si procede di buon passo (ah, se fosse stato tutto così…!).
Superato l’ultimo scoglio (neve polverosa con un buco che ci fa aguzzare l’ingegno per salire al di sopra), arriviamo alla bocchetta a NE della vetta che adduce al plateau finale. Nessuna difficoltà ci separa più dalla vetta, che agguantiamo con visibile e dirompente soddisfazione. Quello che tignolino aveva promesso, ora è lì davanti a noi. È tutto vero, non aveva esagerato!
In mancanza di vettovaglie (visto che è rimasto tutto negli zaini) ed essendo consci che la discesa richiederà un certo impegno (eufemismo…) limitiamo la nostra permanenza in vetta alla sola contemplazione (non troppo breve, però…) e con grande circospezione ripercorriamo a ritroso tutto il canale, il traverso e la breve salita che ci riporta al Passo del Fornalino. Qui naturalmente innaffiamo le operazioni propedeutiche alla discesa con una bella birra. Forse grazie a questa, forse grazie all’adrenalina che abbiamo accumulato, ci gustiamo la discesa nel vallone su di una neve primaverile che, nonostante l’ora avanzata, non è ancora abbastanza molle ma che tuttavia ci consente di scendere piacevolmente. Concludiamo la giornata al Rifugio Città di Novara davanti ad un bel tagliere di ottimi salumi misti, umettati da un buon bicchiere di rosso.
Grazie Roberto, grazie Fabrizio: è stata davvero una grande giornata di montagna!
PS: Abbiamo indicato “AD” come difficoltà in questo senso: la parte sciistica non va oltre un PD. La parte alpinistica, come dice Loris Bonavia (“la salita dal Passo alla vetta deve essere intrapresa solo valutando sul posto le condizioni della montagna, essendo il tratto alpinistico non del tutto semplice”), indipendentemente dalle condizioni che abbiamo trovato, non è uno scherzo, data la pendenza sostenuta. Per tagliare la testa al toro valutiamo complessivamente la gita come AD. Perché chi parte deve sapere che, per la vetta, il solo PD sciistico non basta.
PS II Nota informativa (ad uso esclusivo degli amanti dello sci estremo): tenere gli sci in discesa nel canale (a mio giudizio, impossibile, ma magari qualcuno ce la fa, chissà) porterebbe la difficoltà sciistica almeno ad ED, i cui 4 criteri, lo ricordo, sono: pendenza > 50°, esposizione estrema in caso di caduta, canali con nessuna possibilità di riposo durante la discesa, passaggi obbligati lunghi e molto ripidi con bande rocciose, possibile solo scivolare o saltare. Tutte condizioni ben presenti in questo couloir.
tignoelino:Anche oggi, giornata superlativa sia per la meteo che per la cima.
Come sempre, relazione impeccabile di u Tapio: aggiungerò solo dei particolari.
ll terzetto è collaudato ma, oggi, abbiamo dovuto dare fondo alle nostre doti di
caparbietà, causa le condizioni oggettive del percorso e della neve.
Essendoci già stato con l' Amico Adrimiglio qualche anno fà, non avrei dovuto
cannare il primo canale di salita (demenza senile??), però poi mi sono rifatto
nell' ultimo tratto.
L' immagine più bella, l' evidente gioia di Fabio alla fine della gita.
Grazie, Amici, ho una settimana per studiarne un' altra.


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